Vi scriviamo in merito al patrocinio che avete concesso al comitato 10 febbraio per la manifestazione intitolata “Una rosa per Norma,” perchè siamo allibiti che un’amministrazione che si dichiara antifascista patrocini iniziative che si richiamano al più sfrontato nazionalismo e alla più subdola propaganda anticomunista e antipartigiana.
Come abbiamo già scritto, la vicenda di Norma Cossetto è perlomeno controversa, studi rigorosi e mai confutati hanno verificato che non ci sono prove che sia stata uccisa da partigiani “slavi” come scrivete anche nella delibera di patrocinio; parafrasando il cronista che per primo si occupò del caso del bandito Salvatore Giuliano si potrebbe dire che l’unica cosa certa è che è morta.
Siamo ben consci che la legge 92/2004 che ha istituito il cosiddetto «Giorno del ricordo» ha sdoganato la riscrittura della storia a totale beneficio della narrazione che delle
cosiddette vicende del confine orientale ne ha fatto la destra nazionalista e post-fascista, con il benestare e la partecipazione attiva di parte delle forze politiche che, seppur eterogenea, si richiama all’antifascismo.
La segreteria nazionale dell’ANPI stessa in passato ha chiesto più volte e con forza la sospensione di questa legge, soprattutto per quanto riguarda l’attribuzione delle onorificenze a cosiddetti “infoibati”, in quanto era stato verificato che le oltre 300 onorificenze attribuite erano “in netto contrasto con valori, princìpi e norme della Costituzione“. Tuttavia, dal 2015 una unica onorificenza è stata revocata – quella al repubblichino parmense Paride Mori – mentre dei 384 nominativi di “infoibati” decorati si è attestato che più dell’80% erano appartenenti a formazioni militari e collaborazioniste, 6 erano criminali di guerra conclamati, per almeno 61 persone la scomparsa non era attribuibile alle formazioni della Resistenza e/o jugoslave, per molti non esistono dati certi su circostanze e luogo della scomparsa ed appena 33 sono stati effettivamente rinvenuti in qualche “foiba”.
Per dirla con lo storico Angelo d’Orsi, grazie anche a questa legge “gli eredi, biologici o politici, dei fascisti occupanti la Jugoslavia negli anni ’40, autori di stragi inaudite, di devastazioni e vessazioni ai danni della popolazione locale, non sembrano più in cerca di una semplice (e impossibile) autoassoluzione per il loro ruolo di carnefici, ma ormai si propongono, con crescente protervia, nei duplici panni di vittime, e, addirittura, di «eroi».
Se pensiamo poi che il Parlamento sta modificando la legge 92 stanziando quasi 2 milioni e mezzo di euro per i prossimi tre anni “per rafforzare la conoscenza della tragedia delle foibe nel rispetto della comune memoria nazionale” coprendo d’oro le associazioni nazionaliste giuliane per le loro iniziative revisioniste e il ministro dell’Istruzione non rinnova l’accordo con l’Anpi per l’insegnamento nelle scuole dei valori della Resistenza e della Costituzione con la presenza dei pochi partigiani rimasti e degli storici, la vostra decisione di concedere – e mantenere nonostante le proteste degli antifascisti – il patrocinio è un affronto alla Ivrea antifascista e partigiana che ha sacrificato i suoi figli per la lotta di liberazione dal nazifascismo.
Vi inviamo il lavoro che la storica triestina Claudia Cernigoi ha compiuto sulla vicenda di Norma Cossetto e che rappresenta allo stato l’unica analisi storica seria – e soprattutto mai confutata – sull’argomento, confidando che vogliate leggerlo (sono solo una trentina di paginette) e in un moto di resipiscenza trarne ispirazione per il ritiro del patrocinio.
Un saluto resistente
Anpi Valle Elvo e Serra “Pietro Secchia”
Aderiscono e sottoscrivono quest’appello
Partito della Rifondazione Comunista – Biella
Unione Popolare – Biella
Partito Marxista Leninista Italiano – Biella