Le foibe istriane del 1943 e il caso Norma Cossetto
Il 9 febbraio prossimo alle 20,30 a Biella al Museo del Territorio la storica triestina Claudia Cernigoi terrà una conferenza dal titolo “Le foibe istriane del 1943 e il caso Norma Cossetto. Come si falsifica la storia a uso politico”.
L’appuntamento intende offrire spunti e riflessioni per contribuire a far luce sulle contraddizioni che la verità di stato sulla vicenda delle foibe e in generale su quella che, con un’espressione italocentrica, viene definita del confine orientale – scolpita in una legge, la 92/2004 – si porta con se. Questa verità certifica infatti la falsa rappresentazione che tra il 1943 e il 1945 – nella Venezia Giulia e in Istria, dopo anni di politiche di snazionalizzazione della popolazione slovena e croata e una dura occupazione nazifascista – ci sia stato il genocidio degli italiani ad opera, obbligatoriamente, dei partigiani slavi e comunisti e dal quale si salvarono solo coloro che riuscirono a sfuggire tale furia omicida, fuggendo a centinaia di migliaia dalle loro terre e accettando un destino di profughi.
La cosa peggiore, per una repubblica come la nostra, che si vuole nata dalla lotta di liberazione dal nazifascismo, è infatti che si sia presa per buona la peggior propaganda nata già nel corso degli eventi e portata avanti per decenni dalle forze neofasciste e la si sia usata come fondamento per scrivere e promulgare la legge istitutiva del Giorno del ricordo, col voto quasi unanime del Parlamento, comprese le forze politiche eredi di chi la lotta di liberazione l’aveva fatta.
Crediamo che questa verità “politica” nulla c’entri con i fatti realmente accaduti e che il suo uso sia strumentale alla costruzione di una nuova idea di italianità, necessaria a rinsaldare i legami nazionali dopo la fine della guerra fredda e la supposta morte delle ideologie e funzionale al tentativo forzato di far accettare la costruzione di un mondo unipolare con il suo corollario di “guerre di religione”. In questo ambito si inserisce
opportunisticamente anche la vicenda di Norma Cossetto, la giovane italiana di famiglia fascista a lei stessa iscritta ai Gruppi Universitari Fascisti, allontanatasi da casa nel settembre 1943 – nel periodo di “interregno” tra la caduta del fascismo e la sanguinosa rioccupazione dell’Istria da parte dei nazisti – in compagnia di un partigiano e poi ritrovata cadavere in una foiba e sulla quale è stata costruita una narrazione della quale persino un volume editato dalla Lega Nazionale di Trieste (che non può certo esser accusata di filoslavismo) parla di “incontrollate fantasie e presunte testimonianze”.
Claudia Cernigoi è nata nel 1959 ed è probabilmente la massima studiosa di foibe, con una solida preparazione sulle vicende del confine italo-ugoslavo; con il suo aiuto intendiamo proporre ai biellesi una lettura rigorosa dei fatti storicamente avvenuti nelle regioni di confine tra Italia e Yugoslavia (ora Slovenia e Croazia), scevro da interpretazioni ideologiche.
L’impresa è improba perché la storia “ufficiale” ha pervaso l’immaginario collettivo con film, rappresentazioni teatrali, fumetti, allo scopo di forgiare una nuova italianità, coi suoi martiri e i suoi miti, mentre nelle scuole vige una severe selezione per legge tra chi può parlare di questi argomenti e chi no. Noi abbiamo deciso di provare a contrastare questa vulgata e di combattere la nostra battaglia di verità.
ANPI Valle Elvo e Serra “Pietro Secchia” Coordinamento biellese antifascista
Laboratorio sociale La città di sotto Nuovi equilibri sociali Ivrea-Biella
Partito della rifondazione comunista
Partito comunista dei lavoratori
Partito marxista leninista italiano