Le attiviste di Extinction Rebellion hanno brevemente interrotto la messa di domenica mattina in Duomo leggendo passi dell’Enciclica “Laudato sì” e “Laudate Deum” di papa Francesco, per portare l’attenzione dei fedeli sulle parole del Pontefice sulla crisi climatica. Letto il messaggio che ha inviato alla COP28 di Dubai, in cui invita i governi smettere di finanziare guerre e devastazioni ambientali e prendere accordi “efficienti, vincolanti e facilmente monitorabili”
Questa mattina (domenica 3 dicembre, ndr) durante la messa delle dieci e trenta, nel Duomo di Torino, le attiviste di Extinction Rebellion hanno interrotto la lettura dell’omelia. Nei secondi di silenzio che ne precedono la lettura, si sono alzate una alla volta e hanno letto a voce alta dei passi tratti da due scritti di papa Francesco. Si tratta del Laudate Si e del Laudate Deum, con i quali il Pontefice si è espresso con forza sulla gravità della crisi ecologica e climatica, analizzandone aspetti scientifici e politici con grande profondità.
“Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti” sono le parole della Laudate Si lette da Asia. Gli effetti della crisi climatica, negli ultimi mesi, hanno colpito duramente l’Italia, con l’alluvione in Emilia Romagna, le ondate di calore e gli incendi dell’estate scorsa, a cui hanno fatto da contraltare le trombe d’aria e le devastanti grandinate in Veneto e Lombardia. Fino all’ultimo grave episodio, l’alluvione in Toscana. Morti, feriti, case e infrastrutture distrutte, miliardi di danni.
Un’accelerazione della crisi climatica che il Pontefice ha sottolineato nella seconda parte dell’enciclica “Laudato si’”, l’esortazione apostolica “Laudate Deum“. Pubblicata il 4 ottobre, in concomitanza con la festa di San Francesco d’Assisi, integra i moniti sul degrado del pianeta, sul riscaldamento globale e sulle sue gravi conseguenze in termini di disastri ambientali ed emergenze sociali, anche in vista della 28sima Conferenza delle Parti, organizzata dall’ONU, che ha preso il via giovedì a Dubai. E proprio a Dubai, oggi, il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin ha letto il messaggio inviato dal Papa, impossibilitato a partecipare per una bronchite. “Purtroppo non posso essere insieme a voi, come avrei desiderato, ma sono con voi perché l’ora è urgente. Perché, ora come mai, il futuro di tutti dipende dal presente che scegliamo. Sono con voi perché la devastazione del creato è un’offesa a Dio, un peccato non solo personale ma strutturale che si riversa sull’essere umano, soprattutto sui più deboli, un grave pericolo che incombe su ciascuno e che rischia di scatenare un conflitto tra le generazioni”.
Di fronte alla più grande crisi umanitaria di sempre, Papa Francesco esorta con forza a smettere di trattare la questione come solo ambientale, ricollocandola come problema sociale e umano che attraversa ogni aspetto della società e ad ascoltare la voce di chi sta lanciando l’allarme. “Attirano spesso l’attenzione, in occasione delle Conferenze sul clima, le azioni di gruppi detti “radicalizzati”. In realtà, essi occupano un vuoto della società nel suo complesso, che dovrebbe esercitare una sana pressione, perché spetta ad ogni famiglia pensare che è in gioco il futuro dei propri figli“. Queste le parole con cui Caterina, un’altra attivista, ha concluso il proprio discorso, citando ancora Papa Francesco.