Il resoconto di Roberta Rossetto, delegata provinciale al congresso nazionale dell’ANPI del 24-27 marzo a Riccione.
Mi presento: mi chiamo Roberta Rossetto e da anni sono iscritta all’ANPI nella sezione di Ivrea e Basso Canavese. Come volontaria ho preso parte alle iniziative e agli eventi che l’ANPI ha sempre tenuto sul territorio. A fine novembre 2021 sono entrata nel direttivo della sezione di Ivrea e nel week-end del 26-27 febbraio 2022 ho partecipato insieme ad altre quattro persone, tra compagne e compagni, al congresso provinciale a Torino.
Ed è proprio da quel fine settimana che è iniziata la mia avventura verso il XVII Congresso Nazionale ANPI tenutosi a Riccione dal 24 al 27 marzo. Arrivata al centro congressi la prima sensazione che ho avuto è stata quella di essere “in famiglia”, perché proprio come ha detto il Presidente ANPI Gianfranco Pagliarulo “L’ANPI è la casa di tutti gli antifascisti” e in quell’assemblea i principi e i valori della Resistenza, dell’antifascismo e della democrazia si sentivano forti. Il Congresso, dal titolo “Va’ dove ti porta la Costituzione”, si è aperto con i saluti di Patrick Zaki collegato dall’Egitto e nei tre giorni successivi si sono susseguiti numerosi ospiti, che, in collegamento o in presenza, hanno portato i loro saluti e il loro sostegno all’ANPI: la senatrice a vita Liliana Segre, Don Luigi Ciotti presidente di Libera contro le mafie, Dario Venegoni presidente dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti), Daniele Lorenzi presidente nazionale ARCI, Vilmos Hanti presidente della FIR (Federazione Internazionale dei Resistenti), l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, e poi politici come Stefano Bonaccini presidente della regione Emilia Romagna, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, Maurizio Acerbo segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Valentina Cuppi sindaca di Marzabotto, Roberto Speranza Ministro della Salute, Enrico Letta, Giuseppe Conte, i rappresentanti di CGIL, CISL e UIL e il giornalista Gad Lerner. Ospiti e delegati uniti contro il nazifascismo e il razzismo, per difendere la democrazia e i diritti, come il diritto al lavoro e il diritto alla salute che sono stati tra i più ricordati.
Uno dei temi sui quali si è discusso di più è stato quello del conflitto tra Russia ed Ucraina.
L’ANPI ha ribadito con forza la sua posizione nei confronti di questa guerra di aggressione da parte della Russia all’Ucraina condannando la Russia ed esprimendo solidarietà al popolo Ucraino che va aiutato. l’ANPI ha come stella polare la Costituzione della Repubblica Italiana che all’articolo 11 afferma che: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”.
Ripudiare è un verbo forte e aver utilizzato questo verbo anziché un altro è stata una scelta voluta: l’articolo 11 non solo ci dice che l’Italia è contro la guerra, ma la rifiuta come strumento di offesa di altri popoli. È stata fatta un’analisi precisa di questa guerra che sta sconvolgendo l’Europa: da una parte c’è la Russia, uno stato forte con una propensione imperialista che, violando il diritto internazionale, ha invaso un altro stato, l’Ucraina, palesemente meno potente. Non bisogna dimenticare la situazione a livello interno dell’Ucraina dove sono presenti formazioni filonaziste ed è sconvolta da una guerra civile dal 2014.
Proprio sulle posizioni prese riguardo questa guerra sono state mosse accuse all’ANPI di essere filo Putin, perché da sempre l’ANPI ha dichiarato di essere contro l’invio di armi all’Ucraina. Questa posizione è perfettamente coerente con ciò che è scritto nella nostra Costituzione all’articolo 11 ed è una scelta che ribadisce, ancora una volta, che l’ANPI è per la pace. Inoltre l’invio di armi da parte di paesi non belligeranti ad uno dei due paesi coinvolto nel conflitto, anche se per difendersi dall’invasione, può essere interpretato come atto di cobelligeranza.
Continuando con l’analisi l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha ribadito che il nostro Paese non deve dimenticare che tutte le persone che scappano dalle guerre e dalle dittature vanno accolte indipendentemente dal colore della loro pelle e dalla provenienza adempiendo agli obblighi assunti a livello internazionale. Questo concetto deve essere chiaro, perché in Italia molto spesso serpeggia un brutto male e il suo nome è razzismo. Come ha detto la sindaca di Marzabotto, Valentina Cuppi, bisogna essere forti, perché quando passerà l’ondata emotiva saremo in pochi a continuare a chiedere e portate aventi delle serie politiche dell’accoglienza per tutte le persone che necessitano di protezione e tutele.
Il Congresso, poi, ha spostato la discussione dal piano internazionale a quello nazionale concentrando la sua attenzione sui problemi del razzismo, del neofascismo e del nazismo. È bene ricordare, a questo proposito, che il 24 marzo, giorno di apertura del Congresso, è una giornata particolare per la nostra storia. Infatti il 24 marzo 1944 dalle 15,30 alle 20,00 in 67 turni furono sterminate 335 persone alle Fosse Ardeatine. È importante ricordare questo giorno di settantasette anni fa, perché il problema del fascismo in Italia, purtroppo, esiste ancora anche se una parte di certa politica ogni giorno lo nega. La prova più evidente che ultimamente abbiamo avuto di questa piaga nera la si può ricordare con l’assalto fascista alla sede nazionale delle CGIL a Roma lo scorso dicembre. Una delle missioni dell’ANPI con finalità statutaria è quella di concorrere alla piena attuazione della Costituzione che è nata dalla lotta al nazifascismo e inoltre bisogna ricordare che sono necessarie le idee dei costituenti e dei partigiani, perché la democrazia non è un dato certo, assoluto e concluso, ma qualcosa che si può rompere e per questo va difesa da questi attacchi squadristi ed esercitata pienamente secondo i dettami costituzionali.
Proprio per questo l’attività dell’ANPI contro le formazioni neofasciste è stata ampia e capillare e per fare ciò ha stretto collaborazioni con altre associazioni come Libera, ARCI, CGIL, CISL, UIL per attuare un’alleanza democratica di ampio raggio ottenendo così una nuova forma di lotta democratica e antifascista, perché il mondo e la società dai tempi della Resistenza partigiana degli anni ’40 del secolo scorso sono cambiati. Tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945 giovani donne e uomini presero le strade delle montagne per amore della libertà non solo per loro stessi, che per un ventennio furono schiacciati da una feroce dittatura e una sanguinosa guerra, ma anche per le future generazioni, per la democrazia, l’uguaglianza e la pace.
C’è ancora tanta strada da fare
C’è ancora tanta strada da fare e oggi dobbiamo applicare un antifascismo calato nel tempo presente che abbia come base i valori e i principi della Resistenza contro ogni guerra e per una società libera. Una società nella quale essere uguali e contemporaneamente diversi, essendo ben consci che le differenze sono fonte di arricchimento umano e culturale e non devono essere un fattore di paura e divisone. Per tramandare e trasmettere quello che i nostri partigiani ci hanno lasciato in modo che siano semi che possano portare frutto tra le nuove generazioni l’ANPI da sempre è impegnato nelle scuole di ogni ordine e grado e lo sarà sempre di più grazie ad un protocollo con il MIUR attraverso percorsi formativi e di memoria. E proprio legato ai giovani, che sono stati i primi ad accorgersi e a mobilitarsi per i problemi ambientali e i mutamenti climatici, l’ANPI da sempre appoggia i movimenti a favore della tutela dell’ambiente, perché il tema ambientale è fondamentale e deve essere inserito nelle agende politiche di tutti i paesi come uno dei punti principali. Solo tutelando il nostro pianeta potremo avere un mondo migliore e vivibile per tutti. Mantenendo uno sguardo globale aggiungo, inoltre, che l’ANPI si impegna anche a livello internazionale in due direzioni: il lavoro propriamente dell’ANPI, Il lavoro della FIR (Federazione Internazionale dei Resistenti), con la quale l’ANPI collabora da tempo. Mi avvio alle conclusioni ricordando che il momento centrale per l’ANPI è il 25 aprile.
Il valore del 25 aprile
Una giornata di memoria, ma anche di festa e gioia per la libertà che tutti noi abbiamo ritrovato e momento fondamentale per unire tutte le forze democratiche del Paese. Da segnalare l’ottimo lavoro svolto da Gad Lerner e Laura Gnocchi con il portale “Noi Partigiani”, sito utile per alimentare e far conoscere le storie dei partigiani dalla loro voce con video e interviste. Ma il 25 aprile non è solo una data sul calendario, il 25 aprile deve essere tutti i giorni, perché l’antifascismo deve accompagnare la nostra vita quotidianamente, perché solo così si potrà arginare e debellare definitivamente ogni forma di discriminazione e il fascismo.
Questi sono i temi che sono stati trattati principalmente al Congresso, che abbracciano molte tematiche apparentemente scollegate tra loro, ma che se guardate più attentamente ci portano verso un orizzonte più umano e più giusto per tutte e tutti. Sono tornata a casa stanca, ma felice per avere partecipato ad un evento così importante di un’associazione nata nel passato che fin dall’inizio ha rivolto lo sguardo al futuro affinché quel futuro fosse libero e felice e che avesse come base fondante la Costituzione nata dalla Resistenza e dal sacrificio di tanti giovani uomini e di tante giovani donne che hanno saputo dire coraggiosamente no al nazifascismo. Ho conosciuto persone stupende con le quali mi sono confrontata, perché anche se non sempre abbiamo avuto idee uguali, siamo partiti da principi e valori comuni che non sono mai stati messi in discussione e abbiamo camminato tutti insieme.
Viva la Resistenza! Viva le partigiane e i partigiani! Viva la Costituzione! Viva l’ANPI!
Roberta Rossetto