Nuovo ospedale di Ivrea: si scelga la soluzione migliore per il territorio e non per gli interessi privati.
Bene, se finalmente si potrà realizzare il nuovo ospedale per il Canavese eporediese che aspettiamo da vent’anni.
Bene che siano state identificate due possibili aree dove collocare la nuova struttura sanitaria.
Bene ad un ospedale plurisede con Cuorgné e Castellamonte invece di una “Città della salute 2” con la chiusura di tutto il resto.
Male se attorno a quest’opera si svilupperanno, come sempre accade attorno alle grandi opere, movimenti di interesse e speculazione.
E infine molto male se si pensa di poter finanziare l’opera utilizzando anche il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES).
“Il Mes non serve a salvare gli Stati ma a sottoporli a una sorta di amministrazione controllata attraverso le famigerate “condizionalità” da parte di un organismo tecnocratico estraneo all’ordinamento dell’Unione. Il Mes, derivante da un accordo intergovernativo, è estraneo all’ordinamento dell’Unione, e questa riforma rafforza il suo ruolo rispetto agli organismi comunitari, aumentando ulteriormente il carattere tecnocratico della gestione dell’Unione.” Scrivono economisti e giuristi in un appello contro l’approvazione della riforma del Mes che come Rifondazione Comunista condividiamo.
Il Governo che ha già destinato 140 milioni per la realizzazione di un ospedale nell’ASL TO4, come dichiarato dall’assessore regionale alla sanità Icardi, deve percorrere altre vie per rimettere in piedi la sanità pubblica territoriale e ospedaliera.
Una via che già altri paesi europei hanno intrapreso e che come Rifondazione Comunista sosteniamo da anni è quella dell’istituzione di una patrimoniale sulle grandi ricchezze. Basta un’imposizione ininfluente per i possessori di questi ingenti patrimoni per produrre un gettito importante. Come Rifondazione Comunista proponiamo una tassa progressiva sui patrimoni al di sopra di un milione di euro, che parta dallo 0,5 o anche meno, e arrivi, come tetto massimo al 5%. Non parliamo di una tassa che colpisce il ceto medio o chi ha lavorato una vita intera per avere una casa. Secondo Oxfam il 5% degli italiani possiede il 41% della ricchezza nazionale e il 60% più povero della popolazione solo il 13%. Dire no alla patrimoniale sulle grandi ricchezze è una scelta contro le classi medie e basse, e a favore dei milionari e miliardari dei paese.
Un altro campo dal quale recuperare importanti risorse è quello della spesa militare. Convertire una piccola parte della spesa militare italiana arrivata a oltre i 26 miliardi annui (72 milioni al giorno) e destinata a raggiungere i 100 milioni al giorno in base agli impegni presi nella Nato, produrrebbe enormi risorse per i settori pubblici in grande difficoltà (già prima della pandemia), come sanità, scuola, trasporti.
Ma prima che al nuovo ospedale la Regione e i Comuni devono adoperarsi per rafforzare il sistema pubblico colpito trasversalmente da anni di tagli e gestione di tipo aziendale. Si cominci dal rispetto del piano assunzioni del personale sanitario e della sua valorizzazione e dagli interventi sulle strutture sanitarie esistenti, non ultimo l’ospedale di Ivrea che attende interventi urgenti, nonché al rilancio dei servizi territoriali.
Circolo di Ivrea del Partito della Rifondazione Comunista