Il Giorno di quale ricordo? Quello dello squadrismo?

Sull’attacco allo storico Eric Gobetti dell’ 8 febbraio

Sono tante le persone, pur sensibili ai temi storici e civili, che ancora non hanno ragionato in profondità sul perché dell’ istituzione del Giorno del Ricordo.
Persone che, con noi che esponiamo loro la nostra convinzione che tale giorno è stato istituito non solo in contrapposizione alla Giornata della Memoria, ma ben più consciamente in contrapposizione alla Festa della Liberazione, non sono d’ accordo e magari ci accusano di essere i soliti dietrologi catastrofisti, o di sinistra, l’accusa maggiore.
La solita tiritera che le vittime sono state uccise “in quanto Italiani” (Meloni docet) e non come la Storia ci insegna, perché fascisti, spezza ogni possibilità di comprensione da parte loro e di dialogo da parte nostra.
L’indegna gazzarra sollevata a Torino l’8 febbraio contro lo Storico Eric Gobetti dovrebbe quanto meno togliere il velo dall’ ipocrisia che circonda questa celebrazione.
Leggiamo infatti un comunicato del movimento “La Barriera” da cui si arguisce che la Scuola e l‘Università non devono ospitare Gobetti per l’argomento che, guarda caso, è stato ampiamente sponsorizzato con una circolare di alcuni mesi fa che ne “suggeriva” lo svolgimento proprio dal Ministro Valditara.
Chi siano questi barricadieri non è dato sapere, ma se si cercasse bene a destra, molto in basso, non sarebbe difficile identificarli, come le nostre (pardon) loro forze dell’ ordine hanno saputo fare molto bene recentemente con gli Studenti dell’Università e due Docenti, per giunta bastonati, fra cui la Professoressa Algostino.
Che titoli poi gli estensori della richiesta abbiano per dare consigli al mondo della Scuola in generale è una domanda destinata a restare senza risposte. Ma rileggendo con calma scopriamo che non consigliano affatto: usano i verbi ”pretendiamo che annullino” che in tutte le loro imperiosità denotano bene cosa muova questi fascisti: lo squadrismo, diremmo, non quello storico, quello contro Matteotti e le Camere del Lavoro di un secolo fa.
Uno squadrismo da tastiera: non più olio di ricino, ma insulti e nefandezze, che comunque inquietano e bisogna bloccare sul nascere da parte nostra. Ci verrebbe da definirlo “likismo”, perché è il conteggio dei “like” che stabilisce il potere e quell’autorevolezza che in nessun altro modo potrebbero conquistare.
Non con lo studio, con la conoscenza, il senso della storia e del limite che fanno crescere.
Strumenti che non sanno maneggiare bene come gli striscioni razzisti nei covi del loro “sapere”: le curve degli stadi, per dirne una che tutti vediamo. La chiusura del comunicato è un capolavoro di vigliaccheria: “non impedire questi convegni… sarebbe come uccidere nuovamente i martiri delle foibe”.
Incitano la Scuola a reagire, ed instillano il senso di colpa nei Docenti che faranno parlare Gobetti.
La facoltà di esprimere il proprio pensiero, di persona ed alla luce del sole, noi la chiamiamo Democrazia.
Loro preferiscono volantini anonimi che fanno uscire di notte.
Prepariamoci a tempi peggiori: se l’alba si vede dal mattino, i prossimi mesi pre-elettorali imporranno la nostra presenza costante a fianco di chi verrà attaccato, e noi non siamo esclusi.
Dell’eredità di Kant “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me” ci rimane solo la seconda parte: la Costituzione sarà la nostra Compagna di viaggio, il nostro conforto, la nostra forza. La nostra coscienza, ma anche la nostra meta.
Sopra di noi nuvoloni minacciosi. Che sapremo fronteggiare, già da oggi insieme ad Eric, cui va la nostra solidarietà ed il nostro affetto, e domani insieme, e per chi, non vorrà subire angherie di sorta.

Luciano Guala
Chiara Ognibene
Simonetta Valenti