Presentato lunedì 12 maggio il Piano della Mobilità Sostenibile realizzato dal Mobility Manager Paolo Ruffini. Idee, analisi e proposte per arrivare preparati al 2027, quando ci sarà una nuova fase di programmazione delle risorse europee. Previsti due incontri partecipativi aperti alla cittadinanza nei giorni 23 e 28 maggio presso il Polo Infermieristico Officine H
A fine dicembre 2023 sulle pagine di questo giornale scrivevamo: “il tema della mobilità diventerà centrale come non lo è mai stato a Ivrea e nel territorio circostante e Chiantore e la sua maggioranza verranno giudicati per come riusciranno a cambiare lo stato attuale delle cose”. In quei mesi stavano cominciando i lavori alla ferrovia e sostenitori e detrattori della giunta Chiantore scommettevano sulla buona o cattiva gestione dei cantieri e della viabilità urbana. A distanza di due anni i punti nevralgici del traffico eporediese sono rimasti pressoché invariati e l’unico intervento veramente significativo (e riuscito) è stato il doppio senso di circolazione in via Garibaldi verso Porta Aosta. Ma qualcosa potrebbe presto cambiare.
Lunedì 12 maggio è stato infatti presentato il Piano della Mobilità Sostenibile, il documento che il Comune d’Ivrea ha redatto per avere una fotografia precisa e dettagliata dei flussi di traffico e dello stato della mobilità cittadina e per dotarsi di una linea d’indirizzo futura. «Nel 2027 ci sarà una nuova fase di programmazione delle risorse europee» spiega infatti Paolo Ruffini, mobility manager incaricato dall’amministrazione eporediese di redigere il piano; «considerato che il Comune d’Ivrea non dispone attualmente di abbastanza risorse finanziarie dobbiamo arrivare preparati a quell’appuntamento per poter intercettare finanziamenti e bandi». «È lo strumento che ci aiuterà a declinare gli investimenti futuri» ha confermato l’assessore alla mobilità Massimo Fresc, seguito a ruota dall’assessore alla viabilità Francesco Comotto: «è un piano per certi versi rivoluzionario; sarà una sorta di Piano Regolatore della mobilità». Parole roboanti, forse eccessive per presentare l’inizio della discussione di un piano che fino a questo momento ha prodotto quasi esclusivamente dati e informazioni che chiunque in città già conosce da tempo, se pur non in maniera così dettagliata e precisa.
Di quali dati parliamo?
Paolo Ruffino illustra rapidamente alcuni numeri significativi: «A Ivrea abbiamo calcolato circa 112 mila spostamenti giornalieri; di questi il 60% sono attraversamenti». Ciò significa che più delle metà delle auto che entrano in città non si fermano in centro, ma proseguono verso altre direzioni. «9.500 spostamenti veicolari avvengono poi in meno di 1 km. Se a questo numero aggiungiamo il fatto che circa 20.000 spostamenti rientrano in meno di 3 km il quadro che esce è quello di una città in cui le persone si spostano per brevissime tratte». Solo che spostarsi significa, per molti cittadini, prendere la macchina. «Ivrea è oggi una città assediata dal traffico» e lo confermano anche i dati elaborati all’interno del fitto e corposo “Quadro Conoscitivo” disponibile sul sito del Comune d’Ivrea che evidenzia come la circonvallazione interna (lungo Dora) rappresenti “il principale nodo di smistamento del traffico cittadino”, con picchi fino a 12.000 veicoli al giorno. Se il centro cittadino vive una cronica situazione di criticità del traffico urbano, gli altri quartieri della città non se la passano certo meglio. «Via Torino» si legge tra le ultime pagine del documento «è caratterizzata da un intenso traffico veicolare», «Corso Vercelli e la rotonda d’intersezione con Via Strusiglia e il Terzo Ponte sono epicentro di congestione durante le ore di punta, che aumenta la probabilità d’incidenti»; e poi ancora «Corso Nigra e Via Miniere sono assi principali che registrano frequenti rallentamenti e code, aggravando i tempi di percorrenza e qualità dell’aria».
Ivrea come le città del nord Europa: un centro “a misura d’uomo” e una circonvallazione larga per redistribuire il traffico

La proposta di “circonvallazione larga” (blu scuro) con l’ipotesi di realizzazione del “peduncolo” (in rosso)
L’esposizione dei dati è veramente lunga e corposa e, sebbene durante la conferenza stampa non ci sia stato il tempo materiale per gli approfondimenti, sono state altresì avanzate alcune delle proposte concrete sulla mobilità cittadina. La più rilevante che, se attuata, condizionerà significativamente le scelte future in materia di viabilità prevede di ampliare la circonvallazione cittadina riducendo il numero di auto che attualmente transitano su Corso Re Umberto (Lungo Dora) per dirottarle maggiormente verso via Torino in direzione Terzo Ponte. Ruffino non è sceso nei dettagli legati al “come” ridurre il traffico sul Lungo Dora, ma tra le opzioni “papabili” pare ci sia la proposta di ridimensionare da due a una il numero delle corsie (scoraggiando così l’attraversamento). Scaricare automezzi sul Terzo Ponte e su Via Torino potrebbe certamente alleggerire il traffico interno cittadino, ma come risolvere le interminabili code che già oggi si formano nei momenti di maggior affluenza? La proposta (affatto nuova) nel primo caso è quella di realizzare finalmente il “peduncolo”, ovvero quel tratto di strada asfaltata che, sbucando dalla curva conclusiva del Terzo Ponte costeggerebbe il Naviglio per poi tagliare via Casale e immettersi successivamente su Corso Vercelli. Su Via Torino si “spera”, invece, nell’apertura del Casello di San Bernardo, poco dopo l’area industriale che potrebbe far confluire quella parte di traffico che oggi attraversa Ivrea in direzione Aosta.
Durante la conferenza stampa Ruffino e gli assessori Fresc e Comotto hanno poi elencato tante altre azioni di “corredo”: l’idea di realizzare parcheggi all’interno di “edifici a più piani” per liberare gli spazi, realizzare zone 30 km/h (su questo punto Ruffino ha precisato che le zone interessate da questi interventi già oggi registrano una velocità media di 19 km/h), estendere la rete ciclabile dagli attuali 5 km a 50 km. Anche sul Trasporto Pubblico Locale (TPL) sono previsti interventi da concordare progressivamente con l’Agenzia della Mobilità, tra cui, ricordava l’assessore Fresc, l’accorpamento delle linee 2 e 2/ e delle linee 6 e 6/ e l’estensione del servizio fino al BioIndustry Park.
La proposta di Piano di mobilità Sostenibile della Città di Ivrea sarà inoltre al centro di due giornate di “progettazione partecipata” che si svolgeranno nei giorni 23 e 28 maggio presso il Polo Infermieristico Officine H aperte a tutti i cittadini. Superate queste giornate non resterà altro che provare a “mettere a terra” le idee proposte.
La mole d’informazioni, di analisi e statistiche contenute in questo Piano restitusce, per la prima volta dopo tanto tempo una modesta visione sul futuro della mobilità eporediese o quanto meno un indirizzo di massima che possa guidare le scelte che l’amministrazione vorrà intraprendere. Non è cosa da poco, se consideriamo quale è stato sin ora l’approccio sulla mobilità: scelte improvvisate, sconnesse da una visione sistemica e di corto respiro. Ricordiamo tutti le polemiche sorte con la rotonda di Porta Vercelli e il traffico che ha inizialmente generato, le discussioni sulle piste ciclabili e i continui “metti e togli” dei parcheggi di corso Massimo d’Azeglio: “progettini” pesantemente criticati da più parti perché percepiti come “toppe” da mettere ad un sistema viario che fa acqua da tutte le parti. Con il Piano attuale, invece, le discussioni che sorgeranno andranno se non altro contestualizzate all’interno di un progetto più ampio. Resta lo scoglio delle risorse con cui attuare le azioni del Piano, ma già sapere come volerle investire non è cosa da poco.
Andrea Bertolino