Ivrea non intende tacere. Lettera dell’Amministrazione eporediese al Governo per la Palestina

La Città di Ivrea scrive nuovamente a Mattarella, Meloni e Tajani chiedendo una netta ed inequivocabile condanna pubblica verso le politiche del governo israeliano, l’imposizione di sanzioni, il riconoscimento dello Stato di Palestina nei confini del 1967.  “Il silenzio equivale a complicità”, così termina la lettera.

Dopo la prima lettera del 5 maggio che richiedeva il riconoscimento dello Stato di Palestina e la sospensione degli accordi con Israele, l’Amministrazione Comunale di Ivrea torna a scrivere al Presidente della Repubblica, alla Presidente del Consiglio e al Ministro degli Esteri esprimendo forte preoccupazione per la popolazione civile palestinese, avanzando precise denunce e puntuali richieste.

La nuova lettera è stata fortemente voluta e sollecitata anche dal Presidio per la Pace di Ivrea, per il progredire dello sterminio genocidiario a Gaza e per la crescente preoccupazione per le condizioni di vita degli abitanti di Beit Ummar, città gemella di Ivrea in Cisgiordania.

Come in tutta la Cisgiordania, si susseguono quotidianamente violenti e continui attacchi da parte dei militari israeliani. Alcuni componenti del Presidio Pace ricevono agghiaccianti notizie da Beit Ummar: la situazione è drammatica, raddoppiano i raid nelle case dei palestinesi ad opera dei militari israeliani (esercito e coloni), incendi e stradicamenti nei frutteti, confische illeggitime di auto, telefoni …, attacchi con proiettili veri e di gomma, lancio di lacrimogeni e granate assordanti, arresti amministrativi, check point insuperabili dove avvengono violenze, umiliazioni.

Per tutto questo l’intervento dell’Amministrazione eporediese è significativo e importante. Cresce il numero di Comuni che prendono posizione pubblica contro il genocidio in atto a Gaza e contro le politiche di apartheid e aggressione in Cisgiordania. Spesso sollecitati dalla popolazione attiva, altre volte per diretta e propria volontà, i Comuni — che sono il pezzo di Stato più vicino ai cittadini — svolgono un ruolo importante nel far arrivare le istanze di pace e giustizia dei territori a chi governa. Alcune municipalità sono frenate dal colore della propria maggioranza, e non solo quando sono di centro-destra, mentre l’amministrazione comunale di Ivrea ha saputo ribadire con fermezza la sua condanna politica ed umana all’escalation di violenze a Gaza e in Cisgiordania e alla continua e grave violazione dei diritti umani fondamentali.

Nella lettera della Città di Ivrea è chiara l’accusa al governo italiano di immobilità di fronte al compimento di un genocidio sotto gli occhi di tutti. “Mentre a livello internazionale molti Stati europei si sono espressi in modo chiaro, il nostro Governo continua a rimanere in un imbarazzante silenzio — si legge, e ancora  — Riteniamo che sia giunto il momento di agire in modo deciso e responsabile (…) superando le esitazioni dettate da timori di disturbare equilibri internazionli o di compromettere realazioni alleate.

L’amministrazione comunale eporediese si rivolge anche al popolo israeliano e alla comunità ebraica internazionale: “E’ tempo che il popolo israeliano e, in generale, la comunità ebraica in tutto il mondo, faccia sentire la propria voce, ponendo termine alle azioni del governo Netanyahu. (…) Siamo profondamente colpiti e sconcertati nel vedere, oggi, associare il popolo israeliano e la comunità ebraica in generale, dopo tutto ciò che ha subito pochi decenni fa, a condotte che stanno portanto alla fame un altro popolo, causando la morte di stenti di migliaia di bambini innocenti

La Città di Ivrea ribadisce dunque:

  • la solidarietà al popolo palestinese della Cisgiordania e della Striscia di Gaza
  • la ferma condanna delle violazioni dei diritti umani perpretate dal governo israeliano
  • l’impegno a rafforzare il legame con Beit Ummar

e nel farlo chiede al Governo:

  • di esprimere una condanna pubblica, netta e inequivocabile verso le politiche del governo di Netanyahu
  • di attivarsi presso le sedi internazionali e dell’Unione Europea per l’imposizione di sanzioni contro il governo israeliano
  • di riconoscere lo Stato di Palestina nei confini del 1967, come passo fondamentale per una pace giusta, duratura e fondata sul reciproco riconoscimento dei due popoli.

La lettera termina con una frase netta: “Di fronte alla tragedia in corso, il silenzio equivale a complicità. Ivrea non intende tacere.

a cura di Cadigia Perini