Dalla rubrica CONTRONATURA di Diego Marra una riflessione sui boschi, in questi giorni di incendi perenni
Il Piemonte in fiamme! I commenti si sprecano; politici, amministratori (anche tecnici per fortuna) intervistati a piè sospinto ci illustrano le motivazioni di tale propagazione: siccità, piromani, scomparsa del Corpo Forestale, abbandono del territorio, riscaldamento globale, abbruciamenti sconsiderati di sterpaglie, punizione divina…
Non entro nel merito tecnico, tutte queste motivazioni sono valide (salvo l’ultima!) e probabilmente corresponsabili nella circostanza. Assodato che i piromani esistono, il Corpo Forestale è stato estinto dai nostri decerebrati politici, l’autocombustione non esiste, per lo meno nei nostri climi, il riscaldamento globale è un fatto assodato (solo Trump non ci crede) e in Piemonte si è verificato il più siccitoso autunno che io ricordi, vorrei esprimere un breve appunto su una questione ricorrente nelle dotte dissertazioni, soprattutto degli amministratori: la pulizia dei boschi.
Trovo orripilante tale definizione: pulizia dei boschi? Cosa significa pulire i boschi e: i boschi hanno bisogno di pulizia? Il bosco in termini ecologici è un ambiente autosufficiente e autolimitante che non necessità di alcun intervento dell’uomo, come l’ipocrita ipotizzata pulizia. Ho sentito dire che i boschi sono pericolosi perché il sottobosco è denso di rami, foglie e vegetazione che forniscono innesco alle fiamme: e allora? Questa è la condizione normale di un bosco, i residui vegetali producono nutrimento per altri organismi e la presenza di arbusti ed erbacee contribuisce alla biodiversità ed alla stratificazione dei cicli trofici dell’ambiente boschivo.
Secondo l’Annuario dell’agricoltura italiana 2014 la superficie boscata in dieci anni è aumentata del 5,8% causa l’abbandono di pascoli e coltivi, ma ciò è riportato come un problema di economia forestale causa la mancata gestione del bosco. Il bosco avrà mai chiesto di essere gestito oppure è contento di non esserlo?
Siamo alle solite: una visione antropocentrica della Natura, bosco compreso, che dovrebbe essere al nostro servizio e piegarsi ai nostri desideri. Se ci sono gli incendi il colpevole è il bosco, perché è sporco! È vero che i nostri boschi sono spesso un guazzabuglio, infarciti di essenze esotiche infestanti non in equilibrio ecologico, ma chi ce le ha messe se non l’uomo, volontariamente o meno. Comunque la colpa è del bosco “sporco”.
Io penso che l’aumento dei boschi in Italia sia un evento positivo, si dovrebbe gestirne quella porzione incongruamente infiltrata di infestanti, presidiare il territorio per prevenire gli incendi e, forse, tornare ad un’economia che privilegi il legno come combustibile da riscaldamento rispetto ai combustibili fossili.
Al di là dello stato emergenziale attuale per la vastità degli incendi che minacciano gli abitati, vorrei ricordare che gli incendi sono anche un importante evento naturale (salvo quelli innescati dai piromani) che produce una rinnovazione del bosco e l’esplosione di una quantità di specie, dette pirofile, che attendono solo il fuoco per tornare a nuova vita.
La questione è ovviamente molto più complessa di come da me sintetizzata, ma vorrei non sentir più argomentare che colpa degli incendi sono i boschi “sporchi”, la colpa è esclusivamente dell’unica specie che “sporca” l’ambiente: l’uomo.
Diego Marra