Lavoratrici e lavoratori di Manital scrivono una lettera-denuncia manifestando tutta la loro rabbia per aver perso il lavoro nella quasi totale indifferenza di chi avrebbe dovuto tutelarli, e promettono di far sentire la loro voce nelle sedi opportune.
La storia di Manital è nota, nasce nel 1993 e il suo fondatore Graziano Cimadom, immagina una impresa che emuli lo spirito e la storia di Adriano Olivetti; è talmente vero questo parallelismo, che dopo una rapida ascesa e un grande e brillante sviluppo, la meteora cade e si spegne definitivamente come accadde alla Olivetti, il 04/02/2020, momento nel quale è stato dichiarato lo stato di insolvenza in seguito ad una grave crisi finanziaria.
Siamo un piccolo manipolo di 15 persone, ormai ex dipendenti della sede di Ivrea, che rimane ancora in “vita” tra le ceneri dell’implosione della “meteora Manital”.
Rappresentiamo un piccolo e marginale problema, per commissari, sindacati e nuova proprietà, al punto di restare indifferenti e insensibili di fronte a quello che ci sta succedendo; tutto ciò, è la rappresentazione del vilipendio e dell’umiliazione della parte più debole di una impresa: la Sua Forza Lavoro.
Il non noto “dietro le quinte” per l’opinione pubblica, ci vede ormai per i tempi stretti della vertenza, sull’orlo di un baratro, offesi, umiliati ma soprattutto ingannati da chi ci dovrebbe tutelare ed è la parte che più addolora.
Impreparazione, fretta e superficialità ma probabilmente e più realisticamente, è la malafede che contraddistingue l’epilogo di questa vicenda, che dopo questa denuncia pubblica, finirà sul tavolo della Magistratura.
Elettra, la futura nuova proprietà, si aggiudica il controllo di Manital, non solo per gli aspetti economici vantaggiosi nell’offerta d’acquisto, ma l’effetto leva a suo favore lo determina la garanzia e la determinazione del mantenimento dei posti di lavoro di un gruppo di lavoratori dislocati in varie parti d’Italia, e in particolare noi 15 della sede di Ivrea.
Riceviamo quindi la lettera di conferma del rapporto di lavoro, ma con nostro grande sbigottimento, l’immediato dislocamento a una delle sedi Elettra a Roma.
Commissari e sindacati, spergiurano che se anche non indicato nel contratto di subentro, la garanzia del mantenimento del posto di lavoro a Ivrea, per noi sarebbe stato assolutamente confermato e tutelato perché concordato, ma purtroppo solo verbalmente e quindi l’evidenza della lettera ricevuta con trasferimento a Roma ne è la riprova beffarda. E, come si dice: scripta manent, verba volant!
La maggior parte di noi, per età, per condizione familiare e per stato di salute, non potrebbe mai realisticamente pensare un trasferimento a Roma e quindi la rinuncia con conseguente licenziamento, cosa sicuramente auspicata dai nostri “garanti”, potrebbe paventare la peggiori delle ipotesi: l’entrata in Naspi, senza nemmeno la possibilità della cassa integrazione a nostra maggior tutela per magari vivere un passaggio più morbido e tutelante per chi volesse poi cambiare attività in un’altra azienda.
Come detto in premessa, rappresentiamo ormai un piccolo problema per gli attori coinvolti, e i nostri garanti: i sindacati e lo Stato rappresentato dai commissari, non ci hanno tutelato a sufficienza, pensando che siamo pochi e ingenui e quindi un “problema marginale” di rapida e indolore risoluzione.
Noi crediamo che stiano sbagliando nel sottovalutare il problema che noi rappresentiamo; questa nostra denuncia dello stato delle cose è un grido “flebile” nel caos mediatico, ma siamo determinati anche da soli, fino all’ultimo e nelle Sedi opportune, a far valere la nostra condizione di lavoratori illusi e ingannati!
Un gruppo di (ormai) ex-dipendenti Manital di Ivrea