Tornano i festival per il clima – al via il Climate Social Camp e il Festival Alta Felicità

FESTIVAL ALTA FELICITÀ – 29-30-31 LUGLIO 2023

Torna il Festival Alta Felicità, dal 29 al 31 Luglio la Borgata 8 Dicembre di Venaus sarà di nuovo attraversata da migliaia di persone che, con entusiasmo, arriveranno in Val di Susa per tre giorni di musica, dibattiti, incontri e gite.

Anche quest’anno il Festival No Tav si concentrerà sulla tematica ecologica, visti gli evidenti cambiamenti climatici in atto, non soltanto sui nostri territori, ma in tutto il mondo, che stanno modificando la vita di tutti e tutte: a maggior ragione alla luce del contesto di guerra in cui vengono destinate ingenti risorse per la distruzione e non per la salvaguardia della vita e del pianeta.

Si rinnova così anche il gemellaggio con il Climate Social Camp 2023 che si terrà a Torino dal 26 al 28 luglio dove centinaia di attivisti e attiviste si ritroveranno per discutere, confrontarsi e crescere insieme per capire come proseguire la lotta per il clima e vincere questa sfida complessa, ma vitale.

Ad attendervi grandi aree verdi per il grande campeggio gratuito. Ogni area sarà dotata di servizi igienici.

La forza del movimento No Tav sta nella partecipazione e nell’organizzazione ampia e coinvolgente delle attività, in tanti hanno già scelto di partecipare alla campagna “Entra a far parte della Ciurma ad Alta Felicità” diventando parte dello staff del festival, tu che cosa stai aspettando?

IL FUTURO È GIÀ OGGI, NON MANCARE!

CLIMATE SOCIAL CAMP –  26-27-28 LUGLIO 2023

Vogliamo generare relazioni di confronto, analisi e azione che vertano su questioni urgenti legate alla vita, questioni sociali ed ecologiche nella loro dimensione materiale, politica e culturale.

E’ urgente confrontarsi e agire per costruire modelli di organizzazione della lotta e della vita nella società, con la società. La sfida che questi tempi ci presentano è dura ed impegnativa, non sarà sol3 e frammentat3 che riusciremo ad affrontarla e vincerla. Nella diversità e nella specificità di ogni lotta e soggetto dobbiamo trovare le energie e la forza per produrre la potenza e l’organizzazione necessaria a sostenerci e creare prospettive, alternative vive e praticabili. Il paradigma di una società nuova, di una vita nuova è necessario e desiderato ora più che mai a fronte della violenza e della disperata solitudine delle macerie in cui Stati e capitalismo vorrebbero chiuderci. Il dominio, il potere, lo sfruttamento e l’accaparramento di forza lavoro, di forza riproduttiva e di risorse hanno le radici nella stessa struttura ideologica ed economica che produce non solo merci, ma anche cultura e modo di pensare. E’ oltre questa che dobbiamo guardare per riuscire a ripensarci come esseri ecologici per lo sviluppo di una società ecologica, che ricerca nell’equilibrio, nella cura, nella giustizia e nella libertà tra esseri umani e tra umani e non umani la sua forma organizzativa e produttiva.

Sul nostro territorio, ma anche guardando aldilà dei confini politici ad una dimensione internazionale e transnazionale, cogliamo l’acqua come nodo centrale da un punto di vista sociale ed ecologico.

Un nodo centrale a cui portano tutti i fili perché necessaria per la riproduzione della vita di tutt3 e per una vita in salute, centrale in quanto campo di scontro poiché trattata come merce dalle elites politiche ed economiche anziché come bene primario e comune, un elemento minacciato da crisi climatica, deforestazione, cementificazione, devastazione del territorio, privatizzazione e guerra. Un elemento la cui scarsità e cattiva gestione comporterà un crescendo di disparità sociali economiche, di genere ed etniche, che si tradurranno in conflitti sociali e guerre sempre più frequenti. Un elemento che su un territorio depredato e snaturato ha già mostrato alcuni dei suoi lati peggiori: siccità ed alluvione.

In tant3 lottiamo quotidianamente contro gli attacchi e le minacce che il sistema capitalistico e gli Stati agiscono contro la società e il Pianeta, ma se vogliamo emergere da questo scontro epocale come parte vittoriosa abbiamo la responsabilità storica, morale e politica di unirci, coordinarci e supportarci.