Venerdì 26 settembre, in occasione della Giornata per l’eleminazione totale delle armi nucleari, il Presidio per la Pace e l’Amministrazione comunale con il sostegno dell’Ivrea Canoa Club hanno dato vita ad un presidio straordinario di grande energia e impatto emotivo.
Una bellissima giornata vivacizzata, più che dal cielo grigio, dai colori delle canoe che solcano le acque della “cerulea Dora” portando un messaggio di Pace grazie ai bravissimi canoisti dell’Ivrea Canoa Club” che hanno aderito all’iniziativa contro le armi atomiche. Fra le persone presenti, anch’esse con le bandiere, gli striscioni che dicono: “No alla guerra”, “No alle armi nucleari”, “Sì alla Pace”.
Introduce gli interventi Pierangelo Monti, raccontando l’episodio dal quale è nata questa Giornata: «Grazie al provvidenziale gesto del colonnello russo Stanislav Petrov, che il 26 settembre del 1983 decise che i segnali di un attacco nucleare americano, che arrivavano sui radar intercettori della sua base di controllo erano sbagliati, e così disobbedendo ai protocolli militari, impedì lo scoppio di una guerra nucleare.»
E continua Monti: «Adesso siamo angosciati per il genocidio in atto a Gaza e per la malvagità usata dagli eserciti nelle guerre in corso, che fanno strage di bambini, donne, anziani, operatori sanitari e umanitari, giornalisti, insegnanti, civili inermi e innocenti. Contro le guerre e i terrorismi, contro i colonialismi e il riarmo, per una pace giusta e disarmata manifestiamo ogni settimana da tre anni e mezzo (siamo al 187° Presidio per la Pace).
Qui oggi vogliamo richiamare il ripudio della guerra e di ogni violenza, ma in particolare in questa giornata, vogliamo richiamare l’attenzione sul rischio che si ripeta l’immane tragedia di 80 anni fa, quella della distruzione delle città di Hiroshima e Nagasaki con tutti i loro abitanti. Per scongiurare altre simili tragedie e addirittura una guerra nucleare che potrebbe portare alla fine della vita sulla Terra, occorre eliminare le armi atomiche.
Russia, Stati Uniti, Cina, Francia, Regno Unito, Pakistan, India, Israele, Corea del Nord hanno 12500 bombe nucleari, 3900 sono pronte all’uso e per mantenerle si spendono quasi 100 miliardi di dollari all’anno.
Le armi nucleari vengono nominate come minaccia, più che in passato. Dunque la minaccia nucleare è quanto mai reale. Governanti come Putin, come Kim Jong-un o come Natanyahu, ma anche gli altri, possono cinicamente decidere di lanciare bombe atomiche su una qualunque città nemica: basta pensare alla brutalità con la quale il governo israeliano distrugge città come Gaza e massacra la sua popolazione!»
Ricordando il trattato per la messa al bando delle armi nucleari, che l’Italia non ha firmato, Monti conclude: «Noi insistiamo e mai smetteremo di chiedere l’attuazione di questo Trattato e innanzitutto l’adesione ad esso dell’Italia, secondo il volere della maggioranza degli italiani. Di conseguenza dovrebbe avvenire lo smantellamento delle 2 attuali basi atomiche presenti a Ghedi e ad Aviano, (che sono anche obiettivi primari di un eventuale attacco) e il divieto a portaerei e sommergibili nucleari di entrare nei nostri porti e navigare nelle nostre acque. L’Italia, che fa parte del Gruppo di pianificazione nucleare della Nato, mette a disposizione non solo il suo territorio per l’installazione di armi nucleari, ma anche piloti che vengono addestrati all’attacco nucleare con cacciabombardieri italiani sotto comando Usa. Se si vuole davvero la pace, anziché sostenere progetti di riarmo e l’aumento delle spese militari, anziché inviare armi ai paesi in guerra e mantenere connivenze con governi criminali, occorre ripudiare le guerre e chi le fa, puntare sulla trattativa, alimentare l’amicizia tra i popoli, diffondere la cultura della nonviolenza, studiare, ricercare, attuare forme di resistenza civile non armata e nonviolenta. Non rassegniamoci alla inevitabilità della guerra e delle immani spese per gli armamenti. Non possiamo accettare che gli investimenti in armi prevalgano su quelli per la salute, l’educazione e la cura del territorio.»
Mentre sul Lungo Dora sventolano le bandiere della Pace, per il disarmo, e anche della Palestina, e gli striscioni contro le armi atomiche tappezzano il parapetto verso il fiume, il più grande del quale dice “Italia ripensaci!“, sul fiume scorrono le canoe delle giovani e dei giovani dell’Ivrea Canoa Club.
Un’immagine emozionante, per il silenzio e dolcezza del loro movimento sullo scorcio fra i più suggestivi della nostra bella Ivrea trasportando il messaggio di pace.
«Le canoe che sfilano nella Dora ci fanno ricordare la Global Sumud Flotilla, che proprio in queste ore sta navigando verso Gaza per rompere l’assedio e portare aiuti concreti alla popolazione stremata da due anni di bombardamenti. Vogliamo sentirci vicini, far sentire la nostra solidarietà e il sostegno a questa forte azione nonviolenta, che speriamo possa raggiungere i risultati desiderati.»
Parole e musica
Sono state lette le poesie Nasceranno da noi uomini migliori e La bambina di Hiroshima di Nazim Hikmet e Nulla rimane della scolara di Hiroshima di Primo Levi, e tutti insieme con forza liberatoria abbiamo cantato guidati dalla cantautrice e musicista Miriam Ricordi (a Ivrea per la rassegna Pixel) “People have the power” di Patty Smith.
Per l’amministrazione comunale è interventua la vice-sindaco Patrizia Dal Santo portando i saluti e ringraziamento dell’amministrazione al Presidio per la Pace e all’Ivrea Canoa Club per questo evento straordinario. Sottolineando che il Comune si sente impegnato nella difesa dei valori della Pace e della difesa dei popoli oppressi.
Matteo Magotti, presidente dell’Ivrea Canoa Club, visibilmente contento ed emozionato per la calorosa reazione verso i giovani canoisti, ha sua volta espresso un messaggio contro le armi, rimarcando che lo sport è simbolo di unione, non distruzione. Ed ha ringraziato per questa opportunità e rivolge il sostegno di tutti per un futuro di speranza e di pace.
Silvio Conte, referente Emergency Canavese, attivo nel Presidio per la Pace di Ivrea, ha raccontato che “sono da 13 a 15.000 le testate nucleari nel mondo pronte per il lancio. Potrebbero essere di più, perché alcuni stati che le possiedono, come Israele, non denunciano la cifra esatta. La loro potenza è in media di 40 – 50 Megafoni ognuna. Il prefisso mega significa milioni e il suffisso ton significa tritolo. Quindi ognuna ha la potenza equivalente a 40 – 50 milioni di tonnellate di tritolo. Per capirci, ognuna vale in media 3.000 volte la bomba atomica sganciata su Hiroshima. La Russia da sola sembra che ne possieda 6.200. Se noi sommiamo la potenza delle bombe atomiche che attualmente ci sono nel mondo, raggiungiamo la folle cifra di 600 miliardi di tonnellate di tritolo. Senza parlare del Fall out (ricaduta a terra e nel mare) del materiale radioattivo che le bombe nucleari producono. Infatti, per innescare una bomba atomica a fusione, che sono le più potenti, è necessario usare Uranio 235 o Polonio 238. L’uranio 235 ci mette 700 milioni di anni per perdere la metà della sua radioattività, e il Polonio 238 ci matte 25.000 anni. Durante l’esplosione di una bomba atomica a fusione nucleare nelle vicinanze dell’impatto viene prodotta un’onda di calore che raggiunge i 20 milioni di gradi, che è la temperatura che c’è nel sole.
«Tutto questo dovrebbe bastare – afferma Silvio Conte – per convincerci dell’assurdità di queste armi, e dell’urgenza di sbarazzarcene. Non c’è bisogno di uno scienziato, bastano i siti scientifici disponibili in rete. Ecco perché l’obiettivo urgente e logico, al di là di ogni appartenenza politica o ideologica, è l’eliminazione di questi ordigni infernali dal nostro territorio e dal mondo.»
Silvio Salussola, nell’invitare a leggere i report dell’Ican, che contengono molto materiale interessante sulle armi nucleari, segnala uno spunto di speranza, perché ad oggi vi sono 100 aziende in Italia che non vogliono più investire nel nucleare.
Norberto Patrignani legge alcuni passaggi del saggio di Elsa Morante “Pro e contro la bomba atomica“, alcuni frammenti: «La nostra bomba è l’espressione naturale della nostra società contemporanea; in poche parole: si direbbe che l’umanità contemporanea prova la occulta tentazione di disintegrarsi. Noi, abitanti delle nazioni civili viviamo nell’era atomica. Riguardo al significato pieno e sostanziale dell’aggettivo, la gente, se ne difende, per lo più, con una rimozione. L’arte è il contrario della disintegrazione. E perché? Ma semplicemente perché la ragione propria dell’arte… la sua funzione, è appunto questa: di impedire la disintegrazione della coscienza umana.»
Prossimi appuntamenti
Al termine del presidio sono stati ricordati i prossimi appuntamenti.
Giovedì 2 ottobre ore 21 – Ospedale di Ivrea. Flashmob “Luci sulla Palestina – 100 ospedali per Gaza”
La rete delle operatrici e degli operatori sanitari #DigiunoGaza promuove un flash mob in 100 ospedali di tutta Italia per esprimere solidarietà al popolo palestinese, condannare il genocidio in corso e ricordare i 1.677 sanitari uccisi a Gaza. Anche a Ivrea gli operatori operatori sanitari aderenti all’iniziativa nazionale invitano a ritrovarsi alle ore 21 davanti all’Ospedale cittadino con torce, pile, candele.
Sabato 4 ottobre alle 20,30 – Sala polifunzionale di Banchette
La Casa delle Donne di Ivrea e il Comitato Un Aiuto per la Palestina invitano alla rappresentazione de “Le Troiane” tratta dall’opera di Euride a cura della compagnia “Le Lunatiche”.
Ingresso gratuito, con offerta per aiutare famiglie palestinesi di Gaza. La rappresentazione sarà preceduta dalla presentazione del Comitato “Un aiuto per la Palestina”, obiettivi e modalità di adesione. In chiusura verranno lette alcune testimonianze da Gaza.
Domenica 12 ottobre – Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fraternità.
Chi volesse partecipare prenoti subito a Pierangelo Monti il posto in pullman, organizzato dal COCOPA, che partirà da Torino alle 23 circa di sabato 11.
a cura di Cadigia Perini
(tratto dal report della giornata a cura di Mario Beiletti)