Sabato 1° dicembre, dalle ore 14.30 alle 19.00 si terrà il Convegno sull’Immigrazione. Interverranno amministratori locali, operatori sociali, imprenditori, cooperative, cittadini migranti e autocnoni. Saranno inoltre presente il parlamentare europeo Daniele Viotti e l’Assessora regionale all’immigrazione Monica Cerutti
Le migrazioni sono grandi movimenti di energia, di gioventù, di aspirazioni e speranze, che si muovono con le gambe di uomini e donne. Parlare di migrazioni vuol tuttavia dire parlare anche di accoglienza e inclusione e proprio su queste tematiche verterà il Convegno sull’Immigrazione del 1° dicembre organizzato dall’Osservatorio Migranti, consorzio Cissac e consorzio In.Re.Te. presso il polo Formativo delle Officine H a Ivrea.
La domanda che gli organizzatori si pongono è: “Ivrea città industriale del XX secolo e il canavese sapranno essere territori di percorsi di inclusione anche nel XXI secolo?“.
Durante la giornata di sabato 1° dicembre si cercherà di dare una risposta a questo interrogativo e lo si farà a partire dalle ore 14.30 fino alle 19.00 con interventi di amministratori locali, operatori sociali, imprenditori, cooperative, cittadini migranti e autoctoni che riflettono e propongono idee per la costruzione di sistemi di sviluppo delle competenze, di accompagnamento alla autonomia, di sostegno alla imprenditorialità a beneficio di persone e territorio.
Sullo SPRAR, l’Osservatorio Migranti lancia una proposta: “Difendiamo e allarghiamo l’azione degli Sprar, apriamo a tutte le persone che sono nella condizione di bisogno e a rischio emarginazione“.
Durante la giornata interverranno anche il parlamentare europeo Daniele Viotti presentatore dell’emendamento per consentire ai Comuni l’accesso diretto ai fondi UE per accoglienza Sprar e parteciperà ai lavori l’Assessora all’immigrazione della Regione Piemonte Monica Cerutti.
L’Osservatorio Migranti: “Vi spieghiamo il perché di questo convegno”
L’Osservatorio Migranti (per la per la difesa dei diritti e delle potenzialità dei richiedenti asilo e protezione) da tre anni opera perché l’accoglienza delle persone richiedenti protezione non si limiti ad una accoglienza che soddisfi i bisogni primari, ma si proponga l’obiettivo di una piena partecipazione di queste persone alla vita della comunità e, con ciò, aiuti i migranti a realizzare il loro progetto migratorio che coinvolge anche le persone che hanno lasciato, in attesa, nei Paesi di origine.
L’attività dell’Osservatorio si pone in continuità con una esperienza che è iniziata vent’anni fa con l’accoglienza, nel 1999, dei profughi dal Kosovo.
Ivrea è infatti stato uno dei circa cento Comuni partecipanti a quella esperienza poi evoluta nel PNA (Programma Nazionale Asilo) del 2001 e nello SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) dal 2002.
Dal 2001 anche Chiesanuova, nella Valle Sacra, partecipa a questa esperienza che allora vedeva attivi 4 Comuni piemontesi sui 1008 totali (Torino, Alice Belcolle e i nostri due canavesani)
Il nostro territorio è caratterizzato, come molti altri, e più ancora di altri da un progressivo invecchiamento e calo demografico che, in modo combinato, ne possono gravemente pregiudicare il futuro dal punto di vista economica e sociale.
Attività di inclusione, accrescimento professionale, stimolazione alla imprenditorialità, rimessa in movimento di patrimoni immobiliari oggi spesso sottoutilizzati o inutilizzati, sono azioni urgenti e utili tanto agli autoctoni che agli immigrati.
Il recente riconoscimento Unesco rappresenta una tappa, un passaggio, non un arrivo.
Occorre evitare che si pensi a Ivrea futura come un luogo da visitare e basta: c’è molto da mostrare e da vedere, è vero; ma se non vogliamo diventare un luogo dei ricordi e della nostalgia è altro quello che deve nascere.
Nella storia industriale Olivetti rappresenta qualcosa di quasi unico perché tutto era orientato alla crescita della persona nella sua interezza.
La persona può essere lavoratore, genitore, figlio, consumatore, contribuente, … cittadino.
Sempre e inevitabilmente è persona con un’aspirazione e un destino di crescita.
A questa crescita era orientato il “Sistema Olivetti”.
Gli edifici, le fabbriche, le case, le sedi di servizi sono “prodotti” di quell’Idea al pari delle macchine per scrivere, per calcolare, per programmare, anch’esse belle e funzionali.
Prodotti di una impresa, di un imprenditore di idee, come recita una pubblicazione delle Edizioni di Comunità (Franco Ferrarotti – una testimonianza su Adriano Olivetti – Un imprenditore di idee)
Ora a noi pare che fermarci a mostrare i “prodotti” sia come guardare il dito e dimenticare la luna che viene indicata.
Saremo felici se molte persone vorranno venire a vedere questo piccolo borgo che ha, anche nella vicinanze, tante altre cose belle da mostrare.
Ma perché non tornare al sogno già sognato?
Il sogno che divenne realtà fu quello di accrescere le conoscenze, e non solo professionali, delle persone.
Il simbolo di quella concezione fu il CFM Centro Formazione per Meccanici che diede cultura a centinaia di giovani; e non era solo un centro di formazione professionale: basterebbe ricordare il nome di un insegnante per capire che era molto di più. Il nome di Ferdinando Prat: un educatore.
Anche oggi arrivano giovani a Ivrea, da anni arrivano.
Oggi non sono più chiamati da una grande azienda.
Arrivano spinti dalla speranza di una vita migliore, per sé, e per quelli che hanno lasciato in Africa o in Asia.
Perché, allora, non pensare a Ivrea (e anche al territorio) come alla città della crescita umana, dell’educazione, della formazione professionale di queste persone che sono risorse disconosciute, avvilite e sprecate come, troppo spesso, sono i migranti richiedenti protezione?
Arrivano con speranze, attese, disponibilità e hanno lasciato al “paese” persone che attendono aiuti.
Oggi non c’è la grande azienda che li ha chiamati e che offre formazione, crescita e lavoro; oggi occorre che altri offrano formazione e crescita professionale e che metta a disposizione risorse inutilizzate di cui, evidentemente non sappiamo cosa farcene: e saranno poi loro a inventarsi il lavoro!
Il nuovo CFM dovrebbe cambiare solo il significato della “M” non solo più Centro Formazione per Meccanici, ma Centro Formazione Migranti (meccanici, infermieri, agricoltori, pastori, allevatori, informatici, imprenditori, cooperatori, …)
E non sarebbe occasione di lavoro anche per chi vive da sempre qui?
Ivrea può candidarsi a questo? A che si spendano qui, in formazione e accrescimento del capitale umano, fondi italiani e dell’UE oggi destinati invece a mortificare speranze e disponibilità.
E’ possibile proporre una riflessione a Enti locali, associazioni datoriali e sindacali, della cooperazione, Università, agenzie formative e…?
Ma non saremo certo noi a chiudere la porta a chi non è migrante.
E’ possibile “aprire” l’esperienza che per comodità definiremo dello SPRAR a tutte le persone a rischio di emarginazione e povertà?
Che si chiami Reddito di Inclusione (in vigore da un anno) o Reddito di Cittadinanza (in programma dell’attuale governo) il vero traguardo dovrebbe essere l’uscita dallo stato di bisogno-povertà-rischio.
Altrimenti è assistenzialismo atrofizzante.
L’esperienza di vent’anni nell’accompagnamento all’inclusione dei migranti, può essere utile per la costruzione, finalmente anche nel nostro Paese, di un sistema universale di accrescimento del capitale umano e professionale, per la ricerca di attività, di lavoro, autonomia…
Ivrea, il Canavese, il Piemonte, possono candidarsi a costruire questo fondamentale strumento di Stato Sociale?
Non abbiamo mai chiesto a nessuno a quale fede religiosa credesse
In quale partito militasse
O da quale regione d’Italia egli e la sua famiglia provenissero
Adriano Olivetti 24.12.1955
Osservatorio Migranti
persone e associazioni per la difesa dei diritti
e delle potenzialità dei richiedenti asilo e protezione