Sportello stranieri: un atto di civiltà che conviene.

Il Consiglio comunale di Ivrea riapre le porte dello sportello stranieri: una buona e attesa notizia.

Uno Sportello stranieri, ricordando che tutti noi possiamo doverci trovare stranieri altrove, è quindi prima di tutto un atto di civiltà.
Ci stava il voto unanime (è mancato solo quello del consigliere Cantoni, la sua parte politica d’altronde alla parola stranieri si irrigidisce), perché gli sportelli stranieri comunali sono strumenti utili anche alle amministrazioni locali. No, non è un paradosso, ma una provata verità. Un Comune che offre ai suoi residenti non italiani informazioni e indicazioni su come muoversi fra i servizi comunali, sui diritti e i doveri, è un Comune che aiutando lo “straniero” aiuta sé stesso e i suoi uffici agevolando il rapporto reciproco.
Opporsi alla costituzione di uno sportello stranieri, come ha fatto il consigliere Cantoni, oppure obiettare e ironizzare come ha fatto il consigliere De Stefano (“Già che ci siamo possiamo anche aprire un ufficio che si occupa di affitti e pratiche auto!”, scrive), vuol dire non sapere di che si parla oppure assumere posizioni preconcette.
Lo Sportello va aperto al più presto, per colmare una mancanza di anni. Può essere riservato ai residenti o allargato a chi lavora in città, oppure essere un servizio itinerante gestito in rete con i comuni limitrofi. L’elenco dei servizi può essere deciso o ispirandosi a quanto già fatto a Ivrea oppure vedendo cosa fanno le decine e decine di comuni che hanno questo servizio, incluso il Comune di Torino, dove – al contrario di quanto scrive il consigliere De Stefano – un Servizio stranieri esiste.
Gli sportelli stranieri, molto diffusi nel nostro paese, hanno l’obiettivo di dare informazioni sui diritti e doveri del cittadino straniero che vive in Italia, di orientarlo fra i servizi comunali e sui quelli socio-sanitari presenti sul territorio, sui documenti da fornire e a chi per il ricongiungimento familiare, per la carta di soggiorno, la richiesta di cittadinanza italiana, ma anche aiutare nella compilazione e presentazione della modulistica amministrativa, alleggerendo così gli uffici comunali.
Possono star tranquilli i consiglieri De Stefano e Cantoni, gli sportelli stranieri non entrano in competizione con i Caf o le agenzie private (per quanto non sarebbe sbagliato che un ente pubblico fornisca servizi gratuiti ai propri residenti e contribuenti), perché il servizio è soprattutto informativo e di orientamento.
Non si tratta di un Caf comunale, ma di uno sportello per aiutare persone residenti nelle nostre città che non parlano ancora fluentemente la nostra lingua e provengono da paesi con legislazione molto diversa da quella italiana. Un cittadino informato direttamente dal Comune, sviluppa un sentimento di fiducia e consapevolezza verso le istituzioni che non può che giovare ad entrambi i soggetti.
I Caf e le agenzie, principalmente macinano pratiche.
Prendiamo un caso reale. E’ accaduto che un ragazzo extracomunicato si sia rivolto ad un Caf per chiedere se aveva diritto al Reddito di Cittadinanza. L’impiegato gli ha chiesto l’Isee e che tipo di permesso di soggiorno avesse. Con il suo Isee e avendo la Carta di soggiorno (permesso permanente), l’impiegato gli dice che poteva fare domanda e procede quindi con la compilazione online del modulo che poi fa firmare al ragazzo.
Lui firma dove gli viene indicato senza rileggere tutto, fidandosi. La persona del Caf invia quindi telematicamente la domanda. Peccato che quell’impiegato non abbia fatto al ragazzo la domanda fondamentale: se era residente in Italia da almeno 10 anni (come prescriveva la legge), creando successivamente dei problemi al giovane. E questo non è un caso isolato che tocca più persone e diversi Caf. Il commento di quel ragazzo fu: “Se ci fosse stato ancora Luca, non sarebbe successo”.
Luca è il dipendente comunale che lavorava allo Sportello Stranieri del Comune di Ivrea, finché aperto. Per tantissimi stranieri di Ivrea è stato per anni un punto di riferimento, solido, competente e gentile, per muoversi fra le pieghe delle nostre leggi e procedure. “Quando avevo un dubbio su un modulo, quando mi serviva una informazione per chiedere un documento, mi sentivo tranquillo perché potevo andare allo Sportello stranieri in Comune”, mi ha detto più di un ragazzo.
Uno Sportello stranieri, ricordando che tutti noi possiamo doverci trovare stranieri altrove, è quindi prima di tutto un atto di civiltà, ma come ho scritto all’inizio e cercato di motivare, è utile anche alle amministrazioni comunali. Come utile sarebbe riaprire InformaGiovani, ma questo è un altro capitolo.

Cadigia Perini