Animali nazisti

“Coleottero Hitler e farfalla Mussolini” è il titolo di un curioso articolo apparso su “Le Scienze”

Le Scienze è una rivista mensile di divulgazione scientifica, edizione italiana di “Scientific America”; l’autore del pezzo, Telmo Pievani, non è un rappresentante della dominante destra leptoculturata (non so se il termine esista, forse lo creato io! dal greco antico: leptos = scarso, poco) che, purtroppo, ci governa, ma un insigne filosofo della scienza specializzato in evoluzione, che pregio annoverare tra i miei riferimenti culturali.
Dunque, l’articolo tratta di un bizzarro caso di denominazione di alcuni esseri viventi che, come tutti sapete, hanno una precisa nomenclatura binomiale latina valida per gli studiosi di tutto il mondo, introdotta nel 1753 dal mitico (per me) Linneo.
Vi faccio un esempio. Lupo: ci è ben chiaro che animale sia, ma vale solo per l’italiano, in inglese si chiama wolf, in francese loup, in spagnolo lobo, ecc. risulta chiaro che scienziati con idiomi diversi avessero difficoltà a comprendersi; così fu definita dal genio svedese una convenzione a tutti intellegibile adottando il latino come lingua universale: se citate Canis lupus sarete compresi da tutti i naturalisti del mondo.
Anophtalmus hitleri è un rarissimo coleottero cieco che vive esclusivamente in grotte della Slovenia; il suo nome deriva dall’ammirazione che portava per il Führer l’entomologo dilettante austriaco che lo scoprì e battezzò.
Tre anni prima un paleontologo tedesco aveva denominato un insetto gigante fossile Rochlingia hitleri, designazione che richiama anche Hermann Röchling, noto produttore d’acciaio nazista e antisemita.
Ma ci siamo anche noi, ovvero una pagina oscura della nostra storia; una farfalla libica fu infatti denominata Hypopta mussolinii, in onore del noto personaggio, nel 1927 da Emilio Turati; da non confondere con il socialista Filippo Turati!
Non sono gli unici esempi: il genere Hibbertia attribuito ad un gruppo di piante dell’emisfero australe, trae il suo nome da George Hibbert (1757-1837) ricchissimo mercante inglese che doveva la sua fortuna alla tratta degli schiavi.
All’interno del mondo dei tassonomisti biologici, strani personaggi che si occupano della classificazione gerarchica dei viventi, ferve il dibattito tra coloro che vorrebbero sostituire tali epiteti tristemente evocativi e coloro che ritengono l’idea un inopportuno revisionismo storico, oggi peraltro molto di moda.
Il consesso dei botanici è più possibilista sulla necessità di sostituzione nomenclaturale, mentre gli zoologi sono più conservatori, ritenendo che si debba preservare la stabilità della nomenclatura. Vi sono, però, anche i burloni che nel 2017 hanno chiamato Neopalpa donaldtrumpi una falena con scaglie biondo chiare sulla testa e genitali piccoli.
L’aspetto più inquietante e non scientifico della vicenda è un altro: pare che da alcuni anni i neonazisti di mezzo mondo siano disposti a pagare migliaia di euro per avere un esemplare di Anophtalmus hitleri, rischiando di portare all’estinzione il raro coleottero cacciandolo nelle grotte slovene e rubandolo dai musei; notizia riferita dal giornalista Rodrigo Perez Ortega su “Science”. Avrei idea di creare una sottospecie dell’umanità per questi
imbecilli che denominerei Homo sapiens decerebratus.
Una recente attribuzione spetta ad una piccola rana scoperta nel 2022 a Panama da un gruppo internazionale di ricercatori che hanno denominato il piccolo simpatico anfibio dai grandi occhi neri Pristimantis gretathunbergae in onore della famosa attivista svedese.

Come commentare la questione? Penso che, come tutte le attività umane, anche la tassonomia sia soggetta allo spirito dei tempi, Zeitgeist direbbero i tedeschi, quindi mi attendo novelle attribuzioni celebrative di putridi personaggi che affollano il nostro mondo, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Diego Marra