CGIL e UIL: “Insieme si può fare la differenza”
Giovedì 16 dicembre Cgil e Uil hanno proclamato una giornata di sciopero contro la legge di bilancio, con manifestazioni interregionali tra cui Milano.
Il fatto che la Cisl si sia smarcata non rappresenta un buon segnale, tanto più che questa organizzazione sindacale farà un propria manifestazione sabato 18 in una piccola piazza romana, dal titolo – a mio giudizio ambiguo – “La responsabilità in piazza”.
Non è semplice proclamare uno sciopero generale in un paese in cui occorre mantenere una parvenza di concordia in nome della (sacrosanta) lotta al covid, quando sul versante sociale la legge di bilancio è oggettivamente iniqua e non in grado di contrastare l’aumento delle diseguaglianze di quest’anno di pandemia. Si tratta anche di un investimento sul futuro, perché sui capitoli più sensibili – fisco e pensioni – nei prossimi mesi si dovrà comunque andare verso riforme più strutturali; inoltre ci saranno da allocare le ingenti risorse del Pnrr: quindi o riemerge un punto di vista autonomo del sindacato, purtroppo privo di sponde politiche, per far pesare gli interessi di lavoratori e pensionati, oppure sarà difficile scardinare uno schema dove in nome della responsabilità generale e dei superiori “interessi” del paese, prevalgono i poteri forti.
Non è un caso che nella polemica di questi giorni si sorvola sul merito dei provvedimenti, e si preferisce usare contro la Cgil e la Uil argomenti politici, se non addirittura ideologici e moralistici: luoghi comuni tipo che c’è chi lavora per unire e chi per dividere, chi è responsabile e chi – quindi – non lo è….
Eppure gli elementi di conflitto sono chiari nella loro semplicità. La rimodulazione dell’Irpef favorisce i redditi sopra i 35 mila euro, quando l’85% dei lavoratori e dei pensionati sono sotto quella soglia di reddito. E occorre quindi agire sulle detrazioni.
Per quanto riguarda le pensioni, quota 102 è un’invenzione che riguarderebbe poche migliaia di persone, mentre occorre superare la legge Fornero in senso solidale, introducendo flessibilità per l’accesso al trattamento di quiescenza e soprattutto introducendo una pensione di garanzia per i più giovani, per chi svolge lavori poveri e discontinui.
Certo, l’unità darebbe maggior forza all’iniziativa sindacale, ma se diventa un fattore di immobilismo e di sostanziale accettazione di quanto già deciso e “blindato” dai partiti, indebolisce il sindacato e danneggia i lavoratori.
Quindi tutti in sciopero il 16 dicembre e tutti in piazza a Milano e nelle altre città dove si manifesterà perché “Insieme si può fare la differenza”!
Federico Bellono