Qualche piccolo aggiornamento sul Geoparco dell’AMI

Tra i comuni interpellati ci sono quelli che hanno già aderito, alcuni aspettano il dopo-elezioni e altri devono ancora decidersi

 

L’8 marzo di quest’anno è stato presentato al pubblico il progetto di istituzione del Geoparco dell’Ami, l’iniziativa con la quale diverse associazioni del territorio con l’Università di Torino vorrebbero dar vita ad un parco di natura geologica avente lo scopo non solo di preservare e tutelare le bellezze e le unicità dell’anfiteatro merenico, bensì anche quello di cooperare per la realizzazione di un geo-turismo in grado di restituire vitalità, anche economica, all’intero territorio. AMI
A partire dalla fine di marzo sono state inviate le richieste di adesione formale ai vari comuni dell’anfiteatro, ma sino a questo momento solo i comuni di Carema e Agliè hanno aderito ufficialmente all’iniziativa tramite delibera di Consiglio Comunale.
In via del tutto informale, invece, Franco Gianotti, professore dell’Università di Torino nonché promotore del progetto, è riuscito ad ottenere un’approvazione da parte dei comuni di Tavagnasco, Settimo Vittone, Montalto Dora, Borgofranco d’Ivrea e Strambinello, i quali dovrebbero ufficializzare il tutto appena possibile. Bollengo e Albiano, invece, starebbero aspettando il rinnovo dei rispettivi consigli, non si sa ancora se per esprimersi in favore o contro.
La risposta da parte dei comuni della basse valle si è dimostrata forte e chiara, mentre fatica ad emergere un’opinione in merito da parte di quelli dell’AMI collinare. Anche la città d’Ivrea pare non aver ancora preso una posizione definitiva: nonostante sia stato espresso un giudizio “per lo più positivo” sulla proposta del Geoparco ancora non è stato ufficializzato alcunchè. L’auspicio è che il comune d’Ivrea riesca, verso settembre, ad arrivare ad una decisione, per altro fondamentale e in grado di sbloccare e indirizzare i comuni più “incerti” e meno convinti dell’importanza del progetto.
I primi firmatari dell’iniziativa, inoltre, stanno cercando di coinvolgere anche le scuole, affinchè la proposta possa beneficiare di un aiuto “giovane” e non rimanga un dialogo tra “soliti noti”.
La voglia di allargare la partecipazione e di far si che il progetto venga vissuto dal basso non manca e per alimentare questa circolo virtuoso non solo sono già stati organizzati diversi incontri (si pensi ai tre giorni de “La luna e la morena”), ma se ne prospettano anche altri all’orizzonte.

Andrea Bertolino | 07/06/2016