Sul “sequestro” dell’Imam di Torino Mohamed Shahin interviene il coordinamento della conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone private della libertà personale

Il portavoce del coordinamento della conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone private della libertà personale: “non si può condannare un uomo per un’opinione e le accuse vanno valutate nelle sedi competenti, i tribunali, non nei centri di permanenza per il rimpatrio”. Il comunicato.

La Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino e il Garante regionale della Sicilia e la Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale seguono con la massima attenzione la vicenda riguardante l’imam della Moschea Omar Ibn al-Khattab di Torino, Mohamed Shaim, attualmente trattenuto presso il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Caltanissetta.

In qualità di organi indipendenti di tutela, i Garanti ribadiscono che ogni misura limitativa della libertà personale deve essere adottata nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali, della normativa nazionale ed europea e degli standard internazionali in materia di diritti umani.

Il collega Garante regionale della Sicilia in coordinamento con la Garante della Città di Torino, si è recato sabato 29 novembre presso il Centro di trattenimento per verificare le condizioni di Mohamed Shaim, la proporzionalità e la legittimità della misura restrittiva applicata.

Il Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale, Samuele Ciambriello e il Coordinamento della stessa richiamano l’attenzione delle autorità competenti sulla necessità che ogni procedura riguardante il trattenimento amministrativo sia condotta con la massima trasparenza e nel pieno rispetto delle tutele previste dalla legge, a partire dalla garanzia di un controllo giurisdizionale effettivo e tempestivo. Inoltre, sottolinea la discrezionale decisione del Ministero di tradurre il sig. Mohamed Shaim presso il Centro di espulsione siciliano, nonostante fossero presenti posti disponibili e ancora presenti presso il CPR Brunelleschi di Torino, città in cui Omar Sahim ha famiglia che lo sosterrebbe in questo delicato momento e faciliterebbe l’assistenza legale.

La tutela dei diritti fondamentali delle persone private della libertà quali l’assistenza legale, il mantenimento dei legami familiari, indipendentemente dalla loro condizione giuridica o provenienza, rappresenta un cardine essenziale dello Stato di diritto e un dovere inderogabile per tutte le istituzioni.

In uno Stato di diritto, eventuali accuse nei confronti di chiunque – incluso Mohamed Shaim – devono essere valutate esclusivamente nelle sedi competenti, cioè nei tribunali. I Centri di Permanenza per il Rimpatrio non sono luoghi di giudizio: non servono a stabilire responsabilità penali né a sostituire il ruolo della magistratura.

È fondamentale ricordare che solo il sistema giudiziario, con le sue garanzie e procedure, può accertare fatti, valutare prove e pronunciare sentenze. Ogni altra forma di “giudizio” al di fuori di questi canali viola i principi fondamentali dello Stato di diritto e il rispetto dovuto a ogni persona.

Inoltre, qualora una persona rischi trattamenti inumani, degradanti o addirittura la tortura nel Paese di origine, il rimpatrio può costituire una grave violazione dei diritti umani fondamentali. Gli standard internazionali e il principio di non-refoulement impongono che nessuno venga trasferito in un luogo dove la sua incolumità potrebbe essere messa in pericolo.

In attesa che vengano chiariti tutti gli elementi della vicenda, il Coordinamento della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà persone e i Garanti territoriali interessati continueranno a monitorare da vicino la situazione e, qualora emergessero criticità, non esiteranno a segnalarle, ringraziando i destinatari per la loro attenzione e per la collaborazione, certi anche del loro impegno a rispettare pienamente i principi dello Stato di diritto.
Su questo tema chiedendo un loro intervento, il Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali, Samuele Ciambriello ha scritto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e all’Ufficio del Garante Nazionale.

Il Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale e il Coordinamento della stessa