Lettera aperta dell’Osservatorio Migranti
Alle Amministrazioni Locali, ai Sindaci, ai Consigli Comunali, agli Organismi Sociali Consortili e alle Comunità del nostro territorio
In questi giorni ci è giunta la notizia che decine, forse un centinaio e più di giovani persone migranti sono state spostate da alcuni centri di accoglienza gestiti dalla cooperativa Argonauti, che opera nel territorio piemontese e anche in Canavese, ad altri centri di altre cooperative con spostamenti anche di decine di chilometri senza un’approfondita valutazione dei percorsi di inserimento che molti di loro avevano intrapreso.
Le notizie che abbiamo ricevuto sono frammentarie e di difficile verifica, usiamo quindi il condizionale, ma ciò che abbiamo saputo, se fosse vero, sarebbe grave perché un processo complicato, difficile e prezioso, come quello dell’accoglienza inclusiva, deve avvenire con trasparenza e, auspicabilmente, con la partecipazione della comunità locale.
Sarebbe stato un intervento della Prefettura torinese, che avrebbe verificato gravi inadempienze da arte della cooperativa, a portare alla chiusura di alcuni CAS (Centri Accoglienza Straordinaria) e al trasferimento
degli ospitati in altre strutture.
Noi non contestiamo l’intervento della Prefettura, pensiamo però che un sistema di monitoraggio dell’accoglienza vicino ai luoghi dove si svolge l’attività, avrebbe avuto maggiore tempestività e avrebbe potuto, se non impedire le carenze, almeno scorgerle prima, intervenendo con maggiore tempestività anche per ridurre sprechi di denaro pubblico e ulteriori inutili sofferenze ai migranti.
Noi pensiamo che una gestione delle problematiche e delle criticità sempre possibili in tema di immigrazione, dovrebbe avvenire sotto la responsabilità degli Enti istituzionali che risiedono e operano in prossimità del luogo di svolgimento dell’attività di accoglienza e integrazione dei migranti. Anche la ricollocazione degli ospiti degli Enti gestori, quando necessaria e indifferibile, dovrebbe riservare maggior attenzione e rispetto dei percorsi inclusivi in atto, cosa che avrebbe potuto avvenire qualora fossero stati investiti nella gestione dell’accoglienza e integrazione gli Enti Locali e le comunità: è molto triste sentire oggi la delusione di giovani a cui è stato impedito un percorso faticoso ma perseguito con speranza e buona volontà. E’ dolorosa la sensazione dei migranti di essere considerati un peso da spostare anziché risorse da valorizzare anche a beneficio della nostra società italiana oltre che del processo di cooperazione internazionale.
Noi sentiamo fortemente la nostra responsabilità di partecipare a quella impresa complicata ma ineludibile, difficile ma preziosa che è rappresentata dall’accoglienza inclusiva e valorizzante dei migranti che si stabiliscono nei nostri territori, molto spesso dopo avere vissuto percorsi migratori drammatici e
sofferti. Ancora una volta facciamo appello alle amministrazioni locali, ai Sindaci, ai Consigli Comunali, agli organismi consortili e alle comunità del nostro territorio: occorre che voi assumiate un ruolo attivo e responsabile nei confronti di questo fenomeno complesso ma inevitabile, anche per prevenire i gravi rischi sociali derivanti dalla “ghettizzazione”, dalla concentrazione ed emarginazione, in particolare urbana, dei migranti, la cui “esasperazione” potrebbe scatenare conflitti sociali e favorire fenomeni di illegalità difficilmente gestibili, fomentando atteggiamenti razzisti e xenofobi da parte dei residenti autoctoni, anziché la pacifica inclusione sociale di etnie con tradizioni culturali diverse dalle nostre ma non per questo meno interessanti e preziose.
Alcuni anni fa era stato avviato un percorso faticoso, ma virtuoso e funzionale, quando gli Enti locali avevano delegato ai Consorzi InReTe e CISS-AC il sistema di accoglienza e inclusione: tale percorso fu interrotto a seguito di improvvide e demagogiche leggi fortemente volute dall’allora ministro degli Interni. Quel percorso dev’essere non soltanto ripreso ma anche irrobustito e sostenuto da una forte determinazione politica con la dotazione di strumenti di sostegno e inclusione orientati allo sviluppo della persona migrante e al riconoscimento e all’arricchimento delle sue competenze attuali e potenziali.
Auspichiamo che questo nostro appello derivante da senso civico di responsabilità oltre che da una pluriennale esperienza “sul campo”, non cada nel vuoto e che, al contrario, sia uno stimolo per un ripensamento delle politiche locali sociali per l’immigrazione che siano più “attive”, strutturali e meno “emergenziali” rispetto al passato.
Siamo a disposizione di chiunque di voi intenda avviare o proseguire un dialogo costruttivo con noi e/o realizzare iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica rivolte ai cittadini e/o alle scuole.
Grazie dell’attenzione
Osservatorio Migranti Ivrea