Il concetto di famiglia tra giustizia e politica, in un convegno a Ivrea

“La forza dell’amore di una famiglia tra giustizia, comunità e politica: figlia di due mamme”, questo il titolo del convegno svoltosi a Ivrea per affrontare la questione dei figli di coppie omogenitoriali.

Mercoledì 23 ottobre a Ivrea, presso il Polo Formativo Universitario, si è parlato di nuovi modelli famigliari. Il tema trattato è quello delle coppie omogenitoriali femminili, ispirandosi alla storia di Benedetta e Mariaines, due mamme che, dopo un percorso lungo e complesso, hanno ottenuto, anche per la mamma intenzionale, il riconoscimento ufficiale anagrafico da parte del Comune di Ivrea.
La vicenda ha costituito il punto di partenza per riflessioni più ampie sui diritti delle famiglie omogenitoriali, tra dimensione giuridica e sociale, nel corso del convegno “La forza dell’amore di una famiglia tra giustizia, comunità e politica: figlia di due mamme”, organizzato dal Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Ivrea, con il patrocinio della Città di Ivrea e del Polo Formativo Universitario locale.
Diversi gli interventi di rilievo. Benedetta e Mariaines (le due mamme) hanno condiviso la loro esperienza personale, raccontato le sfide affrontate, i progressi ottenuti, le difficoltà incontrate, e quelle superate; non hanno taciuto su quelle in cui ancora potrebbero imbattersi, e che sono, al momento, uno scenario possibile stando all’attuale assetto normativo e giurisprudenziale.
Hanno reso una testimonianza lucida e coinvolgente, consapevoli che la loro vicenda, come quella di molte altre donne nella loro situazione, merita una legge che le regolamenti al pari di qualsiasi altra coppia.
Il coinvolgimento della comunità civile, il tam tam mediatico dopo il post di Mariaines all’iniziale rifiuto del Comune di Ivrea a riconoscerla ufficialmente quale madre della figlia fortemente voluta, e la petizione promossa da questo giornale, hanno svolto un ruolo fondamentale in questa storia.


L’Assessora alle pari opportunità del Comune di Ivrea, Gabriella Colosso, ha affrontato il tema della pluralità dei modelli familiari, sottolineando come la politica non possa ignorare tali realtà. Ha raccontato il ruolo del Comune nel riconoscimento della madre intenzionale, avvenuto a fine agosto, a seguito di una mozione approvata dal Consiglio comunale e di un impegno del Sindaco alla individuazione di una soluzione legalmente compatibile che potesse consentire l’accoglimento della richiesta della madre. La soluzione è stata trovata a seguito del deposito della richiesta di adozione in casi particolari proposta al Tribunale per i Minorenni. “Laddove c’è la volontà – ha sostenuto Colosso – si possono percorrere strade compatibili con la disciplina normativa che siano in grado di accogliere le legittime istanze dei cittadini“.
Sara Moiso, avvocata per i diritti LGBTQIA+ e socia della Rete Lenford, ha evidenziato come l’amore possa generare diritti e ha discusso il concetto di famiglia in rapporto a giustizia e politica. Ha spiegato le iniziative giudiziarie che ha intrapreso a tutela delle mamme e della loro figlia, accennando le opzioni del caso concreto e, più in generale, quelle di una coppia di donne che decide di avere un figlio e cosa succede, e può accadere, nel nostro Paese.
“Abbiamo scoperto – ha informato Moiso – che situazioni analoghe hanno destini diversi a seconda dei luoghi, o del momento, in cui le richieste di riconoscimento sono avanzate. Ha suscitato clamore, e preoccupazione, l’iniziativa del PM di Padova che nell’estate del 2023 ha impugnato più di 30 atti di nascita di bambini figli di coppie omogenitoriali, anche a distanza di molti anni dal loro riconoscimento”.
Alberto Angelo Balzani, magistrato presso la sezione civile famiglia del Tribunale di Ivrea, ha presentato una serie di riflessioni giuridiche, illustrando l’attuale disciplina, i diversi orientamenti giurisprudenziali, focalizzandosi sulle prospettive future per il riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali. Ha spiegato le effettive differenze, nella sostanza, tra l’adesione a un modello piuttosto che un altro: la distinzione tra riconoscimento e adozione in casi particolari e la disparità di trattamento dei diritti dei bambini.
Silvana Faccio, psicologa e psicoterapeuta, ha affrontato il tema del benessere psicologico di bambine e bambini, interrogandosi su cosa rappresenti realmente il loro “bene”. La questione è stata sviluppata con un approccio scientifico. La dott.a Faccio ha illustrato i numerosi studi che dimostrano come il benessere dei bambini è legato all’adeguatezza delle figure di attaccamento, che non sono necessariamente un padre e una madre.
“Nessuna ricerca – ha informato Faccio – ha dimostrato l’esistenza di alcuna correlazione tra l’essere figli di coppie omogenitoriali e problemi di sviluppo psicologico, neanche nell’ambito della identità di genere e sessuale. Il grande rischio che questi bambini corrono arriva dal di fuori della famiglia, ed è il pregiudizio”.
A moderare il dibattito l’avvocata Marisa Manfredi, presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Ivrea, che ha saputo guidare i diversi contributi e stimolare un confronto costruttivo.
Il dibattuto tema dei figli di coppie omogenitoriali femminili ha infatti visto la numerosa presenza di avvocate/i e studenti del polo universitario (l’evento era accreditato ai fini formativi), insieme a una significativa partecipazione della cittadinanza interessata ad affrontare la questione dei figli di coppie omogenitoriali femminili e a comprenderne le dinamiche.