Un nuovo progetto per contrastare il disagio e promuovere la salute mentale di adolescenti e giovani è stato avviato dalla Fondazione di Comunità del Canavese con il sostegno di Compagnia di San Paolo in collaborazione con l’ASLTO4, i Consorzi socio sanitari e realtà del terzo settore
In un panorama di progressiva erosione del fondamentale diritto alla sanità, un diritto che purtroppo mostra sempre maggiori crepe nei tanti diversi settori che lo compongono (disabilità, vecchiaia, cure ospedaliere, previdenza, …), un nuovo progetto di Fondazione di Comunità del Canavese prova a dare un segnale di attenzione e di risoluzione dei problemi in un campo, quello del disagio psicologico nei giovani, che, specialmente dopo la pandemia Covid, appare ora in tutta la sua urgenza.
Sono troppi gli adolescenti e i ragazzi che vivono situazioni di disagio, anche sul nostro territorio. Le cause sono tante, così come tante sono le forme con cui esprimono forme di malessere.
Per affrontare questo problema la Fondazione di Comunità del Canavese ha promosso il Progetto Canavese Comunità Competente che ha ricevuto il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo con un contributo di 190.000 € su un totale di 290.000 € di budget totale, nell’ambito del bando Salute, effetto comune, e che avrà per ora la durata di due anni.
Il progetto si propone di lavorare alla prevenzione e alla promozione della salute mentale di adolescenti e giovani (dai 14 ai 25 anni) del Canavese.
Collaborano al progetto: Strutture Semplici di Psicologia della Salute dell’età Evolutiva e Adulta (ASL TO4), Neuropsichiatria Infantile (ASL TO4), Dipartimento Dipendenze Patologiche (ASL TO4), Servizio Sociale Professionale Aziendale (ASL TO4), Consorzi socio-assistenziali IN.RE.TE, CISS 38 e CISSAC di Caluso, Cooperative ZAC!, Andirivieni e Alce Rosso, ICO impresa sociale, Studio Cometa, Fondazione Casa dell’Ospitalità, Associazione Più Diritti.
In una fase iniziale il progetto prevede il coinvolgimento degli adolescenti che saranno avvicinati nei luoghi di maggiore loro presenza, favorendo l’ascolto e la loro partecipazione ad una azione comune volta ad affrontare il problema del disagio. Una equipe di educatori e psicologi avrà il compito di organizzare e gestire laboratori di espressività e manualità, fare da filtro verso i servizi territoriali, individuare precocemente casi di disagio psicologico, prendere in carico le situazioni più urgenti.
Una parte importante del progetto riguarda la prevenzione, che prevede interventi nelle scuole volti anche a contrastare lo stigma che ancora circonda la malattia mentale e che ne allarga la sofferenza. La formula è quella del Recovery College, che prevede la partecipazione agli incontri di un ex paziente a dimostrazione della possibilità di cura e della necessità di inclusione. Gli interventi riguarderanno anche gli adulti di riferimento dei ragazzi (non solo i familiari ma anche educatori, allenatori sportivi, ecc.) con laboratori di formazione riservati agli insegnanti.
Il territorio di competenza si estende su ben 104 Comuni per cui fondamentale risulta la costituzione di una Cabina di regia che riunisca tutti gli Enti che a vario titolo già operano nel campo e figurano come partner, dai servizi della Asl ai Consorzi socio-assistenziali, agli Enti del Terzo Settore. Propria questa integrazione dovrebbe essere uno dei lasciti futuri di questo progetto, anche dopo la sua conclusione.
In previsione il progetto dovrebbe coinvolgere circa 200 ragazzi sul territorio e 300 negli incontri scolastici nelle scuole superiori, una cinquantina di adulti e un centinaio di insegnanti.
Francesco Curzio