Non si sa quale sia la motivazione, ma ormai girano voci sempre più insistenti che danno quasi certo il rientro della commessa Aria-Regione Lombardia in Comdata, per non meglio specificati contrasti fra il committente e Digid.
Dal primo dicembre scorso le diverse commesse di Aria, la società in house della Regione Lombardia, sono passate da Comdata a Digid Group, un raggruppamento di imprese che lavorano per la Pubblica Amministrazione. Il passaggio ha tenuto banco sui media perché la Digid ha deciso di non applicare la clausola sociale, pur se prevista per legge e dal contratto nazionale delle telecomunicazioni, lasciando senza lavoro 25 operatori a Ivrea. Di fronte alla chiusura totale di Digid a ripensare alla sua decisione, le organizzazioni sindacali a novembre proclamarono sciopero ad oltranza, ma indifferente la Digid è andata avanti con i suoi progetti. Il caso in realtà meritava una mobilitazione generale di Comdata, anche perché a Ivrea erano già stati bruciati posti di lavoro (65) solo pochi mesi prima per colpa della mancata applicazione della clausola sociale da parte di Inps. «Si è creata una frammentazione delle lotte in questi sette anni di FIS – denuncia una lavoratrice – i sindacati hanno fatto sempre e solo scioperare i lavoratori coinvolti nella commessa colpita, togliendo forza allo sciopero e creando l’idea nel lavoratore che “se taccio e non sciopero mi tengono buono in questa commessa che non è impattata”. Mentre questa è una mera illusione perché oggi puoi essere in Wind e domani in Eni, dopodomani in Vodafone, Comdata può spostare a suo piacimento e senza preavviso, quindi nessuno è sicuro di conservare il lavoro». Infatti lo sciopero del solo settore colpito, pur se durato giorni, non ha impedito che dal primo dicembre la commessa Aria passasse da Comdata a Digit (è rimasto in Comdata solo il settore che si occupa dei bolli auto che per le notizie che hanno i lavoratori dovrebbe passare in Digid dal 15 gennaio).
Aria torna in Comdata?
In questi giorni fonti non ufficiali riportano che al 90% tutta la commessa Aria potrebbe tornare in Comdata. La Regione Lombardia starebbe pensando ad una proroga del contratto e per poi rifare la gara di appalto. Si parla infatti di revoca dell’appalto all’assegnataria Digid, le ragioni non sono note, sembra per problemi di rapporti fra l’ente pubblico lombardo e il raggruppamento di imprese.
Naturalmente se Comdata forse potrà presto gioire, i lavoratori Digid che avrebbero dovuto prendere il testimone piangeranno. E’ questo il brutale mondo dei call center dove la coperta è quella, anzi spesso la tagliano (es. passando dal servizio di assistenza con le persone a quello con chatbot, i risponditori automatici), e se si tira per coprire una parte un’altra parte rimane scoperta. Di fatto il lavoratore di un call center vive in una condizione di precarietà perenne.
Ad ogni modo, guardando solo al nostro territorio, la notizia potrebbe essere buona, anche se temporanea (fino a nuovo bando).
Intanto l’anno nuovo ha portato nuovo Fis
Dal 1 gennaio è partito l’ennesimo contratto di solidarietà di un anno nella sede di Ivrea di Comdata. Coinvolge potenzialmente fino ad un massimo di 579 lavoratori con una riduzione di orario del 38%. Ma chi viene messo in Fis? La sensazione è che il perimetro sia per alcuni versi indefinibile, di sicuro colpisce i lavoratori che non sono entrati in Inps e che l’azienda non ha ancora ricollocato (nonostante gli impegni), e poi al momento anche gli ex-operatori Aria, ma non mancheranno anche lavoratori magari ritenuti poco efficienti dall’azienda. Quale controllo c’è sulle collocazioni in “solidarietà”?
Qualcosa nella formazione finalizzata alla ricollocazione sembra però stia ripartendo. L‘azienda ha infatti comunicato che il 22 gennaio partirà il piano di ricollocazione e riqualificazione con diversi corsi per reinserire gli operatori in altre commesse (per Eni i corsi partono lunedì 15). Anche questo è il mondo dei call center, si viene spostati da una commessa all’altra a volte ben formati altre allo sbaraglio e soprattutto senza una pianificazione lavoro-formazione almeno di medio-termine. Su questo aspetto si sono espresse le Rsu: «come RSU ribadiamo che sulla sede di Ivrea è troppo tempo che il lavoro non è stabile e puntualmente dobbiamo prendere atto di aggiustamenti in corsa a causa dei cali di volume/spostamenti di commessa verso altre sedi. Ribadiamo all’azienda che, l’utilizzo dell’ennesimo ammortizzatore sociale, dovrà servire per una stabilizzazione seria della nostra sede.»
Clima gelido
Non sappiamo se Aria rientrerà in Comdata a Ivrea, di sicuro nei giorni scorsi, l’aria negli uffici era gelida. Nel senso fisico del termine: martedì scorso il lavoratori hanno avuto la sorpresa del riscaldamento spento. Chi poteva, perché ne aveva i mezzi e soprattutto se impegnato su una commessa che lo permetteva, è passato allo smart working da casa. Chi era costretto in sede ha indossato cappotto e guanti e ha resistito fino a quando possibile. Per tornare a casa hanno dovuto però prendere permessi o ferie, come fosse un’assenza imputabile ai lavoratori, nessun permesso retribuito o recupero dell’orario è stato concesso (è stato chiesto dalle Rsu?). Il giorno dopo stesso film. Si parla di guasto alla caldaia, ma in realtà pare che ci sia stato un problema di mancato rifornimento di gasolio. Bollette non pagate? Cattiva organizzazione di chi gestisce il servizio? Non si sa, comunque dopo due giorni polari e qualche ora di permesso consumata, è tornata la giusta temperatura e avanti cuffia in testa verso nuove avventure. Peccato che non siamo in un video-gioco, ma nella cruda realtà del lavoro.
Cadigia Perini