Riforma del trasporto pubblico locale (coinvolgendo le aziende del territorio), ripresa del progetto pedibus per la scuola Nigra e ipotesi di zone 30 km/h. Ambrosio (CGIL Ivrea) torna a chiedere un TPL elettrico e rilancia: “sperimentiamo la gratuità del servizio per 3 anni”
I lavori per l’elettrificazione della ferrovia sono cominciati. Lunedì 11 marzo in piazza Perrone è stato aperto il primo cantiere, lunedì 18 marzo via Riva verrà chiusa al traffico ed entro la prossima settimana dovrebbe avere inizio la sperimentazione del doppio senso di marcia in corso Garibaldi.
Martedì 19 marzo l’amministrazione comunale terrà un incontro di aggiornamento sul cantiere di piazza Perrone (ore 18 presso il polo universitario Officine H) durante il quale il sindaco Chiantore e l’assessore Comotto illustreranno insieme ad un rappresentante della ditta esecutrice dei lavori (la Luigi Notari Spa) le fasi operative del cantiere. Sindaco e assessore proveranno a delineare con l’azienda il cronoprogramma dei cantieri, ma serpeggia il timore che i lavori effettivi di spostamento della fogna, acquedotto, gas, elettricità possano essere posticipati verso maggio e che il restringimento ad una corsia di corso Cavour potrebbe slittare al dopo carnevale del prossimo anno.
L’allungamento dei tempi, se non altro, offre all’amministrazione eporediese la possibilità di mettere in campo vecchie e nuove strategie per rendere Ivrea meno trafficata, nella consapevolezza che solo la riduzione del numero di auto potrà scrivere la parola fine agli ingorghi mattutini e pomeridiani.
Per non lasciare nulla al caso la giunta si servirà di un Mobility Manager, una figura professionale già impiegata in passato dal Comune d’Ivrea per studiare meglio i flussi di traffico e le esigenze legate al trasporto pubblico locale (TPL).
Il lavoro da fare è enorme: tra le informazioni che il Comune sta raccogliendo per mappare la viabilità eporediese spunta il sorprendente dato da cui emerge che circa ¼ degli automobilisti di Ivrea percorre in città mediamente solo 1,2 km al giorno in auto. Alcuni esempi pratici per capire di cosa si sta parlando: dal quartiere San Giovanni al mercato d’Ivrea intercorrono 3 km; dal mercato d’Ivrea alla stazione ferroviaria 1,7km; da piazza I Maggio (Bellavista) all’Ospedale circa 5km. Ciò significa che circa ¼ delle automobili in circolazione viene usata per spostamenti inferiori a questi tragitti.
Riforma TPL, pedibus, zone 30 km/h: le prime misure per ripensare la mobilità
Prendendo per buono questo dato è evidente che il modo migliore per alleggerire il traffico automobilistico è ripensare strutturalmente il Trasporto Pubblico Locale, martoriato da anni, costantemente ridimensionato e attenzionato dai comuni per lo più per coprire le corse mattutine degli studenti. Ivrea, in qualità di comune capofila della conurbazione eporediese, si era trovata a fine anno a dover fare i conti con i costi dell’extra-canone (il “di più” che l’Agenzia della Mobilità non copre e che cambia di anno in anno sulla base dell’aumento della benzina, delle materie prime, dell’inflazione…) e aveva tentato di salvare “capra e cavoli” concordando con i comuni del territorio l’eliminazione di alcune corse doppie o del sabato e ottenendo la sperimentazione di una nuova corsa “turistica” Unesco-5 laghi tra i mesi di giugno e settembre.
Superata questa “prima fase” di contenimento dei danni (perché tagliare è pur sempre un danno, anche se la si chiama razionalizzazione), l’assessore Fresc e la giunta eporediese si starebbero approntando ad affrontare una “seconda fase” di rilancio. È in corso, infatti, un dialogo aperto con le aziende del Polo Industriale di San Bernardo e quelle del Bioparco di Colleretto Giacosa, nonché con quelle più commerciali in Corso Massimo d’Azeglio e corso Vercelli per capire meglio le esigenze di entrata e uscita dei lavoratori. Dai primi contatti sarebbe emersa la disponibilità di alcune imprese a contribuire economicamente a questo progetto di riforma del trasporto pubblico locale. In che termini non è ancora dato sapere, ma è positivo che sia stato intavolato un dialogo che abbia come fine l’impiego di risorse private a beneficio della collettività.
Mercoledì 20 marzo l’assessore Fresc e il sindaco Chiantore incontreranno i responsabili dell’Agenzia per la Mobilità piemontese e dopo quella data si saprà qualcosa di più certo sulle migliorie ipotizzate.
Il 6 marzo è inoltre ripartito il Pedibus della Scuola Primaria Nigra, con l’obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile sin dai primi anni di scuola. Dopo la ripresa del Bicibus (lo scorso novembre) l’amministrazione eporediese di concerto con familiari dei bambini e volontari delle associazioni del territorio ha predisposto tre percorsi di accompagnamento per tutti gli scolari della scuola elementare Nigra di Ivrea, un’iniziativa che coinvolge adulti e bambini e che si prefigge non solo di ridurre l’utilizzo del mezzo privato, ma di favorire altresì la socialità ed educare i più piccoli alle regole civili e di sicurezza fondamentali per diventare domani pedoni consapevoli.
Tra le novità va menzionato anche il progetto di inserire Ivrea tra le città italiane che stanno sperimentando l’istituzione delle zone 30km/h. La sperimentazione dovrebbe interessare il centro storico e i quartieri di Bellavista e San Giovanni, ma non è ancora chiaro se e quando questi limiti verranno imposti, né quali reali benefici porteranno. I quartieri interessati sono, infatti, scarsamente trafficati e a ridosso del centro storico già oggi è pressoché impossibile raggiungere i 50 km/h (a causa del traffico).
Autobus elettrici e sperimentazione del servizio di trasporto gratuito per tre anni: spunta la proposta della CGIL d’Ivrea
All’elenco delle iniziative messe in campo dall’amministrazione comunale si aggiunge, infine, la proposta che la CGIL eporediese ha lanciato a inizio marzo. «Parliamo di un territorio che sta subendo profondi disagi in termini di viabilità e mobilità» racconta Gianni Ambrosio, responsabile sindacale della Filt CGIL locale; «dobbiamo fare tutto il possibile per fare in modo che le persone tornino a usare i mezzi pubblici». Come? «Rendere il servizio gratuito rappresenterebbe una seria politica di compensazione ai disagi dovuti ai cantieri e aiuterebbe significativamente quelle famiglie che in questi anni hanno visto diminuire le loro possibilità economiche a causa dell’inflazione. Senza contare i vantaggi che avremmo in termini di qualità dell’aria che respiriamo se meno persone utilizzassero la propria macchina».
Andrea Bertolino