Donate al FAI la Chiesa e il convento di San Bernardino

La riapertura del complesso, dopo i lavori di riqualificazione dell’intera area, nel 2026

Venerdì 23 giugno è stata pubblicamente presentata la donazione al FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) della Chiesa di San Bernardino da parte degli eredi di Camillo Olivetti, presenti il Presidente del FAI Magnifico, il nipote di Adriano Olivetti Beniamino de’ Liguori Carino, anche Segretario Generale della Fondazione Adriano Olivetti, TIM, e il sottosegretario Vittorio Sgarbi.
Si tratta dell’ultima proprietà indivisa di tutti gli eredi e passa al FAI insieme all’intero complesso del Convento annesso, che era la dimora ad Ivrea della famiglia di Camillo, donato dall’attuale proprietà TIM.
Non si tratta quindi solo della riapertura di un importante sito culturale, che conserva il ciclo di affreschi “Vita e passione di Cristo” del pittore Giovanni Martino Spanzotti (1455-1528), capolavoro del Rinascimento italiano, sito nominato in tutte le guide turistiche, ma finora aperto solo saltuariamente, ma della riconsegna alla città di un centro di socializzazione e attività sportiva (saranno riaperti anche i 3 campi da tennis e 8 di bocce) che animava Ivrea fino agli anni ’70.
Le tappe sono illustrate dal comunicato stampa:
“Il convento con la sua chiesa, così riuniti nella proprietà e nella gestione del FAI, saranno oggetto di un grande progetto di restauro e valorizzazione reso possibile dal finanziamento di 6 milioni di euro che il Ministero della cultura ha destinato a questo, riconosciuto tra i “Grandi Progetti Beni Culturali” del suo Piano Strategico. Elaborato dal FAI, supportato da studi storico-archivistici e campagne diagnostiche, e condiviso in tutto con la Soprintendenza competente, il progetto di restauro sarà coordinato dallo stesso Ministero.
Concluse le necessarie procedure amministrative, il cantiere aprirà a metà 2024 e durerà due anni: saranno affrontati il restauro conservativo degli edifici storici, l’adeguamento normativo e impiantistico e il miglioramento sismico, con massima attenzione a soluzioni per la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico, e la rifunzionalizzazione degli spazi interni ed esterni, per l’apertura completa e regolare al pubblico e l’offerta di servizi culturali e di accoglienza.
Si procederà per lotti: dapprima sul convento, bisognoso di lavori strutturali e ingenti, poi sulla chiesa, e di seguito sulle pertinenze novecentesche dell’edificio – dai campi da tennis e di bocce, al sentiero attrezzato nel parco sulla collina di Monte Navale – per un recupero complessivo di oltre 40.000 mq di edifici storici e di verde nel cuore delle architetture della città industriale di Ivrea.
Accanto a quello di restauro, c’è il progetto di valorizzazione culturale, che il FAI ha concepito ed elaborerà in stretta collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti, e che svilupperà grazie al supporto di Comune e Regione Piemonte, della Fondazione Compagnia di San Paolo, che finanzierà proprio il progetto di valorizzazione che garantirà la sostenibilità economica del Bene, dell’Associazione Archivio Storico Olivetti e delle Spille d’Oro, che contribuiranno a garantire l’apertura della chiesa al pubblico in attesa del cantiere di restauro, e della rete di imprese canavesane ICONA Srl, proprietaria delle adiacenti Officine ICO aperte su Viale Jervis, dove oggi è il Centro Visitatori, che nel progetto potrà divenire anche l’accesso al Convento di San Bernardino, così integrato nel sito UNESCO a beneficio di una proposta culturale e turistica unica, più ricca, varia e attrattiva.
Non un museo, ma un luogo in cui ricostruire e rileggere, insegnare e promuovere i principi e le idee che hanno formato Adriano Olivetti e guidato la sua impresa. Il racconto si svolgerà all’interno del Convento in un suggestivo percorso multimediale di narrazione tramite proiezioni immersive e attraverso spazi appositamente allestiti con documenti originali, oggetti personali e d’archivio, per rievocare la funzione di casa e lo stile di vita della famiglia, riflesso della cultura e di un rigore morale ed etico di stampo religioso, eppure profondamente laico. Negli altri ambienti saranno realizzati servizi di accoglienza del pubblico, spazi destinati ad attività didattiche, in particolare per le scuole, ma anche luoghi di ricreazione culturale e non: da ambienti multifunzionali per incontri, lezioni, conferenze e piccole mostre temporanee a spazi per lo sport e il gioco, che saranno tutti ripristinati – i tre campi da tennis e gli otto di bocce, la sala biliardo all’interno e all’esterno il percorso vita sul Monte Navale -, da un negozio FAI a un caffè con ristoro.”
Il FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, è una Fondazione senza scopo di lucro che opera grazie al sostegno di privati cittadini, aziende e istituzioni per tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio di arte, natura e paesaggio italiano. Fondato nel 1975, ad oggi cura 73 beni istituzionali (tra i quali il Castello di Masino), di cui 55 aperti al pubblico e 18 in restauro, ha 268.000 iscritti e 11.000 volontari. Per informazioni: www.fondoambiente.it.

Francesco Curzio