Bellono, Cgil Torino. Un sindacato che cambia, diventando catalizzatore di un mondo più vasto
Mentre Schlein e Meloni duellano a distanza, la Cgil – non da sola – è in campo, anche contro le politiche del governo: è la mia sintesi, naturalmente di parte, dell’anno che va a finire. E può servire da bussola anche per il prossimo.
Non è pansindacalismo ma constatazione della realtà: contro le guerre, con i migranti, contro la manovra del governo, in difesa dell’antifascismo, per il salario minimo, a difesa del lavoro… la Cgil c’è sempre, e occupa un spazio sociale, culturale e – perché no? – anche politico, con tutti i rischi che questo comporta, in assenza di una sinistra adeguata a rappresentare chi è stato messo a dura prova dai processi di questi anni, se non addirittura travolto.
Le sfide sono enormi, i problemi accentuati dalle politiche neoliberiste e dalla perdita di peso di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani, migranti.
Forse la novità del 2023 è che, in presenza di una destra senza infingimenti al governo, la Cgil ha capito che – senza venir meno alla sua vocazione contrattuale – serve radicalità nei contenuti e coerenza nell’agire per reggere l’urto e ricostruire le condizioni per puntare al meglio e non solo al meno peggio, altrimenti le grandi ingiustizie del presente rimarranno tali: sicurezza nel lavoro e del lavoro, precarietà, bassi salari e povertà, e gli ultimi che continueranno ad essere i primi a morire nelle guerre e ad affogare nel Mediterraneo.
Ricostruire le condizioni di un’azione non solo di resistenza, ma che segni degli avanzamenti significa tessere una tela che tenga insieme sindacati, movimenti, associazioni: com’è successo in Piemonte per la sanità pubblica il 27 maggio, e a livello nazionale il percorso che ha portato alla grande manifestazione del 7 ottobre.
Questa costruzione non è facile, neanche in Cgil, ma la Cgil oggi ha una necessità e un’opportunità: cambiare sé stessa per meglio rappresentare un lavoro in perenne trasformazione, e fare da catalizzatore e da riferimento per un mondo più vasto.
Federico Bellono (Cgil Torino)