L’inceneritore di Cavaglià minaccia la biodiversità e peculiarità delle zone umide del Lago di Viverone, del Lago di Bertignano e degli stagni di Roppolo
Il 2 febbraio, è la giornata mondiale per la protezione delle zone umide. Nel nostro territorio ci sono molti SIC e Zone Speciali di Conservazione di interesse comunitario appartenenti alla Rete Natura 2000 (ad esempio i Laghi d’Ivrea, lo stagno di Settimo Rottaro, la garzaia di Carisio, la Bessa, La Valsessera, la Baraggia) ma nella giornata di oggi vorremmo che si ponesse la dovuta attenzione sull’aree del Lago di Viverone, del Lago di Bertignano e degli stagni di Roppolo.
Su queste aree, in particolare, grava la minaccia di una nuova pressione antropica, la realizzazione di un impianto per l’incenerimento di rifiuti a Cavaglià, il cui progetto è in fase di Valutazione Impatto Ambientale presso la Provincia di Biella.
Le associazioni ambientaliste sottolineano l’importanza della difesa della biodiversità e delle peculiarità di queste zone umide, soprattutto per il loro ruolo nella mitigazione locale degli effetti dei cambiamenti climatici.
L’Anfiteatro Morenico, la Serra d’Ivrea e il basso Biellese sono aree importanti dal punto di vista naturalistico per molte ragioni, non ultima la presenza delle zone umide sopra richiamate.
La Giornata Mondiale delle Zone Umide si celebra per ricordare la firma, avvenuta nel 1971, della Convenzione di Ramsar sulle zone umide di importanza internazionale.
La Convenzione di Ramsar è lo strumento che fornisce ai 170 Paesi firmatari le Linee Guida per la conservazione e l’uso razionale di queste aree e delle loro risorse, ed è l’unico trattato internazionale sull’ambiente che si occupa di questi particolari ecosistemi che, oltre ad accogliere e conservare una ricca diversità biologica di piante, uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati, garantiscono ingenti risorse di acqua e cibo e altri servizi ecosistemici, svolgendo una funzione fondamentale nella mitigazione dei cambiamenti climatici.
Non solo è prioritario incrementare il numero e la dimensione delle zone umide, ma è necessario salvaguardare le aree esistenti da ulteriori pressioni. Nel nostro caso salvaguardare le aree umide di Viverone, Bertignano e Roppolo dalle emissioni del proposto, e molto prossimo, termovalorizzatore di Cavaglià.
Il Polo Tecnologico di A2A per il trattamento dei rifiuti non è molto distante dalle tre aree umide e i due SIC/ZPS, poco più di 5 km dal Lago di Viverone e meno di 5 km dallo stagno di Pioglio. Il Polo Tecnologico è ubicato in Valledora, un’area già ampiamente sfruttata e degradata per via dell’elevata concentrazione di cave, discariche e impianti tecnologici, ove si sono già riscontrati gravi danni ambientali e paesaggistici.
A questo già critico contesto A2A, la Life company lombarda, intende aggiungere un inceneritore per rifiuti speciali non pericolosi. Aveva appena ritirato, nel settembre scorso, un progetto per bruciare rifiuti speciali non pericolosi, compresi quelli provenienti dal ciclo dei RSU, e ne ha ripresentato un altro a fine dicembre, praticamente una fotocopia del precedente, modificando minimamente la localizzazione, escludendo la provenienza di rifiuti speciali dal ciclo dei RSU ma permanendo nelle stesse previsioni dimensionali: 280.000 tonnellate di rifiuti annui in ingresso: un mega impianto.
“Ci stiamo preparando per leggere bene la proposta e presentare le nostre osservazioni” dichiara Alba Riva del Movimento Valledora “ma non possiamo non far notare, nella giornata mondiale delle zone umide, che le normative Regionali anche più recenti nel merito dell’individuazione dei siti dove insediare tali impianti, ha un approccio decisamente cautelativo rispetto a aree a forte valenza ecologica e naturale come quella di Bertignano e Viverone, per di più riconosciute come Siti di Interesse Comunitario”.
La siccità, la carenza di acqua e lo sfruttamento dell’uomo stanno già mettendo a dura prova la flora e la fauna dell’area, che presenta caratteristiche e peculiarità uniche come la presenza del rospo in via di estinzione Pelobate fosco, non ci pare proprio il caso di costruire un inceneritore a così poca distanza.
Legambiente Circolo Tavo Burat
Legambiente Circolo Dora Baltea
Movimento Valledora
Associazione Semi di Serra
Movimento Lento