Medici indagati, giornali e progetti bloccati, Consiglio Comunale in carcere azzoppato, inizia male il 2025 della casa Circondariale di Ivrea
Mentre continuano le polemiche sulla chiusura forzata del giornale la Fenice ad opera della Direzione, è stata diffusa la notizia della fine delle indagini della Procura sulla morte di Andrea Pagani, detenuto e redattore della Fenice, il 4 gennaio 2024, indagini nate proprio dalle proteste dei compagni di redazione della Fenice (vedi articolo).
Il Pubblico Ministero ha ipotizzato il reato di omicidio colposo per tre medici del carcere, che nell’arco di una settimana avevano visitato il paziente senza rilevarne la gravità della patologia e la necessità di un ricovero in ospedale, come richiesto anche ufficialmente dal Pagani stesso. Ora il giudice dovrà decidere se inviarli a processo.
Dalle problematiche legate alla sanità in carcere a quelle sulle attività all’interno della struttura eporediese il quadro comunque non cambia molto e a patirne le conseguenze sono coloro che ci convivono tutti i giorni, detenuti e agenti. Oltre al blocco della redazione della Fenice vi è anche la difficile situazione dell’altro e più longevo giornale del carcere di Ivrea, l’Alba, prodotto dalla Associazione Volontari Penitenziari Tino Beiletti, che a sua volta ha visto la stampa del suo ultimo numero bloccata dalla Direzione per contenuti ritenuti non pubblicabili. Possibile che dopo 24 anni di pubblicazioni i redattori volontari dell’Alba non sappiano più cosa sia consentito dare alle stampe?
In una sezione della Casa Circondariale un altro progetto aveva portato alla realizzazione dello spettacolo “Della mia anima ne farò un’isola”, lettura scenica dopo un laboratorio di lettura del testo Fine pena ora del magistrato Elvio Fassone, cui avrebbe dovuto seguire un podcast e un video sempre ad opera dei detenuti della sezione. Dopo il successo dello spettacolo, replicato anche fuori dal carcere, e la realizzazione del podcast, il cammino si è però inceppato perché il video, già realizzato, è stato anche questo bloccato e la sua diffusione impedita, senza poterne approfondire le motivazioni e ipotizzare eventuali modifiche da apportare per poterlo finalmente diffondere.
In questo clima di progressiva chiusura cade la convocazione all’interno del carcere di un Consiglio Comunale, come deciso a maggioranza dall’assise consiliare con frequenza annuale. L’obiettivo dell’amministrazione Comunale è quello di aprirsi all’ascolto dei problemi della Casa Circondariale sita sul territorio di Ivrea e avvicinare quindi i due mondi, esterno e interno, che tendono a rimanere separati senza dialogo.
Anche questo Consiglio Comunale, che si terrà il 26 febbraio, è già fonte di polemica visto che alcuni esponenti della minoranza, i consiglieri Cantoni e Garino, hanno già annunciato il loro disaccordo e la non partecipazione, accodandosi al nuovo corso della destra al governo che sembra considerare l’attenzione al carcere un orpello da eliminare.
Riguardo alla sospensione della attività della Fenice, a fine gennaio la redazione di Varieventuali, del quale La Fenice è supplemento, ha nuovamente richiesto un incontro alla Direttrice della casa Circondariale per capire almeno i motivi della decisione di chiusura e, comunque, per concordare i termini della “rivisitazione della Convenzione” richiesta dalla Direzione.
Varieventuali annuncia comunque di voler continuare a mantenere aperto l’inserto La Fenice “ospitando articoli e interventi riguardanti le condizioni di detenzione e le relazioni della struttura penitenziaria col territorio. Una funzione che riteniamo comunque utile, sia perché la Casa Circondariale di Ivrea fa parte a pieno titolo della comunità locale, sia per favorire le possibilità di reinserimento sociale delle persone ristrette.
Siamo interessati a riavviare un confronto sul comune obbiettivo di sviluppare quelle diverse attività riassunte nella definizione “funzione rieducativa”, tanto più quest’anno in cui ricorre il 50° anniversario dell’approvazione dell’Ordinamento Penitenziario, un’occasione per riflettere su presente e futuro della pena in Italia.”
Forse è troppo facile parafrasare Bob Dylan ma per ora the answer is blowind in the wind.
F.C.