L’intervento di Mimmo Pignataro del Circolo Legambiente Dora Baltea al convegno organizzato dalla Cgil il 5 luglio a Bollengo sul lavoro nell’Eporediese: “Cos’è? Quale futuro?”
L’osservatorio CittàClima di Legambiente ha rilevato tra il 2010 e novembre 2021 1118 eventi estremi nell’ultimo anno, segnando un +17,2% rispetto alla passata edizione del rapporto. Gli impatti più rilevanti si sono registrati in 602 comuni italiani, 95 in più rispetto allo scorso anno (quasi +18%).
Qualche mese fa il VI rapporto di valutazione di IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) denuncia che, visto l’andamento della popolazione e del clima, nei prossimi 50 anni tra 1 e 3 miliardi di persone si troveranno fuori delle condizioni climatiche nelle quale l’umanità ha vissuto negli ultimi 6.000 anni.
Se si tiene conto che gran parte dell’umanità vive in una nicchia caratterizzata da una temperatura media su base annuale tra i 11 e 15 °. Due gradi in più possono essere molto importanti per determinare se un’area potrà continuare ad essere abitabile.
Le simulazioni avevano già evidenziato che l‘Italia vedrà un aumento di eventi di intensità estrema intervallati da periodi di siccità lunghi e aumento dei giorni con temperature che rasentano i 50°.
Di fronte a questa prospettiva COME CI STIAMO MUOVENDO?
Mitigazione
L’italia si è posta l’obiettivo di ridurre del 38% le emissioni rispetto a quelle del 2005 entro il 2030. Ovvero di circa 366 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti.0
Per contenere il riscaldamento sotto 1,5°C, le emissioni italiane dovrebbero essere 165 MtCO 2 cioè il 72% in meno del livelli 2005.
Quindi non siamo in linea con l’obiettivo di 1,5°C. Il PNRR, non è in linea con questo obiettivo.
Adattamento
Adattarsi al cambiamento vuol dire, per esempio:
- rigenerazione urbana, riduzione delle aree esposte al sole, gestione e raccolta dell’acqua piovana
- evoluzione verso un’agricoltura che abbia bisogno di meno acqua con selezione di qualità agricole più adeguate alle nuove condizioni ambientali.
di questo se ne parla molto poco se non per niente.
OCCORRE UN CAMBIO DI PASSO
Abbiamo necessità di:
- Immaginare e poi costruire una mobilità diversa con al centro il trasporto pubblico locale. Usare l’auto privata per spostarsi, per andare la lavoro, per esempio, dovrebbe essere l’eccezione, non la norma.
- Implementare impianti rinnovabili ovunque possibile. Tutte gli impianti da Fonti d’Energia Rinnovabili vanno fatti e vanno fatti bene!
- Almeno una Comunità di Energia Rinnovabile in ogni Comune: famiglie, negozi, artigiani e Amministrazioni comunali, che collaborano per soddisfare le loro esigenze al fine di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti locali alimentati da fonti rinnovabili, avendo l’obiettivo di ottenere benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità e nei loro territori.
Nuove professionalità
Per tutto questo le professionalità da costruire sono:
- ingegneri e architetti specializzati in risparmio energetico
- ecodesiner che progettano oggetti e servizi a basso impatto ambientale
- informatici ambientali che sviluppano software utili al minimizzazione delle risorse utilizzate. Esperti di domotica e illuminazione smart, gestione tecnica di CER.
- bioagricoltori, riciclatori, certificatori non solo della filiera del cibo biologico, ma anche dell’impronta di carbonio associata ai prodotti.
La situazione potrebbe essere sintetizzata in due efficaci slogan che avremo sicuramente già sentito sulla bocca dei ragazzi di FFF:
Non c’è più tempo. Non abbiamo un pianeta B
Domenico Pignataro, Legambiente Dora Baltea