L’attenzione e l’iniziativa di “Libera Piemonte” e dell’associazione “Benvenuti in Italia” è, come noto, giunta nel febbraio 2015 alla sottoscrizione di un protocollo (tra il Comune di Ivrea, la Prefettura di Torino, la Fondazione Storico Carnevale di Ivrea, l’Associazione degli Aranceri, e le due associazioni promotrici dell’iniziativa) per verificare che le arance usate nella battaglia del Carnevale di Ivrea fossero “frigie”, libere dai traffici delle mafie e dal caporalato.
Diverse le iniziative intraprese di sensibilizzazione sul problema del caporalato (l’ultima il 16 febbraio scorso in sala Santa Marta a Ivrea e, nel mese scorso, la “carovana” che ha attraversato l’Italia) e sulla trasparenza del percorso delle arance dalla produzione alle piazze eporediesi della battaglia. Per far conoscere il progetto anche un banchetto il 19 febbraio, in piazza Ottinetti con la distribuzione del simbolo da cucire sulle divise degli aranceri.
Anche quest’anno, però, come era già accaduto l’anno scorso, la documentazione necessaria non è giunta con la dovuta tempestività e perciò, fino a qualche giorno fa, non si è riusciti a sapere se nella battaglia di quest’anno le arance sarebbero state frigie.
Alla fine Libera Piemonte e Benvenuti in Italia in un comunicato informano che, nonostante i ritardi, “tutti i documenti sono pervenuti correttamente”. Ma, sottolineano, poiché l’efficacia del Protocollo sottoscritto “si basa sulla tempestività con cui la documentazione richiesta viene presentata agli organi preposti, Prefettura in primis”, sarà necessario incontrarsi “con tutti i firmatari per fare il punto della situazione, confrontarci sulle difficoltà e trovare nuovi strumenti e nuove modalità per continuare su questa strada”.
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Carnevale di Ivrea: anche quest’anno in ritardo, ma le arance della battaglia erano “frigie”