Unione Popolare lancia la campagna per il salario minimo

La prima campagna nazionale di Unione Popolare parte dal salario. Dopo il lancio nazionale il 2 giugno scorso a Roma, anche Unione Popolare Ivrea e Canavese ha annunciato l’avvio della campagna per raccolta firme per la legge di iniziativa popolare per il salario minimo.

Con questa proposta Unione Popolare fa un salto di qualità, passa dalla critica o il sostegno alle iniziative di altri ad una sua proposta precisa con cui parlare al mondo del lavoro, ed in particolare a quello precario, giovanile, femminile che è quello che maggiormente ha pagato il prezzo della svalutazione del lavoro,iniziato tanti anni fa e che si accentua nell’ultimo periodo.

Lo scopo della campagna è quello di presentare una Legge di iniziativa popolare per introdurre, anche in Italia, un salario minimo orario di 10 euro lordi. La campagna della durata di sei mesi vedrà impegnati gli attivisti di UP nelle piazze e nei luoghi di lavoro, soprattutto laddove le condizioni di sfruttamento sono più pesanti.

In europa il salario minimo legale è previsto in 21 paesi su 27. Oltre che in Italia non esiste in Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia. Certo in Italia abbiamo la contrattazione e circa l’80% dei lavoratori è coperto da contratti nazionali, ma è evidente che la contrattazione collettiva nazionale non è più in grado di svolgere una delle sue principali funzioni: scongiurare la concorrenza al ribasso fra aziende e determinare livelli retributivi dignitosi. Basti pensare che anche contratti importanti nella storia contrattuale italiana, come quello dei metalmeccanici, hanno livelli minimi al di sotto di quelli individuati dalla proposta. Per non parlare poi di settori decisamente più fragili come quelli del turismo, delle cooperative socio assistenziali, della ristorazione, del tessile, delle pulizie, della vigilanza. Per tutto questo, pur con il massimo di attenzione verso la contrattazione collettiva, dimostra come il solo riferimento alla contrattazione non è garanzia di adeguatezza e va introdotto, con forza di legge, un valore di riferimento che per UP è di 10 euro lordi all’ora indicizzato.

Unione Popolare altro non ha fatto che ispirarsi alla Costituzione:“La nostra è una proposta concreta contro l’impoverimento dilagante – dichiara Cadigia Perini, già candidata sindaca per Unione Popolare a Ivrea – e per il rispetto della Costituzione che all’art. 36 afferma che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione “sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa“.

In Italia i salari fanno il passo del gambero

In Italia è povero un lavoratore su tre e il rapporto peggiora per le donne e i giovani. Siamo l’unico paese europeo in cui negli ultimi 30 anni i salari hanno perso potere di acquisto con un -2,9 % contro gli aumenti in tutta Europa: Francia +31,1 – Germania +33,7% – Spagna +6,2% per restare a quelli più paragonabili a noi. E l’inflazione (8% a maggio 23) abbassa ancor di più il livello dei salari italiani. Nel 2022 neanche un terzo della inflazione è stato recuperato dalla contrattazione collettiva.

Salario minimo legale per tutte e tutti

La proposta di Unione Popolare è per un salario minimo di base per lavoratori e lavoratrici di tutte le categorie che non può quindi essere ridotto da accordi collettivi o privati. Una soglia sotto la quale il datore di lavoro non può scendere, una base dalla quale partire per le contrattazioni sindacali. Un adeguamento che va pagato dai datori di lavoro e non dallo Stato, per ricadere dunque di nuovo sui cittadini, come altri propongono.
Attualmente ci sono contratti che coinvolgono milioni di lavoratori, con minimi che sono ben sotto il livello di allarme. Si tratta di quelli del turismo, delle cooperative socio assistenziali, della ristorazione, del tessile, delle pulizie, per non parlare della vigilanza. Per questo l’applicabilità deve essere universale quindi anche per i rapporti di lavoro non subordinati in particolare alle collaborazioni comprese quelle organizzate attraverso piattaforme (riders, fattorini, logistica, “padroncini”), pur riconoscendo la complessità dell’applicazione.

Perché proprio 10 euro?

Ci sono proposte in Parlamento che indicano dai 9 ai 10 e altre che non scrivono un valore ma demandano a commissioni o alla contrattazione. A noi sembra di estrema concretezza dire quale ci sembri sia oggi il valore del minimo, di base, per vivere, assumendolo come diritto per ogni lavoratore. 10€ sono, equiparando all’orario standard, 1700 € mensili lordi, cioè 1400 netti. Coincidente con il valore della soglia di povertà con un figlio. La proposta di legge prevede per chi non applica il salario minimo sanzioni pecuniarie crescenti, ma anche l’esclusione dalle gare pubbliche e dalle agevolazioni pubbliche. Sanzioni anche per il datore di lavoro che consapevolmente affida l’esecuzione di opere o la prestazione di servizi a un soggetto che non lo rispetta (tema appalti).

Salario minimo rivalutato ogni anno

A differenza delle altre proposte di salario minimo, noi diciamo che il valore di 10 euro deve essere rivalutato ogni anno sulla base dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’Unione Europea (IPCA). Indichiamo un meccanismo automatico, memori della esperienza di chi cancellò la contingenza (scala mobile) ipotizzando grandi sviluppi della contrattazione, e sappiamo come è finita.

Perché una legge di iniziativa popolare

Unione Popolare ha scelto la via della legge di iniziativa popolare per coinvolgere i lavoratori e le lavoratrici, diretti interessati, cittadini e cittadine tutti, nel dibattito generale sulle retribuzioni, del lavoro povero e quindi sul salario minimo legale.  E la risposta ai primi banchetti tenuti in tutta Italia ci fanno capire che il tema è molto sentito e di aver fatto la scelta giusta nel portare il tema del salario nelle piazze.

Dove e quando si firma

E’ possibile firmare nel proprio comune di residenza. Se non trovate i moduli nel vostro comune segnalatelo all’indirizzo sotto riportato.
A Ivrea, e nei maggiori comuni del circondario, si potrà firmare ai banchetti in città e nei principali centri nei luoghi di lavoro a partire da settembre, salvo eventi particolari. Verrà data ampia pubblicità dei punti di raccolta firme attraverso la stampa, la newsletter e i canali social di Unione Popolare.

Unione Popolare Ivrea e Canavese

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