Restituire alla città gli spazi abbandonati

La giunta Chiantore decide di dare una diversa sede all’associazione Pifferi e Tamburi alla quale la precedente amministrazione aveva assegnato, senza bando, i locali del Castellazzo. Riapre anche la sala prove per i giovani musicisti alla Valcalcino. Primi passi verso la giusta direzione per una gestione del patrimonio edilizio a favore di chi abita e vive la città.

Il Castellazzo

Il Castellazzo

Non si può che apprendere con favore la decisione della giunta eporediese di ripensare all’assegnazione dei locali del Castellazzo avvenuta senza bando pubblico e con un contributo di 75mila euro più 7mila euro/anno per le utenze. E’ il primo passo verso un uso trasparente e collettivo dei tanti spazi vuoti in città?
In tanti in città giudicarono quell’atto della giunta Sertoli inaccettabile, a maggior ragione in una città come Ivrea con una grave carenza di spazi di socialità per giovani, anziani, associazioni di volontariato e culturali.
Questa primo atto della nuova Giunta fa capire un diverso modo di intendere la distribuzione degli spazi fra le diverse esigenze della cittadinanza. In tanti auspicano che sia solo il primo atto per restituire alla città i tanti spazi chiusi e abbandonati, pubblici ma anche privati; infatti è dovere di un’amministrazione pubblica di intervenire anche di fronte a situazioni di degrado e abbandono di aree private incentivando il recupero degli edifici.
Occorre dare spazio in particolare ai giovani perché possano avere un luogo per incontrarsi, per studiare, discutere, per esprimere la loro sensibilità artistica. Ad Ivrea manca una sala conferenze economicamente accessibile e una Galleria d’arte Civica, così denunciava Unione Popolare nel suo programma per le amministrative.
Unione Popolare, in preparazione della campagna elettorale, aveva svolto una ricerca sui luoghi abbandonati della città. Durante questa indagine si sono trovati luoghi chiusi e degradati, ma anche luoghi in buono stato ma non utilizzati. Fra questi ultimi il Centro Anziani di San Lorenzo, chiuso dalla precedente giunta, pur essendo un importante centro di incontro frequentato da un centinaio di cittadine e cittadini di quel quartiere.

Alcuni dei luoghi chiusi e abbandonati della città e qualche domanda alla nuova amministrazione.

ex Informa Giovani

Castellazzo. Quello spazio che negli anni è stato sede di diverse attività, probabilmente ha la sua migliore destinazione come spazio autogestito da giovani, nelle modalità che l’amministrazione comunale può trovare facilmente. Si può trovare un bando per finanziare i lavori di ristrutturazione includendo anche la quota che era già stata stanziata allo scopo?

Ex-Informa Giovani (piazza Fillak). È attualmente occupato? L’assegnazione è stata fatta con un bando? Può essere destinato a sede di diverse associazioni o di un servizio pubblico (es. sportello stranieri e magari sede della Consulta stranieri comunale)?

Sala Cupola – Complesso La Serra. Quanto manca ancora per riaprire la sala conferenze donata al Comune? E quali saranno le modalità e i costi per usufruirne? E qual è la situazione del resto del complesso La Serra (atrio, sala conferenze, …) Quest’ultimo è privato, ma l’amministrazione certo non può non interessarsene.

Ex-Camera di commercio (via Jervis). Si vende? E se non si riesce a venderla è possibile destinarla ad uso pubblico trovando i finanziamenti per la sua sistemazione? Ad esempio, ci starebbe bene il Centro Visite Unesco, una sede pubblica e abbastanza ampia da poter anche ospitare mostre olivettiane.

Ex dispensario (Asl)

Ex-Dispensario Asl (zona San Michele). Quando l’erba è alta (spesso) nasconde l’edificio abbandonato, ma si intravvedono rifiuti, di certo l’area non è sicura né salubre. Chi è la proprietà (Asl?)? Verrà richiamata alla cura dell’area perché non crei pericolo e degenerazioni? Si può riutilizzare?

Ex- Valcalcino. Qual è il progetto di recupero di entrambi gli edifici? Oltre che all’associazione Pifferi e Tamburi  e alla sala prove per i giovani musicisti, potranno trovare una sede anche altre associazioni? È un’area molto grande a ridosso dello Stadio della Canoa, non è pensabile anche un riuso collegato a questo sport che vede Ivrea fra i siti di maggior prestigio?

 

ex Serd

ex Serd

Ex-Inam ed ex Serd (corso Nigra).
Nel primo si parla di collocare l’ospedale di comunità. Una collocazione decisamente infelice direttamente su una strada ad alto traffico e senza parcheggio libero adiacente. Della seconda palazzina, indipendente con piccolo giardino, si sa poco. Si presta bene ad un servizio pubblico, come l’Informa Giovani, solo per fare un esempio. Ci sono progetti?

E passando al privato per citare solo tre esempi: Area ex-Enel (corso Vercelli) ampi spazi, uffici, abitazioni, tutto chiuso e abbandonato da anni. Ex-Elea (San Lorenzo), edificio abbandonato, con vetrate spaccate, ben visibile da via San Lorenzo. Ex bar-pub e campeggio lago San Michele, abbandono e degrado, su uno dei luoghi naturali più belli della nostra città.

Da un lato abbiamo dunque tante aree ed edifici abbandonati, dall’altra una grande richiesta di spazi. E’ possibile far incontrare le due situazioni? Il costo del recupero è sicuramente alto e probabilmente i fondi del PNRR potevano essere usati meglio in questa direzione, ma non si può non calcolare anche il costo del degrado e della privazione di spazi ad associazioni, giovani, quartieri.
L’auspicio è che la nuova amministrazione metta in agenda un incontro pubblico per illustrare il proprio piano per il recupero e la restituzione dei tanti spazi cittadini abbandonati e sottratti alla fruizione pubblica.

Cadigia Perini