Comunichiamo che il previsto flash mob previsto per la sera del 16 marzo, davanti al teatro Giacosa con conferenza stampa che avrebbe spiegato nei dettagli il perché della fine del Open Papyrus Jazz Festival non si terrà. Comunicato stampa
Questo perché quando abbiamo saputo la cifra che viene spesa per il concerto di Alice, e quella per Mogol non si può che prendere atto della precisa scelta politica di far finire la cultura in questa città, a favore dell’intrattenimento.
Sono scelte, legittime che poco o nulla hanno a che fare con la cultura, non andrebbe nemmeno spiegato.
Ma regalare, con soldi pubblici, perché va detto i biglietti sono omaggi distribuiti a tappeto a chiunque, e questo in periodo di elezioni non solo non ha rapporti con la cultura ma crediamo che è perlomeno “discutibile” e manca di rispetto a tanti cittadini che hanno ancora un idea etica del denaro pubblico.
Noi abbiamo capito che la deriva era ormai senza speranza il giorno dell’inaugurazione delle statue di Mitoraj, che sia chiaro è artista di statura mondiale, e portare quelle statue ad Ivrea è comunque cosa importante.
Ma c’è un però… una presentazione in Sala S.Marta, con dj di radio Montecarlo con cappello sulle ventitre, con rappresentanti di curia, di forze dell’ordine…sembrava di essere in una puntata di Don Matteo.
Poi tutti in colonna come la sagra del santo patrono verso piazza Ottinetti, perché si doveva “fare il video” come ad un matrimonio.
Il fondo si è toccato in piazza, con due palchetti vicini uno che distribuiva prosecco e l’altro con pianista e tenore che eseguivano arie verdiane, come fosse un dj set, e i musicisti nemmeno presentati.
Poi taglio di nastro, che “sembra” abbia avuto infiniti preparativi nel pomeriggio, comprandone diversi perché il colore doveva intonarsi al vestito dell’amministratore di turno.
Non ricordiamo nella nostra vita eporediese un simile imbarazzo, nemmeno una proloco vola cosi basso, con tutto il massimo rispetto per le proloco che anche qui va detto, non hanno ambizioni di fare “cultura, e come comprare caviale e champagne e poi apparecchiare con tovaglie di carta…
Quel pomeriggio le risatine si sprecavano, eppure un silenzio assoluto di fronte a quella situazione imbarazzante per la città che rivendica di esser figlia di Adriano, la “città dell’uomo” è cosa che non può non destare un certo stupore, ed anche un po’ di vergogna. Perchè quelle statue, finito il buffet sono rimaste abbandonate alle arrampicate di bambini senza un briciolo di promozione.
Il silenzio di fronte a quella situazione che definire grottesca non è sufficiente.
Quindi a che serve un ulteriore “battaglia” cercando di parlare di cultura a questa città?
Un dibattito sulla cultura servirebbe, ma dalla fine dell’Olivetti questa è città di conquista, si chiamano personaggi di vario tipo, scarti di una Torino che li ha bocciati… a “pensare” progetti.
E questi furbi trafficanti, una volta compreso chi sono i loro interlocutori gli vendono le cose più imbarazzanti, e a prezzi triplicati concedendogli di non trattarli per quello che sono, barotti da paese che non distinguerebbero Beethoven da una Volswagen.
Sarebbe già tanto che se ne potesse parlare, che una riflessione toccasse le persone ancora pensanti di questo territorio, perché vogliamo credere che visto tutti gli attestati di solidarietà che abbiamo avuto esistono e si vergognano di come questa città è stata morsa a sangue nella sua storia.
Il problema non è il jazz, la danza, la cultura, il problema è riconquistare una dignità.
Ivrea Jazz Club