Le Giornate FAI di Primavera 2025 a San Benigno Canavese, Forno Canavese, San Francesco al Campo, San Maurizio Canavese, Settimo Vittone
La Delegazione FAI di Ivrea e Canavese e il Gruppo Giovani offrono ai visitatori delle Giornate FAI di Primavera 2025 la visita a San Benigno Canavese della millenaria Abbazia di Fruttuaria dove ammirare, grazie al ritrovamento del 1979, gli splendidi mosaici di fine XI-inizio XII secolo, la Chiesa settecentesca, il Chiostro e la Sacrestia con l’opera di Defendente Ferrari. Sempre a San Benigno sarà visitabile l’Istituto Salesiano, un tempo Palazzo Cardinalizio, dove Don Bosco ebbe il sogno sull’avvenire della Congregazione nella Cameretta visitabile in occasione delle giornate.
A Forno Canavese verrà aperto al pubblico il Mulino Val, edificio residenziale ispirato ad un mulino olandese con impagabile vista sulla vallata, il Palazzo Comunale e la Cappella di San Bernardo Abate con lo splendido affresco quattrocentesco della Madonna in trono con Bambino situato nell’abside.
Il Gruppo FAI di Cirié e Lanzo presenta i luoghi aperti a San Maurizio Canavese e a San Francesco al Campo. Saranno visitabili l’antica Chiesa Plebana e la Cappella di San Rocco, situate a San Maurizio, la Cappella della Beata Vergine Maria Assunta, situata a San Francesco al Campo.
Tutte le visite sono curate come tradizione dagli “Apprendisti Ciceroni”, cioè studenti del Liceo Classico Linguistico Statale “C. Botta”, del Liceo Scientifico Statale “A. Gramsci” di Ivrea, dell’Istituto di Istruzione Superiore “XXV Aprile – Faccio” di Cuorgnè e Castellamonte, dell’Istituto di Istruzione Superiore “A. Moro” e dell’Istituto Ss. Annunziata di Rivarolo Canavese, a cui la Delegazione estende un particolare ringraziamento. Saranno affiancati dai volontari locali che si ringraziano per la fattiva disponibilità.
Gli orari di apertura:
San Benigno Can.se: Abbazia di Fruttuaria, Palazzo Cardinalizio – Istituto Salesiano: 22 e 23 marzo dalle 10 alle 18, ultimo ingresso 17.30
Forno Can.se: Mulino Val, Palazzo Comunale, Cappella S. Bernardo Abate: 22 e 23 marzo dalle 10 alle 18, ultimo ingresso 17.30
Settimo Vittone: Pieve di San Lorenzo e Battistero di San Giovanni Battista: 22 e 23 marzo dalle 10 alle 18, ultimo ingresso 17.30
San Maurizio Can.se: Chiesa Plebana, Cappella San Rocco: 22 marzo dalle 14 alle 18, ultimo ingresso 17.30, e 23 marzo dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18, ultimo ingresso 17.30
San Francesco al Campo: Cappella della Beata Vergine Maria Assunta: 22 marzo dalle 14 alle 18, ultimo ingresso 17.30, e 23 marzo dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18, ultimo ingresso 17.30
Sabato 22 marzo alle 17 nella sala consiliare del Comune di San Benigno Canavese, si terrà la conferenza “Restauri a Fruttuaria” a cura di Giuse Scalva già Funzionario della Soprintendenza archeologia e belle arti per la città metropolitana di Torino e per la tutela storico architettonica e del paesaggio del Canavese e delle Valli di Lanzo, e direttore del percorso di visita: Mille anni di storia attraverso le strutture dell’Abbazia di Guglielmo da Volpiano.
Domenica pomeriggio il gruppo storico Rievocando Fruttuaria si esibirà sotto l’Ala Comunale e sarà possibile pranzare a prezzo convenzionato presso i ristoranti e i locali di San Benigno Canavese.
Domenica 23 marzo alle 16.45 nella sala conferenze “Ex Area Obert” a Forno Canavese si terrà la conferenza “Il valore di un territorio, la piccola Rhur della valle del Viana” a cura di Giacomo Vieta, fornese di nascita e di vita, cultore della storia e della parlata locale, autore di diverse pubblicazioni e con l’intervento di imprenditori locali per ricordare la storia e l’attualità dell’industria fornese.
SAN BENIGNO CANAVESE – ABBAZIA DI FRUTTUARIA
La storia del piccolo comune di San Benigno Canavese, a pochi chilometri da Torino, è strettamente connessa a quella dei resti dell’Abbazia di Fruttuaria, uno dei più antichi esempi in Piemonte di architettura romanica. L’abbazia benedettina fu infatti fondata all’inizio dell’XI secolo da Guglielmo da Volpiano; intorno al XV secolo subì una fase di declino a cui seguì, nel 1585, la soppressione e la trasformazione in collegiata. Il Cardinale Vittorio Amedeo delle Lanze fece costruire nel 1770 una nuova grande chiesa (l’attuale parrocchiale di S. Benigno Canavese) il cui impianto si sovrappone alle strutture medievali, che vennero distrutte. Fu risparmiata la torre campanaria, ancora oggi ben conservata; al suo interno è visibile in una cappella, l’affresco della Madonna in trono con il Bambino. In Sacrestia la pala d’Altare di Defendente Ferrari, Madonna in trono con Santi.
I resti dell’antica Abbazia di Fruttuaria furono messi in luce nel dicembre 1979, in occasione di lavori per la realizzazione del nuovo impianto di riscaldamento della parrocchiale. Tra il 1980 e il 1991 le campagne di scavo hanno permesso di conoscere l’impianto della chiesa abbaziale originaria. Il ritrovamento più spettacolare è costituito dal meraviglioso tappeto musivo (fine XI-inizio XII secolo) conservato nella zona presbiteriale, che rappresenta la maggiore attrattiva del sito. Si tratta di una serie di mosaici realizzati in tessere bianche e nere ravvivati da inserti policromi in cotto e pasta vitrea.
Il Chiostro settecentesco a pianta ad ottagono regolare rappresenta l’elemento di cerniera di tutto il complesso. Durante un recente restauro delle murature sono emersi alcuni elementi della fase romanica: si tratta di quattro piccole arcate in muratura, rette da capitelli in forma tronco conica, sostenuti da una colonnina.
A Fruttuaria si ritirò e morì, nel 1015 il primo re d’Italia Arduino d’Ivrea.
Chiesa superiore accessibile, percorso archeologico sotterraneo non accessibile ai disabili
SAN BENIGNO CANAVESE – PALAZZO CARDINALIZIO, ISTITUTO SALESIANO E CAMERETTA DON BOSCO
L’Istituto Scuole Professionali Salesiane, fondato da Don Bosco a San Benigno Canavese nel 1879, utilizza i locali dell’antica Abbazia di Fruttuaria, ristrutturati dal cardinale Delle Lanze.
Il percorso di visita delle Giornate FAI permetterà di ammirare l’imponenza dell’edificio ideato dall’architetto Quarini, a completamento del complesso abbaziale, apprezzando il tipico stile tutto “benignista” che unisce la decoratività barocca alla sobrietà neoclassica. Il Cardinale vi accedeva in carrozza attraverso il solenne portale di ingresso; quindi, poteva a piedi salire ai suoi appartamenti oppure entrare nella sacrestia e nell’Abbazia. Seguendo i passi del Cardinale, si potrà accedere agli ampi spazi interni, fino alla ricca Chiesa al piano primo e alla cameretta di Don Bosco. A completamento, sarà possibile passeggiare liberamente nel centro storico fra le vestigia dell’antico ricetto in cui il complesso è perfettamente inserito e ammirare l’Ala Comunale e le particolarissime meridiane parietali.
Non accessibile ai disabili
FORNO CANAVESE – MULINO VAL
Il Mulino Val è un edificio residenziale avente forma e dimensioni del classico mulino a vento olandese. È una particolarità architettonica unica nel suo genere e la sua connotazione geografica lo rende paesaggisticamente inimitabile in quanto a bellezza e colpo d’occhio.
L’idea di edificare tale manufatto in Canavese nacque dalla volontà di un imprenditore locale, Filippo Val, di rendere sempiterno il ricordo del figlio Giuseppe, amante del moto eolico dei mulini olandesi, deceduto prematuramente nel 1969 a causa di un incidente.
Il Mulino Val è candidato per l’edizione 2024-2025 dei Luoghi del Cuore del FAI, a testimoniare quanto sia caro alla popolazione, che gli ha riservato un posto d’onore anche nel Presepe meccanico del Furn (visitabile eccezionalmente durante la manifestazione) e suggestivo per tutto il Canavese. In occasione delle Giornate FAI, potrete visitare l’intero della struttura e così scoprire le soluzioni adottate per renderlo abitabile e gli ingranaggi interni per il funzionamento delle pale. Godrete poi della straordinaria vista sul Canavese e sulle montagne, assicurata dal posizionamento del Mulino, che ne fa una base perfetta per molti percorsi naturalistici e sportivi esistenti nel territorio di Forno Canavese.
Percorso consigliato: posteggiare l’automobile nel parcheggio di Frazione Comba, nei pressi del Bar Ristorante Comba, e seguire la strada sterrata in salita per circa 1,5 km. Dotarsi di scarpe da trekking e acqua. Non adatto a chi ha difficoltà di deambulazione e passeggini o carrozzine.
Non accessibile a disabili..
FORNO CANAVESE – PALAZZO COMUNALE
Il Municipio di Forno Canavese nasce come edificio per le scuole elementari: nella seduta del 10 maggio 1879 il consiglio comunale deliberò la costruzione di un edificio dotato anche di un locale per la ginnastica. Completamente ristrutturato e adattato a Palazzo Comunale negli anni Settanta del Novecento, ospita gli uffici, la sala del consiglio e la posta. Particolarmente pregevole lo scalone monumentale e la Sala della Giunta, tutta rivestita e arredata nei colori del Comune: rosso e oro.
In occasione delle Giornate FAI, sarà possibile visitare una esposizione dedicata alle storiche fabbriche del territorio che hanno fatto la fortuna del paese di Forno, detto “la Rhur della valle del Viana”. A completamento di questo percorso dedicato all’artigianato e all’industria fornese, sarà eccezionalmente visitabile, all’interno della vicina Chiesa Parrocchiale dell’Assunzione di Maria Vergine, il Presepe meccanico del Furn di oltre 50 metri quadrati. Gli artigiani fornesi hanno riprodotto con fedeltà e maestria baite, masère, ponti, torrenti, cappelle e borghi che compongono il paese, con il Mulino Val a dominare il paesaggio. Le numerose statue in movimento rappresentano le tradizionali attività quotidiane dei paesi e delle vallate, arricchendo ulteriormente la scenografia e restituendo l’immagine viva di una popolazione operosa, ingegnosa e attaccata al territorio.
Struttura accessibile.
FORNO CANAVESE – CAPPELLA S. BERNARDO ABATE
La cappella di San Bernardo, un tempo intitolata a San Turibio, si colloca all’estremo occidentale della frazione Cimapiasole, lungo la strada che attraversa la borgata. Secondo i documenti conservati presso gli archivi comunali e parrocchiali, la cappella venne inaugurata il 4 settembre 1497. L’apertura durante le Giornate FAI permetterà di ammirare l’affresco quattrocentesco presente nella parte curva dell’abside. Esso raffigura la Madonna in trono col Bambino; a sinistra, in scomparti diversi, S. Turibio di Astorga, in abiti vescovili e S. Bernardo da Mentone, che tiene incatenato il diavolo; a destra S. Grato, che regge il capo mozzato di S. Giovanni Battista, e il pastorale infilato in un pozzo, che tiene in suo potere la grandine, generata da un diavoletto. Le figure, racchiuse in cornici a motivi geometrici, sono collocate contro un finto pannello rosso, che crea lo stacco dalla tinta neutra dell’abside. Sotto il trono della Vergine la data (4 settembre 1497) e in alto, per tutta la lunghezza del lato superiore, l’iscrizione commemorativa in caratteri gotici.
Struttura accessibile.
SETTIMO VITTONE – PIEVE DI SAN LORENZO E BATTISTERO DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Collocata in posizione elevata rispetto al paese di Settimo Vittone e al corso della Dora Baltea, la pieve e l’annesso battistero, dovevano costituire, nel Medioevo, una tappa importante per viaggiatori e pellegrini che si muovevano lungo la via Francigena.
Il complesso paleocristiano formato dalla pieve di San Lorenzo e dal battistero – a pianta ottagonale – di San Giovanni Battista a Settimo Vittone, rappresenta una delle vestigia più antiche del Canavese, risalente alla seconda metà del IX secolo, uno dei principali esempi di architettura “preromanica” in Piemonte.
La chiesa è arricchita da affreschi realizzati in varie epoche tra XIII e il XVI secolo.
Il luogo è indicato come “Monumento segnalato dal FAI”: grazie ad una Convenzione tra il FAI e il Comune di Settimo Vittone, la Delegazione FAI di Ivrea e Canavese ha in carico la valorizzazione e la promozione del luogo, mentre la locale Associazione Octava si occupa delle visite e altri progetti di manutenzione.
Struttura accessibile.
SAN MAURIZIO CANAVESE – CHIESA PLEBANA
L’Antica Chiesa Plebana di San Maurizio Canavese di origini romaniche, negli ultimi cinquant’anni è stata oggetto di interventi di restauro. Quello conclusivo ha consentito di recuperare appieno il suo vasto apparato decorativo con la rimozione delle scialbature applicate nel tempo.
La chiesa presenta affreschi dal ’200 a metà del ’500, tra i quali campeggia un vasto ciclo della vita di Cristo composto da 24 scene che vanno dall’Annunciazione alla morte in croce.
La valorizzazione della chiesa ha avuto inizio principalmente dalla scoperta della paternità del ciclo di affreschi. Clemente Novero, storico sanmauriziese, trovò nell’archivio storico del Comune l’atto notarile con il quale la Comunità locale nel 1495 pagò, a saldo dei lavori eseguiti, i pittori pinerolesi Bartolomeo e Sebastiano Serra.
La scoperta dello storico ha consentito così di attribuite alla Bottega dei Serra molti altri affreschi in valle di Susa e nel Pinerolese. Da notare nella chiesa l’affresco che raffigura una serie di profeti sullo scorcio del ’400 di mirabile fattura. Struttura accessibile.
SAN MAURIZIO CANAVESE – CAPPELLA SAN ROCCO
La nascita della Cappella è conseguente al dilagare nei secoli scorsi della peste. La stessa venne costruita, secondo la tradizione, per invocare la protezione celeste sugli abitanti di San Maurizio quando imperversavano le terribili pestilenze che decimavano i paesi. Basti pensare alla “grande peste” del 1630 che provocò la morte di ben 690 sanmauriziesi quando il paese contava all’incirca 2000 abitanti.
Nell’anno 1731, come confermato dalla data incisa sotto il cornicione, la cappella aveva già assunto la forma attuale. La cappella di San Rocco eretta per scongiurare la peste conserva al suo interno un pregevolissimo altare barocco lì trasferito dal convento dei padri osservanti riformati di San Francesco, ora Istituto Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese, a seguito della soppressione degli ordini monastici del 1802.
Oltre a questi c’è pure una carta musica, che originariamente era posta dietro l’altare stesso, singolare manufatto, più unico che raro, per il canto liturgico su cui sono tracciati tetragrammi riportanti quattro brani e varie intonazioni di inni, salmi e cantici. Sulla medesima è riportato pure un dipinto con la raffigurazione delle allegorie cristiane del pavone e della salamandra. Struttura accessibile.
SAN FRANCESCO AL CAMPO – CAPPELLA DELLA BEATA VERGINE MARIA ASSUNTA
La Cappella della Beata Vergine Maria Assunta, situata a San Francesco al Campo, rappresenta un esempio significativo di architettura sacra rurale nel contesto piemontese. Collocata sulla Vauda, un altopiano ricco di boschi e fauna selvatica, questa chiesa sorge lungo un’antica strada che collega San Maurizio Canavese a Front e Rivarossa, testimonianza delle sue origini come punto di riferimento per la comunità locale.
La cappella fu costruita nel 1481, in un periodo segnato da epidemie e calamità, quando la devozione popolare trovava conforto nella fede religiosa. Originariamente dedicata alla Madonna delle Grazie, l’edificio nacque come luogo di protezione e memoria per le vittime delle epidemie. Nel corso dei secoli, subì numerosi interventi architettonici, culminando nel suo aspetto barocco attuale, che ne valorizza la funzione simbolica e spirituale. All’interno, la cappella conserva un ricco patrimonio artistico. La pala d’altare, attribuita a Bartolomeo Caravoglia, raffigura la Vergine Maria in cielo con i santi Maurizio, Francesco d’Assisi, Antonio da Padova e Sebastiano. Accanto a questa opera si trovano altri affreschi di pregio, tra cui una Madonna della Misericordia, che offre rifugio ai fedeli sotto il suo manto, accompagnata da Santa Maria Maddalena e San Bernardo. Gli altari laterali ospitano rappresentazioni significative: l’altare del Crocifisso include immagini di San Barnaba e San Grato, mentre quello della Madonna di Loreto rappresenta la Vergine in una veste insolita, accompagnata da San Giovanni Battista e Sant’Antonio Abate. Struttura accessibile.