Martedì 14 si è tenuto l’atteso incontro fra la nuova giunta e la cittadinanza sui lavori per l’elettrificazione della linea ferroviaria. Nulla è cambiato per la galleria di Ivrea rispetto al progetto presentato nel marzo scorso (salvo la riduzione dell’innalzamento), i lavori si faranno.
Sala piena il 14 novembre al Polo Formativo Officine H a Ivrea, al tavolo il sindaco Matteo Chiantore, l’assessore Francesco Comotto e l’ingegnere Luca Bassani di Rfi che avevamo già conosciuto nell’incontro del 14 marzo scorso quando a guidare il comune c’era la giunta di centro-destra del sindaco Sertoli.
All’ingresso erano presenti attivisti di Unione Popolare che hanno distribuito un volantino per ribadire la loro contrarietà ai lavori per allargare la galleria esistendo delle alternative.
L’incontro era atteso da tempo dalla cittadinanza. Dopo la vittoria della coalizione che sosteneva il sindaco Chiantore c’era l’aspettativa di poter percorrere strade alternative all’innalzamento della galleria sotto via Riva e quindi ad un cantiere in pieno centro per molti mesi. Infatti fin dal 2022 componenti dell’attuale giunta erano fortemente critici sull’ampliamento della galleria “scavare sotto Ivrea senza sapere che cosa c’è là sotto e senza una indagine geognostica.” e poi la preoccupazione “per gli scavi in un punto sensibile della città, per la stabilità di cosa c’è sopra, a cominciare dall’ospedale”. E come non ricordare poi che il tema dell’alternativa agli scavi, cioè l’adozione di mezzi bimodali, è stato al centro della campagna elettorale del sindaco Chiantore e dalla coalizione che lo sosteneva?
Un incontro atteso, ma non l’incontro atteso
Purtroppo l’incontro di martedì scorso, come ormai sospettavano tutti, non è stato quello che la maggior parte della cittadinanza si attendeva: nulla è cambiato rispetto all’incontro del 14 marzo scorso (salvo la riduzione da 1 metro a 58 cm dell’innalzamento della galleria) e soprattutto è stato chiaro che tutto era già deciso e non nella direzione auspicata dalla popolazione, non solo eporediese. Per quanto riguarda la galleria non vi è più nessuna rivendicazione per l’uso di treni bimodali, con buona pace di chi abita a ridosso dei futuri cantieri, ed è fortemente preoccupato per la solidità degli edifici, e di chi transita quotidianamente per Ivrea e si troverà in un collo di bottiglia che rallenterà ancor di più un traffico già congestionato. Si sapeva che il cambio di progetto per adottare mezzi a batteria non era facile e per realizzarlo fosse necessario far pressione almeno sulla Regione Piemonte, che da par suo ha dimostrato alcuna volontà politica ad investire per Ivrea. Quali passi sono stati fatti verso la Regione è stato chiesto in sala, ma non c’è stata risposta. Nessuna risposta neanche sull’indagine geognostica. E’ stata fatta? E se sì, con quali esiti?
Allo stesso modo non è stata considerata la richiesta di uno studio di fattibilità per l’abbassamento della galleria fatta in sala dall’ing. Emilio Torri e sostenuta da molti altri in sala. Richiesta liquidata con un “non è possibile per i vincoli idrogeologici e perché il tratto dalla stazione alla galleria non permette una adeguata pendenza”. Non è una richiesta peregrina, nulla va (andava) lasciato di intentato per scongiurare mesi di caos con tante incognite sulle conseguenze dei lavori.
Una platea molto critica quindi nel vedere che tutto cambia ma di fatto tutto resta uguale. Molto preoccupato l’intervento di Gianni Ambrosio della Cgil, nonché autista GTT e quindi come categoria molto coinvolto nelle restrizioni della circolazione, comprensibilmente molto preoccupate le sorelle Rodda che abitano nella casa che fa angolo fra via Riva e corso Cavour, preoccupato chiunque vive e attraversa la nostra città. Alcuni interventi hanno sostenuto la bontà dell’elettrificazione, ma in realtà nessuno ha messo in dubbio il valore dell’elettrificazione della linea nella speranza che questa possa migliorare la vita di pendolari studenti e lavoratori, però a tratti nella serata è stata confusa l’opposizione all’innalzamento della galleria con il rifiuto dell’elettrificazione, mai invece messa in discussione.
Il progetto in pillole, le compensazioni e le incognite
Il progetto di elettrificazione del tratto di linea ferroviaria tra Ivrea ed Aosta è di 66 km. Il valore dell’intero appalto è di circa 79 milioni di euro, finanziati anche con i fondi del PNRR (ergo si potevano fare investimenti extra Pnrr ad esempio per acquistare i mezzi bimodali). Il progetto include anche alcune opere parallele come la realizzazione di tre nuove sottostazioni elettriche a Donnas, Chatillon ed Aosta, che alimenteranno i treni, alcuni sotto e sovra passi in altre stazioni per adeguamenti agli standard di accessibilità, l’abbassamento della cosiddetta linea del ferro all’uscita della galleria a Montalto.
A Ivrea verranno collocati due cantieri “di supporto”, uno dietro la stazione ferroviaria e l’altro nel parcheggio di fronte al Meeting Point, dichiarato “praticamente sempre vuoto”.
E veniamo alla galleria. I lavori, come già noto, inizieranno dopo il Carnevale 2024, ma non si sa quanto dureranno, perché, informa l’ing. Bassani, il consorzio di imprese (Impresa Luigi Notari, capofila, S.I.F.E.L., Costruzioni Linee Ferroviarie, CLF e Rete Costruzioni Ferroviarie) non ha ancora presentato il cronoprogramma. Quindi l’ipotesi di durata dei lavori di otto mesi era – appunto – solo una ipotesi. L’appaltatore si è impegnato a presentare il cronoprogramma per la fine di novembre il che vuol dire – viene spiegato – che sapremo quanto dureranno i cantieri non prima di gennaio.
I lavori procederanno per passi successivi. Il primo sarà lo scavo nella parte alta di via Riva per iniziare lo spostamento delle linee del gas, acqua, elettricità, fognatura, in questa fase la via sarà chiusa. Il secondo intervento sarà lo scavo all’imbocco di via Riva con il cantiere che andrà ad occupare mezza piazza Perrone e un tratto della corsia di sinistra di via Cavour, con conseguente marcia su una sola corsia per quel tratto. Il terzo intervento sarà lo sbancamento del marciapiede sopra la galleria per il lavoro di innalzamento vero e proprio che occuperà la corsia di destra di corso Cavour, la circolazione avverrà quindi nella sola corsia di sinistra. Il rialzo della strada è stato ridotto dall’iniziale metro a 58 cm e quello del marciapiede, ora più alto del livello stradale, di 40 per aver il camminamento e la strada sullo stesso livello.
Ci voleva probabilmente più coraggio anche nelle compensazioni. E’ stato chiesto lo studio di fattibilità del raddoppio selettivo della tratta Ivrea-Chivasso (vero punto di svolta per il miglioramento del servizio), la messa in sicurezza del tratto di marciapiede sul lungo Dora sopra i locali dell’ex-tipografia e la ristrutturazione di uno dei due edifici dell’ex-Valcalcino per uso ricettivo, probabilmente un ostello.
L’impatto dell’elettrificazione
Per quanto riguarda gli impatti per l’elettrificazione della tratta arriveranno a Ivrea da Aosta 45 pullman e altrettanti andranno ad Aosta. I pullman da Aosta arriveranno da via Jervis con fermata dietro la pensilina degli autobus di linea, per poi tornare per via Di Vittorio e quindi sulla provinciale 69 di Lessolo, spiega l’assessore Comotto. Non sarà una passeggiata, si tratta di una strada di normale larghezza, con ampio transito di mezzi agricoli, che si stringe tra Baio Dora e Borgofranco e arriva ad un incrocio critico, dopo il passaggio a livello, con la SS26. Questi pullman sostitutivi, ovviamente necessari, anche se non attraverseranno Ivrea, creeranno dunque e comunque un certo traffico a Ivrea e nel circondario.
Riassumendo il 3 gennaio partiranno i lavori per l’elettrificazione che termineranno nel dicembre 2026. Dopo l’edizione 2024 del Carnevale inizieranno i lavori per l’innalzamento della galleria sotto via Riva, questi non si sa quanto dureranno. E’ mancata la volontà politica di sostenere “fino ad incatenarsi” (l’iperbole non è della scrivente) l’opzione treni a batteria presso la Regione Piemonte che ha mostrato considerevole disinteresse per Ivrea, sia quando a governarla c’erano partiti “amici” sia, a maggior ragione, con un’amministrazione a guida Pd. Neanche le elezioni regionali del 2024 portano il centro-destra a strizzare l’occhio al territorio, anzi l’assessore regionale ai trasporti Marco Gabusi ha risposto picche all’interrogazione del Pd che richiedeva l’inserimento di Ivrea nel Servizio Ferroviaria Metropolitano, affermando che prima viene Biella. E han poco da prendersela con Gabusi in casa Pd, infatti questa Regione l’hanno governata appena prima di Cirio con il presidente Chiamparino, ma di raddoppio selettivo e ingresso nel Sfm per Ivrea non c’è traccia.
Cadigia Perini