Camera ardente lunedì 22 gennaio nell’atrio del palazzo comunale dalle ore 11 alle 14.30, funerale alla chiesa di San Grato Borghetto alle ore 15.
Con la scomparsa di Giovanni Maggia (venerdì pomeriggio, dopo una lunga malattia) Ivrea perde un protagonista e, nello stesso tempo, uno dei suoi figli migliori, un “autentico prodotto” della città olivettiana e antifascista.
Molti sono i ricordi che si leggono e ascoltano in queste ore sul Maggia studioso della e degli Olivetti (il suo fondamentale apporto all’Archivio Storico, la sua lunga attività nella Fondazione, le diverse pubblicazioni,….) e sul Maggia sindaco di Ivrea (dal 1994 al 1998, nella “stagione dei professori” e in una fase di partecipazione civica eccezionale seguita alla vittoria di Berlusconi). E infiniti sono anche gli aneddoti sul Maggia camminatore e frequentatore della città (anche nelle ore notturne) raccontati dalla moltitudine di persone con cui entrava facilmente in contatto, per l’approccio semplice, alla mano, e per la grande capacità di ironia e autoironia.
Un understatement che era (è ancora?) una delle più sane e peculiari caratteristiche storiche della città e che, da “figlio autentico” di Ivrea, era del tutto congeniale a Giovanni Maggia.
Tanto si racconterà ancora sulla sua professione di docente all’Università di Torino, sulle sue passioni per la storia e per la Francia e le spesso divertenti e acute osservazioni.
Più lontana nel tempo, ma probabilmente importante nella sua formazione, la partecipazione studentesca al 68, anzi, come amava precisare, “alla nascita del 68” perché nel 1967 era tra gli occupanti di Palazzo Campana, all’epoca sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino. E, da universitario eporediese, il suo impegno (insieme ad altri universitari della sua generazione quali Giancarlo Cerruti, Mauro Salizzoni, Roberto Buracco e altri) per far nascere il movimento studentesco nelle scuole superiori di Ivrea.
Poi, seguendo la sua inclinazione di storico, nel 1973 i “quaderni del centro documentazione sull’antifascismo e la resistenza in canavese” (oggi introvabili), un sistematico lavoro di ricostruzione realizzato con la Biblioteca civica di Ivrea. E, in coerenza, la partecipazione nel 1975 al “Comitato promotore per la messa fuorilegge del M.S.I.” (insieme al mitico Amos Messori “D’Artagnan”)
“Cose di gioventù”, potrà osservare qualcuno, ma di una gioventù che ha lasciato segni non labili nella costruzione della comunità di Ivrea. Segni che Giovanni Maggia ha continuato a lasciare poi in ruoli e modi diversi, riuscendo da Sindaco a realizzare una mai vista (né prima, né dopo) coesione territoriale con gli altri Comuni del Canavese.
Mancherà alla città e ai tanti che, come chi scrive, gli hanno voluto bene e hanno imparato qualcosa da lui.
E bene ha fatto il Sindaco Chiantore con l’Amministrazione Comunale a ringraziare “il Professor Maggia per le sue preziose indicazioni, per quanto ci ha insegnato e ha fatto per la nostra Ivrea” e ad allestire la camera ardente nell’atrio del palazzo comunale di Ivrea dove, lunedì 22 gennaio dalle ore 11 alle ore 14.30, sarà possibile rendergli omaggio. Poi, alle 15, i funerali nella parrocchia di San Grato-Borghetto.
ƒrancesco zaccagnini