AslTo4: c’era una volta il Pronto Soccorso

L’allarme del NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, per la situazione dei servizi di emergenza-urgenza degli ospedali dell’AslTo4. Dopo la chiusura, e mancata riapertura del pronto soccorso di Cuorgné, Ivrea e Ciriè stanno esplodendo.

COMUNICATO NURSIND

«C’era una volta il pronto soccorso.» Inizia così il comunicato del NurSind. Potrebbe sembrare l’inizio di una favola, ma purtroppo quello che stanno vivendo i pronto soccorso della TO4 è un incubo.
A lanciare l’ennesimo grido d’allarme ai vertici dell’ ASL TO4, appena arrivati e ben consapevoli delle gravissime criticità e alla Regione (forse un po meno) è Giuseppe Summa, segretario provinciale del NurSind. «Che i pronto soccorso di questa mega azienda avessero molteplici criticità lo sapevamo e lo denunciavamo da anni, ma purtroppo oggi stiamo percorrendo una strada che sembra non avere ritorno – spiega Summa – con tutte le conseguenze che questo comporta su operatori e cittadini.»

Purtroppo continuiamo a ricevere numerose segnalazioni da parte del personale dei pronto soccorso che si dice stremato, stanco psicologicamente e fisicamente. In tanti si sono rivolti allo sportello del disagio lavorativo e chi ha potuto ha cambiato servizio o è scappato altrove. È giusto ricordare che il pronto soccorso è uno di quei servizi che non si è mai fermato e il personale che continua a lavorarci anche 12 ore di fila, è spesso costretto a saltare i propri giorni di riposo per poter garantire il servizio in condizioni di criticità che sembrano peggiorare ogni giorno di più. Personale ormai stanco e demotivato e molto spesso, insultato e aggredito dai cittadini che subiscono conseguenze di situazioni non di certo a loro imputabili.

È innegabile che i quasi 20000 passaggi di Cuorgnè [al momento non c’è una data per la riapertura del pronto soccorso di Cuorgné, Asl e Regione si rimpallano le responsabilità, ndr] dal stanno mettendo k.o. gli ospedali di Ivrea e di Ciriè e anche se fortunatamente non tutti sono codici di priorità alta, hanno comunque la necessità di ricevere delle risposte. Non mancano solo urgentisti ( 50 in aslto4) e infermieri, soprattutto quelli formati, ma mancano posti letto non solo negli ospedali, dove sono stati ridotti per carenza di personale e per garantire la copertura turni degli stessi pronto soccorso, ma anche nelle RSA che sono in grave difficoltà.
La medicina territoriale rimane inesistente, sono numerosi gli numerosi accessi impropri che dovrebbero ricevere risposte altrove.

«Nei giorni scorsi ho avuto modo di vedere personalmente la situazione dei pronto soccorso di Ivrea, di Ciriè e di Chivasso – commenta Giuseppe Summa – Barelle in attesa ovunque senza possibilità di garantire il distanziamento e numerosi pazienti con codice bianco a lamentarsi delle tante ore di attesa. Il problema principale in questo momento infatti, è lo stazionamento dei pazienti nei pronto soccorso. In pratica gli stessi restano per numerosi giorni in attesa di un posto letto Il pronto soccorso non dovrebbe essere un reparto di degenza.»

Chiediamo alla politica e soprattutto alla Regione di lavorare per trovare assieme soluzioni tempestive. Non si può far finta di non vedere un problema di una portata di queste dimensioni. Non possiamo continuare solo a dire che mancano medici perché questo lo abbiamo capito, ma bisogna decidere quali servizi vogliamo garantire e soprattutto che tipo di servizi vogliamo offrire ai cittadini, ai quali chiediamo sostegno. Ai vertici della TO4, appena arrivata e consapevole delle criticità, chiediamo di trovare assieme soluzioni. Oltre alle assunzioni per le quali sappiamo ci si sta muovendo, occorrono chiaramente posti letto e una medicina territoriale che funzioni.

E’ necessario intervenire sull’organizzazione interna, fornire supporto psicologico al personale motivandolo e cercando di comprendere i motivi che spingono lo stesso ad andar via. Occorre investire urgentemente sulla formazione del personale neoassunto, prevedere risposte alternative come quella del see and treat [modello di risposta assistenziale alle urgenze minori, ndr] della Toscana e non ultimo, serve un sistema incentivante che premi il disagio e richiami professionisti verso il pronto soccorso.

Proprio nei giorni scorsi su questo punto, Nursind ha inviato una proposta alla Direzione Generale. Infine Summa si dice preoccupato anche per la situazione di Cuorgnè e Lanzo, dove il personale in attesa di conoscere il proprio futuro, ha manifestato l’intenzione di voler trasferirsi in altre aziende. Su questo Nursind lancia un messaggio chiaro, niente riconversioni o chiusure. Si trovino soluzioni, altrimenti inizieremo presidi di protesta.