Fiori, spumante, coriandoli, lacrime. L’esame orale è diventato una vera e propria cerimonia alla quale partecipa tutta la famiglia in gran spolvero.
Il bagno più vicino è inagibile: i lavandini sono pieni di fiori che attendono l’ora fatale, quella in cui la pargola uscirà vincitrice dall’aula della prova orale.
Le mamme ci sono sempre, anche se a volte si accontentano di un angolo di muro dietro al quale versare lacrime d’attesa manco fosse in sala operatoria: “mio figlio preferisce che aspetti fuori”. Altre volte ci sono tutti: amici, certo, ma poi parenti e amici dei parenti, tutti commossi con vere lacrime.
Ma quando lo studente o la studente esce, scroscia un applauso fragoroso, e poi urla, e grida di giubilo, e ancora lacrime, figlio mio quanto sei stato bravo, figlia mia vieni qui da papà.
E mentre le bottiglie giacciono via via vuote e appiccicose abbandonate in ogni cantone, fuori qualcuno lancia ancora coriandoli a forma di cuore oppure di piccole graziose banconote, come a dire ora le strade del successo sono tue.
Altri improvvisano una intervista casareccia con tanto di video, da riguardare e far circolare in rete: eri emozionata, come ti vedi ora, senti di averli stracciati, li hai stupiti… E quelli – i maschi spesso tappati da damerini camicia bianca pantaloni neri, le femmine più aduse all’eleganza, gli uni e le altre quasi sempre in abiti nuovi acquistati per l’occasione – rispondono che sì, si sentono grandi e sono pronti a partire per la vita. Grazie mamma grazie papà (e zia e nonno…).
Tutto normale?
A quei vecchi della generazione boomer, ma anche X e perfino Y – quelli che all’esame avevano gli amici e al massimo una sorella – fa un po’ ribrezzo pensare a mammina e papino che ti porgono i fiori con le lacrime agli occhi manco avessi vinto il premio Strega.
Però è così (ormai, si direbbe).
Ci giura Antonella, una che per mestiere la scuola tenta di tenerla pulita, che tutto ciò è cominciato dopo il Covid: “prima i genitori a volte venivano, ma tranquilli, e senza fiori, figuriamoci lo spumante!”. Ora se non hai i parenti e i fiori e lo spumante sei strano e un po’ sfigato, uno che non ha nessuno a strillare per lui, un niente.
Ed ecco che tutta la cerimonia, anche quando sembri posticcia e appiccicosa, s’ha da rispettare.
Ci sono eccezioni?
Per ora sì: gli stranieri, di solito, oppure chi è molto molto determinato, quelli che “la scuola è affar mio”. Ma opporsi è difficile, rinunciare a coccole e mortaretti è duro, il rischio è isolarsi risultare respingenti.
Intanto, il bello di questa storia è che i mercanti di fiori si fanno ricchi, nei giorni della Maturità, alzando il prezzo della merce quel tanto che è possibile nella legge della domanda e dell’offerta.
La lezione, almeno loro, l’hanno imparata.
sire