Presidio venerdì 19 maggio 2017 ore 18-19 di fronte al Municipio di Ivrea
In occasione della Giornata del prigioniero palestinese del 17 aprile 2017, Amnesty International ha dichiarato che Israele porta avanti da decenni politiche illegali e crudeli nei confronti dei palestinesi dei Territori occupati e di Gaza detenuti nelle prigioni israeliane.
Sono più di 1.500 i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane e nei centri di detenzione che, guidati da Marwan Barghouti, leader palestinese in carcere dal 2002, hanno iniziato, il 17 aprile scorso, uno sciopero della fame ad oltranza. Essi protestano contro la privazione di quei diritti fondamentali che sono loro garantiti dalla legge internazionale. Lo sciopero della fame è una conseguenza delle molteplici e sistematiche violazioni commesse dall’occupazione israeliana nei confronti dei diritti dei prigionieri e delle gravi infrazioni della Convenzione di Ginevra. Le loro richieste, oltre ad essere riconosciute da tale Convenzione, sono umane; essi richiedono: la fine della detenzione amministrativa (incarcerati anche per anni senza accuse provate e processo), dei trasferimenti forzosi dei prigionieri nelle carceri del territorio israeliano, della reclusione in isolamento, della negazione al loro diritto di visite, chiedono cure mediche adeguate durante la malattia e l’accesso allo studio.
Oggi le rivendicazioni dei prigionieri politici palestinesi assumono un ruolo importante in quanto si ricollegano alle rivendicazioni di libertà e giustizia dell’intero popolo palestinese.
Alcuni dati: i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane sono oggi più di 6.500 di cui 57 donne e 300 bambini. Dal settembre del 2000, ci sono stati circa 100.000 arresti effettuati dalle autorità israeliane , tra cui 15.000 minori, più di 15.000 donne, 70 membri del Parlamento ed ex ministri . Inoltre le autorità israeliane hanno emesso circa 27.000 ordini di detenzione amministrativa.
Dal 1967, anno dell’occupazione militare della Cisgiordania e Gaza, più di 800.000 sono stati i palestinesi incarcerati incluse donne e bambini.
Per dichiarare la nostra solidarietà alle detenute e ai detenuti palestinesi, Ivrea aderisce alla campagna internazionale “Europe Hunger Strike in solidarity with Palestinian Prisoners” (L’Europa in solidarietà con i Prigionieri Palestinesi in sciopero della fame).
Adesioni al 15 maggio:
Anpi Ivrea e Basso Canavese (con proprio comunicato), Associazione Centro Documentazione Pace onlus, Associazione Centro Gandhi, Associazione Good Samaritan, Associazione Il Sogno di Tsige, Associazione Viviamo Ivrea, Centro Migranti della Diocesi di Ivrea, Circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Ivrea, Camere sindacali CGIL, CISL, UIL, Comitato di Gemellaggio Ivrea-Qaladiza, Libera Ivrea e Canavese, Legambiente Dora Baltea, Michelizza Armando garante del Comune di Ivrea per i diritti delle persone private della libertà personale, Osservatorio Migranti, MIR (Movimento Internazionale Riconciliazione), Pax Christi, ZAC Zone Attive di Cittadinanza, singoli cittadini.