Tante le iniziative realizzate in dicembre e molte altre in programma fino alla prima decade di febbraio per esprimere la solidarietà concreta di Ivrea verso la comunità palestinese gemellata.
Di fronte alla barbarie disumana scatenata contro i palestinesi (con il massacro senza fine a Gaza e le uccisioni, aggressioni, distruzioni, violenze, vessazioni di ogni tipo e carcerazioni amministrative in Cisgiordania) la campagna di solidarietà “Un ponte con Beit Ummar” è veramente poca cosa, ma è un gesto concreto che serve a “restare umani”.
Lanciata il 5 dicembre scorso dal Comune di Ivrea insieme a un nutrito gruppo di associazioni locali e all’associazione Vento di Terra che opera da 18 anni in Palestina, la campagna di solidarietà prevede la costruzione di un pozzo-cisterna per servire 130 famiglie (circa 500 persone) a Beit Ummar, cittadina palestinese vicina a Betlemme, gemellata con la città di Ivrea dal gennaio 2003.
E sono già tanti che, partecipando alle diverse iniziative realizzate in questo mese di dicembre o versando un contributo direttamente sul conto dedicato, sono “restati umani”.
Innanzitutto gli studenti che hanno visitato la mostra “Occhi su Gaza” ospitata presso il Liceo Gramsci e poi il 21 dicembre presso lo ZAC! E poi gli alunni e genitori delle scuole dell’infanzia, primarie e medie di Ivrea e Montalto Dora che hanno aderito all’iniziativa “Libri per la Pace” donando libri, venduti poi a offerta libera in Santa Marta e diverse bancarelle. E ancora libri in vendita a offerta libera all’ingresso del cinema Politeama, con il ricavato interamente destinato al “Ponte con Beit Ummar”.
Ma è stata probabilmente la giornata del 21 dicembre quella che ha concentrato più iniziative e, per dirla con uno degli organizzatori, Federico Giovannini del Comitato Ivrea per la Palestina: «è stato un modo speciale di festeggiare il Natale, sentendoci realmente immersi nello spirito di calore, solidarietà e di sentire comune. Unirci nelle sofferenze delle palestinesi e dei palestinesi – prosegue Giovannini – è stato l’unico modo di colorare significativamente queste feste. Considerato il periodo dell’anno, eravamo tutte e tutti molti stanchi, ma felici di essere insieme, consapevoli che nelle bandiere palestinesi che costellavano l’allestimento c’è la speranza di liberare non solo la Palestina dalle bombe e dal colonialismo sionista, ma anche di liberare i nostri corpi dalle tenaglie di un sistema che anche qui in Europa non ci dà pace e ci ruba il tempo e quindi la vita – la stessa che il 21 dicembre allo ZAC! abbiamo fatto rinascere insieme, tra rabbia, amore e voglia di organizzarsi sempre di più per liberare la Palestina e con essa le nostre vite».
Una giornata piena, con al centro le insopportabili condizione dei palestinesi, cominciata al mattino con l’allestimento della mostra “Occhi su Gaza”, proseguita nel pomeriggio con l’apertura del mercatino dell’artigianato, la presentazione del libro “Dialogo impossibile con un rabbino. Israele e la tragedia dell’arroganza” con l’autore Diego Siragusa, le favole per bambini e storie per adulti recitati dalla Casa delle Donne. Dalle 18.15 la parola è passata alla musica in acustico con Gaia Scala, Fabio de Fazio e infine i Superkolla. A metà concerto i bambini e le bambine del Centro Culturale Islamico hanno fatto un flashmob per rappresentare lo strazio della carneficina in Palestina. In chiusura di serata, infine, la cena Palestinese organizzata dallo ZAC!
Proposte diverse che hanno interessato persone diverse, con una partecipazione di “rimasti umani” molto eterogenea anche in termini anagrafici.
Dell’andamento della campagna parliamo con Patrizia Dal Santo, vicesindaca della Città di Ivrea, che ricorda che «l’iniziativa dell’amministrazione comunale ha dato seguito a quanto proposto nella mozione, approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale, “Per l’immediato cessate il fuoco, il riconoscimento dello Stato di Palestina e la promozione dei rapporti con il villaggio gemellato di Beit Ummar”».
Sull’andamento in termini economici della campagna, Dal Santo informa che «la somma raccolta con le iniziative finora realizzate si avvicina ai cinquemila euro, mentre si saprà nei primi giorni di gennaio quanto è stato versato direttamente sul conto (intestato all’associazione Vento di Terra ETS che opera in Palestina ed è in contatto, come lo siamo noi, con le autorità locali di Beit Ummar) da associazioni e singole persone. Sono poi previste altre iniziative (una breve rassegna di film sulla Palestina, la presentazione del libro “Combattenti per la pace” e di un docufilm con interviste ai coloni) e altre sono in cantiere. E contiamo di realizzare un evento di chiusura della campagna entro la prima decade di febbraio».
a cura di ƒz
Per chi volesse contribuire alla raccolta fondi:
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Causale: UN PONTE CON BEIT UMMAR