Scompare un altro protagonista del territorio: il compagno Giuseppe Laini

L’ultimo saluto, in Forma Civile, domattina [mercoledì 10 aprile alle ore 9 ] nella sua casa di Romano Canavese, in via Valle 16.

Nel giro di pochi mesi, dopo Luigi Bettazzi e Giovanni Maggia, il nostro territorio perde un altro protagonista: il comunista Giuseppe Laini.
Un protagonista senza cariche importanti, perché è stato sì sindaco di Romano Canavese per molti anni (in un paese, all’epoca storicamente democristiano, che è anche del cardinale Tarcisio Bertone) tanto da essere rimasto per sempre “IL sindaco di Romano”, ma ciò che lo connotava era il riconoscere in lui un vero e autentico compagno.
E non solo, ovviamente, nel senso letterale di «colui che mangia il pane con un altro» (sperimentato da tanti, compreso chi scrive, nei lunghi viaggi – indimenticabili quando c’era anche lui – per partecipare a manifestazioni nazionali per la pace o la giustizia sociale), ma nel senso più pieno, esteso e coerente del termine.
Non sarà un caso che si chiami “Gruppo Coerenza” l’associazione attraverso la quale Laini, con la comunità di Romano Canavese, ha realizzato diverse iniziative di solidarietà in Brasile (il “Centros de educação infantil Romano Canavese” a Petrópolis, il sostegno e gli incontri anche nel nostro territorio con i “meninos da rua” e il gruppo “Pé no Chao” – Piedi per terra – di Recife).
E prima ancora la condivisione e solidarietà con le popolazioni dell’Irpinia colpite dal terremoto del 1980, che viene ricordato in queste ore con un post dalla comunità di Ricigliano (il comune sul quale si concentrò l’aiuto della comunità eporediese).
Operaio e sindacalista della Fiom, Beppe è stato per decenni un riferimento fondamentale per i giovani che arrivavano da varie parti d’Italia all’Olivetti, un esempio di coerenza e una capacità di vicinanza con gli ultimi che venivano avvertiti e mai esibiti. Grande e lunga la sua amicizia con Bettazzi e il comune impegno per la pace.
Incredibili le sue amicizie e frequentazioni con personaggi di portata mondiale: la premio Nobel per la Pace Rigoberta Menchú (accompagnata in fabbrica a Scarmagno durante l’occupazione prima della chiusura e poi divenuta cittadina onoraria di Ivrea), Lula (attuale presidente del Brasile), Waldemar Boff (grande educatore popolare brasiliano) e il fratello Leonardo Boff (teologo della liberazione divenuto cittadino onorario di Romano nel 1992). Conoscenze personali che ci facevano dire, per scherzare, che Beppe Laini era “il nostro Gianni Minà” (salvo poi scoprire, proprio in queste ore, che anche Minà è passato da casa Laini).
La comunità eporediese con la scomparsa di Beppe Laini perde un protagonista della sua storia civile e sociale. Quanti lottano contro le ingiustizie e le guerre perdono un importante punto di riferimento, ma chi ha avuto la fortuna di conoscerlo sa che cercare di seguire il suo esempio è la cosa giusta da fare.

ƒrancesco zaccagnini

Tanti i ricordi che si susseguono in queste ore. Qui quello dal Brasile di Jocimar del Gruppo Pé no Chão
e “Ricordando Beppe, sotto il ciliegio” di Miriam Salussolia

Di seguito quelli di Silvio Conte e dell’ANPI di Ivrea.

Giuseppe Laini vive!
“Sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo”. Questa frase di Ernesto Guevara per descrivere la dote più importante di un rivoluzionario racconta semplicemente la vita di Giuseppe Laini.
Per questo motivo Giuseppe è stato anche un maestro di strada di Recife, un menino da rua delle sterminate favelas di quella città brasiliana: perché li aveva conosciuti attraverso il Pé no chao. Aveva sentito le loro sofferenze, ma aveva condiviso anche le loro speranze. La “turma” del Pé no chao rimane coi “piedi per terra” sui suoi marciapiedi di periferia a lottare per un futuro migliore, ancora insieme con Giuseppe, perché ha catturato la sua grande anima, e non le permetterà di lasciare questo mondo, la porterà con sé nelle sue infinite battaglie.
Perché i grandi spiriti, come quello del suo amico fraterno Luigi Bettazzi, una volta che si sono incarnati nei potenti ideali della giustizia, rimarranno fra i giusti a confortarli. Per questo dobbiamo dire: Giuseppe Laini vive!
Silvio Conte
che grazie a Laini ha conosciuto il lavoro di strada del Pé no chao.

 

Ciao Beppe
Ci ha lasciati Giuseppe Laini, che fu ed è una figura di riferimento imprescindibile per tutti coloro che hanno a cuore la libertà e la giustizia.
Fu un cattolico-comunista autenticamente solidarista: applicò sempre il principio di anteporre gli altri a sé stesso.
Si spese molto come sindacalista in fabbrica.
Lo ricordiamo come Sindaco di Romano e soprattutto come capo del gruppo che da Ivrea andò a soccorrere le popolazioni dell’Irpinia colpite dal terremoto, nel 1980. Grazie a lui il paese di Ricigliano, completamente distrutto, risorse a nuova vita. Instancabile coordinatore e guida, seppe gestire i soccorsi nel momento più tragico ed anche dopo, durante la ricostruzione. Con lui ci sentivamo sicuri, invincibili nel riorganizzare la vita del paese.
Gestì anche un matrimonio e fece poi da padrino al bambino che ne nacque. Ancora adesso Ricigliano è grata a Beppe.
Il quale andava spesso in Sudamerica, mescolandosi alla gente del posto, tagliando canna da zucchero, e si dice che avesse un accesso diretto a Fidel Castro.
Di quelle frequentazioni resta ancor oggi una testimonianza nell’intitolazione della Scuola di Romano, dedicata a Monsignor Oscar Romero, nel periodo in cui fu Sindaco.
Seppe affrontare gravi vicissitudini in famiglia senza mai lasciarsi andare allo sconforto, o almeno, lo superava con l’impegno civile.
Una figura da imitare nella vita quotidiana.
Il suo sguardo non era limitato dall’anfiteatro morenico, ma si allargava all’anfiteatro del mondo intero.
Ogni anno era il primo ad iscriversi all’Anpi. Lo ricordiamo con commozione l’anno scorso a Lace, alla Festa del 25 Aprile. Si sentiva stanco, ci diceva: “Voi fate tante cose, e io non riesco a fare più niente!” No, caro Beppe, perché tutta la tua vita è stata un fare continuo, e il tuo esempio ci spinge tutti.
Giuseppe Laini fu tutto questo, ma molto di più: fu un compagno, un amico che non dimenticheremo mai.
Un grande, commosso abbraccio a Maresa e a tutta la famiglia.
Mario Beiletti, Ivan Pescarin, Corrado De Lise con tutto il Direttivo e gli Iscritti all’Anpi di Ivrea e Basso Canavese