Di ritorno da Milano, 27 aprile 2024
Dove trovare il coraggio di confrontarsi
con la grandezza di coloro che ci hanno regalato
la Repubblica, la Costituzione
ed il nostro tempo, in cambio del loro?
Dove trovare l’intelligenza di capire
le sfide del presente
e la capacità collettiva
di dare risposte adeguate?
Dove trovare l’onestà intellettuale
per confessare alle nuove generazioni
che siamo stati noi a rubare il loro futuro,
e non sappiamo nemmeno dove lo abbiamo buttato?
Spero solo
che non ci perdonino mai per questo furto,
che ci assolverebbe anche se rei provati
e rare volte confessi.
Dove trovare la forza interiore
per contrapporre alla feroce miopia della società
la gentilezza del nostro agire,
con lo sguardo su un più lontano orizzonte?
Come fare a resistere, oggi?
E, una volta capito,
cosa facciamo per contrastare il fascismo
in maniera attiva?
Come reagire quando per queste domande
veniamo attaccati, derisi,
o, peggio, considerati ingenui e colpevoli,
come se sognare fosse un reato?
Quando veniamo trattati da persone
alle quali si può concedere al massimo un compatimento
da parte di chi corre a gran velocità contro il precipizio
e dice a noi, sorpassandoci, di stare attenti?
Il venticinqueaprileduemilaventiquattro
da porta Venezia, per il corso Matteotti, al Duomo,
abbiamo fatto camminare le nostre
con altre duecentomila gambe.
E’ una di quelle giornate che ricorderemo
quando altre domande sorgeranno,
e ritroveremo il piacere di averla vissuta
con persone con le quali merita lottare insieme.
Con uomini e donne
con cui liberiamo i nostri corpi desideranti.
Di vivere fra eguali
in un modo senza guerre.
Luciano Guala