Sulla vicenda del PRG la maggioranza si ricompatta e vota unita per mandare avanti l’iter; contrarie le opposizioni che hanno chiesto al sindaco e alla giunta di non forzarne l’approvazione. Netto il giudizio di PD, M5S e Viviamo Ivrea: «il più importante documento di quest’amministrazione è tecnicamente ben fatto, ma lacunoso su alcuni temi decisivi per il futuro d’Ivrea (ospedale e viabilità, in primis) e privo di un’anima politica»
Il progetto preliminare della variante strutturale di Piano Regolatore è stata definitivamente approvata mercoledì 18 gennaio nel consiglio comunale interamente dedicato al tema. Niente mozioni, niente interpellanze, nessun altro punto all’ordine del giorno. Le premesse per poter affrontare una discussione politica articolata, franca e sincera su quello che è indubbiamente il documento politico più importante di un Comune c’erano tutte. Da un lato una maggioranza stanca, con evidenti segni di cedimento e rotture interne e che avrebbe potuto giocare qualche tiro mancino alla giunta e al sindaco o, almeno, avanzare qualche critica nella speranza di ottenere visibilità pubblica in vista della campagna elettorale. Dall’altro lato la minoranza che aveva già annunciato battaglia, ritenendo profondamente sbagliato il tentativo di forzare l’approvazione di un documento così importante che quasi certamente verrà ereditato da una giunta diversa. I presupposti per un consiglio comunale acceso c’erano tutti, ma dopo sole quattro ore (di cui un’ora e mezza di presentazione da parte dell’assessore Cafarelli e dell’architetto Gian Carlo Paglia, dello studio Paglia di Agliè a cui il Comune si è rivolto dopo la rottura con lo studio Boeri) la variante veniva approvata dalla maggioranza compatta (sindaco e vicesindaco compresi) senza che alcun consigliere di maggioranza replicasse alle osservazioni giunte dai banchi della minoranza (salvo leggere qualche foglio con dichiarazioni apparentemente non scritte di proprio pugno).
Dallo studio Boeri allo studio Paglia: cos’è stato cambiato?
Nel 2017 il bando per il piano regolatore di Ivrea è stato vinto dallo Studio Boeri di Milano e nella primavera 2020 lo stato d’arte del progetto ruotava attorno alcuni pilastri di fondo: intraprendere un percorso di rigenerazione urbana, limitando il più possibile il consumo di suolo e recuperare immobili sfitti o in condizioni di degrado e identificare cinque aree definite “strategiche” sulle quali intervenire e su cui focalizzare buona parte dell’attenzione: Area ex Montefibre (o Polo della Mobilità), Area Edifici Pubblici (dove sono situati gli uffici comunali in via Cardinal Fietta), Polo della Canoa (il complesso fra via Dora Baltea 1 e lo Stadio della Canoa), Lago di Città-Risalita al Centro storico e Polo Culturale e, infine, Polo Sportivo (area ex Varzi).
Poco o nulla veniva detto della zona Unesco e nel marasma generale non erano mancate idee bizzarre, come l’ipotesi di rendere gli edifici comunali di via Cardinal Fietta un Polo dell’Istruzione (salvo poi fare marcia indietro e rendersi conto che le scuole della città erano situate altrove).
Una prima valutazione negativa da parte della Regione Piemonte e le difficoltà di comprensione reciproche crescenti tra l’amministrazione Sertoli e lo studio lombardo portarono alla chiusura consensuale del contratto (costato, parrebbe, 120mila euro). Il Comune d’Ivrea decise così di seguire personalmente il progetto, avvalendosi della consulenza e del lavoro dello studio Paglia di Agliè a partire dal luglio 2021, arrivando a elaborare più di mille pagine di documenti e 38 tavole illustrative e cartografiche.
Rigenerazione urbana e contenimento del consumo di suolo restano i principali aspetti del piano, con particolare riguardo per la tutela del sistema agricolo ed ecologico del territorio. Viene mantenuto il progetto di Traforo di Monte Navale ed è stato ridimensionato il progetto “peduncolo” (la strada che dal terzo ponte avrebbe dovuto tagliare i campi e finire su corso Vercelli, all’altezza delle carceri) trasformato in un “mini-peduncolo” da far passare parallelo al naviglio d’Ivrea.
L’architetto Paglia ha infine insistito molto sul lavoro svolto per recepire e integrare all’interno del PRG i tre Piani Sovracomunali: il Piano Paesaggistico Regionale, il Piano Territoriale Regionale e il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino (PTC2).
Ultima novità da segnalare: si prevede che Ivrea crescerà non più di 6000 unità (come ipotizzava il vecchio PRG), ma di soli 2500 abitanti. Una stima certo ridimensionata, ma che comunque stride con la realtà se si considera che a giungo 2022 l’Istat ha rilevato 22.958 residenti contro i 23.380 del 2019.
PD, M5S e Viviamo Ivrea compatte: “il documento è tecnicamente valido, ma politicamente insufficiente. Fermatevi, c’è ancora tempo”
Le opposizioni hanno tentato con ogni mezzo argomentativo di convincere la maggioranza e il sindaco a fermarsi dall’approvare frettolosamente questa variante, poiché le osservazioni che potranno ancora pervenire da parte di cittadini, imprese e associazioni, potranno sì modificare alcuni aspetti minimi del piano, ma senza poter operare significativi cambiamenti.
Il primo a prendere la parola è stato il consigliere Perinetti (PD), centrando da subito alcuni nervi scoperti della variante: «Che Ivrea vogliamo per i prossimi anni? Che Ivrea propone l’amministrazione con questo documento? L’unico fatto nuovo di questi anni è il riconoscimento Unesco e abbiamo (avete) il dovere di cogliere questo riconoscimento. Ci aspettavamo maggior attenzione su questa vena della città, praticamente inconsistente all’interno del piano. Altro grande elemento di forza della città è il ruolo dei servizi e anche in questo caso avete annacquato questa vocazione, inserendola in uno dei 10 punti strategici senza conferirgli valore e risalto». Perinetti ha poi attaccato il sindaco riguardato la totale assenza del nuovo progetto di ospedale eporediese: «Avete deliberatamente rinunciato a indicare un’area specifica per il nuovo ospedale e questa è una grave mancanza». Sertoli ha provato a difendersi dicendo: «le assicuro che i contatti con la Regione e con l’ufficio dell’assessore Icardi sono continui e quotidiani per posizionare l’ospedale. Stiamo facendo più del massimo per portare a termine il progetto». Immediata e netta la risposta: «certo, lei potrà continuare ad avere rapporti quotidiani, ma ce l’ha anche il sindaco di Alessandria, quello di Chieri e quelli di altre città. Carta canta, signor sindaco, mentre le amministrazioni passano». «Infine – ha poi aggiunto Perinetti – riteniamo che si sarebbe dovuto condividere il piano con i comuni vicini. Oggi Ivrea è isolata e questa è un’altra debolezza politica. Riteniamo che sia un piano ben fatto da un punto di vista tecnico e burocratico, ma senza un’anima politica».
A partire da queste considerazioni ha poi rincarato la dose il consigliere Comotto (Viviamo Ivrea): «In questo piano regolatore non c’è una visione politica. Avremmo potuto puntare sulla transizione ecologica, nonché sulla questione energetica, ma nulla di questo è stato inserito. L’area Montefibre era nata come area di attività produttiva. Si è fatto il punto per capire cos’è rimasto e capire cosa si è insediato?». Il consigliere Comotto non ha poi risparmiato parole di critica per l’assessore Cafarelli: «a inizio serata lei ha detto che ritiene un atteggiamento “irresponsabile” far perdere tempo alla città non approvando adesso il PRG. Bene, non lo accetto, non accetto sentirmi dire che siamo irresponsabili perché chiediamo di non approvare la variante a fine mandato. Irresponsabile è vincolare con questa forzatura la nuova amministrazione che verrà».
Dello stesso tenore le dichiarazioni del consigliere Fresc (M5S): «A nostro modo di vedere il percorso non è stato sufficientemente partecipato ed è stata insufficiente la collaborazione con i gruppi di minoranza. Sul centro storico trovo che la questione sia stata affrontata con troppa leggerezza e non affronti il degrado in quell’area della città. Non si parla inoltre della nuova biblioteca, non si parla dell’ex tribunale, della Sala Cupola, di cosa fare con questi luoghi. L’ex centro culturale La Serra? Anche lì occorreva fare delle considerazioni per definire cosa fare o poter fare. Diamo un giudizio positivo sull’elaborato grafico e tecnico della variante, ma negativo per quanto riguarda il giudizio politico, per questo voteremo contro».
Come si spiega l’evidente forzatura di Sertoli e della sua giunta?
Durante la serata Cafarelli e Sertoli hanno più volte tentato di giustificare l’accelerata che intendono dare all’iter della variante, adducendo giustificazioni discutibili e contraddittorie. Ma perché forzare l’approvazione di un documento “debole”, senz’anima politica e rinunciando a inserire la collocazione del nuovo ospedale a pochi mesi dalla scadenza elettorale? L’accusa facile d’incompetenza potrebbe calzare, visti gli “scivoloni” cui è stata protagonista la giunta Sertoli più volte durante la sua legislatura (il caso Zac è emblematico sotto questo aspetto, ma senza andare troppo indietro si veda il caso dell’abuso edilizio dell’area canottieri affrontato durante l’ultimo consiglio comunale, argomento poi frettolosamente ritirato), ma il fatto stesso che il piano sia stato seguito da professionisti del territorio e dall’ufficio tecnico del comune d’Ivrea lascia immaginare che Sertoli e Cafarelli siano perfettamente al corrente del fatto che questa approvazione dà il via ad un cronoprogramma serrato che terminerà solo con l’insediamento di una nuova amministrazione.
Forse, allora, potrà apparire verosimile il fatto che approvare una variante di così basso profilo politico possa avere il duplice obiettivo di non far saltare la maggioranza (e gli sforzi di costruire una coalizione a destra, ben sapendo che sull’ospedale Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia avevano pareri discordanti sull’ubicazione) e al contempo tentare di portare a casa un minimo risultato da parte della giunta Sertoli, che non può vantare una serie di “medagliette d’onore” all’infuori di Ivrea Capitale del Libro. O forse, ancora, subodorando la possibilità di perdere il controllo della città con le elezioni di maggio (le recenti dichiarazioni del segretario provinciale di Fratelli d’Italia Fabrizio Bertot sono, nel merito, indicative dell’aria che tira a destra*) Sertoli e la maggioranza potrebbero aver voluto “blindare” la variante il più possibile per evitare che potesse diventare occasione di promesse elettorali.
Andrea Bertolino
*Sul giornale LaVoce, il 9 gennaio Bertot ha dichiarato: «I dati delle ultime elezioni politiche – commenta – ci dicono che con i voti dei partiti del centrodestra non andiamo da nessuna parte. Ci dicono che perdiamo. Ci dicono che c’è una scontentezza di sottofondo che fa riferimento all’Amministrazione comunale o all’attuale sindaco…».