Rifondazione: un errore ricordare solo una parte della storia

Nel consiglio comunale del 20 febbraio è stata approvata all’unanimità la mozione del centro-destra che impegnare la giunta a “dichiarare la propria sensibilità verso i temi delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, impegnandosi a organizzare eventi per la ricorrenza del Giorno del ricordo e provvedendo all’installazione di una targa dove celebrare momenti commemorativi”. Per Rifondazione è un errore ricordare solo una parte della storia.

Nell’ultimo Consiglio Comunale la maggioranza di centro-sinistra ha accolto la mozione del centro-destra impegnando l’amministrazione comunale a organizzare ogni anno un evento sulle vittime delle foibe e ad affiggere una targa commemorativa.

Desta preoccupazione e sconcerto l’allineamento alla narrazione di centro-destra dell’intero Consiglio Comunale riguardo a una questione divisiva, di estrema delicatezza e rilevanza storica che include i crimini perpetrati dal nazismo e dal fascismo italiano nelle terre slave.

Il Giorno del Ricordo, istituto nel 2004, è stato fortemente voluto dalle forze di destra di allora, per speculare su una vicenda drammatica e per creare un contrappeso al 27 gennaio e al 25 aprile. Ogni 10 febbraio siamo costretti ad assistere alla perpetua falsificazione della memoria. Ogni anno la storia viene riscritta, i carnefici diventano le vittime mentre gli oppressi diventano colpevoli. I numeri dei morti delle foibe usati come semplice strumento di propaganda aumentano o diminuiscono a piacimento di chi scrive. Ora poche migliaia, ora diecimila ora quarantamila.

Eppure, la realtà storica parla di popoli, quelli slavi dell’Alto Adriatico, vessati e oppressi da un regime fascista che per anni ha vietato la loro lingua, la loro cultura e le loro tradizioni. Si parla del fenomeno del fascismo di confine, iniziato con stragi e violenze già nel 1919, ben prima della marcia su Roma. Si parla di rastrellamenti, incendi punitivi di villaggi e di migliaia di morti nei campi di concentramento italiani nel confine orientale, tra cui il tristemente noto campo di Arbe. Si parla di esecuzioni e rappresaglie legate al tremendo contesto bellico, inserite nel fenomeno della “resa dei conti”, vendute come un grande piano di sterminio anti-italiano. Come un presunto piano di pulizia etnica, dimenticando volontariamente che interi battaglioni dell’esercito di liberazione Jugoslavo erano composti da italiani. Dimenticandosi del distaccamento della Brigata Garibaldi attivo ed operante in Montenegro, al fianco dei partigiani jugoslavi.

Rifondazione ComunistaIl Partito della Rifondazione Comunista di Ivrea si oppone al tentativo di mettere sullo stesso piano il fascismo e l’antifascismo, sovrapponendo e confondendo tragedie incomparabili come l’olocausto e le foibe. Deprechiamo dunque la decisione del consiglio comunale di appoggiare una sola narrazione, quella divisiva del centro-destra, fonte di continue tensioni, quando si dovrebbe invece unire la popolazione italiana nel ricordo articolato di quella complessa vicenda. Per tutto questo facciamo nostre le parole dello storico Eric Gobetti quando dice: “Ho forti perplessità sui tentativi di creare una “memoria condivisa”, cosa oggettivamente molto difficile in situazioni di violenze estreme e di lunga durata. Ritengo più logico un riconoscimento dei rispettivi torti e delle rispettive memorie, senza necessariamente condividerne gli assunti o trovare una, spesso impossibile, mediazione.”

Circolo di Ivrea del Partito della Rifondazione Comunista