Il sindacato è un’altra cosa
Si chiamavano Filippo Falotico 20 anni di Coazze (Torino), Roberto Peretto, 52 anni di Cassano d’Adda (Milano), e Marco Pozzetti, 54 anni, di Carugate (Milano).
Sono i 3 operai morti nel crollo della gru avvenuto a Torino. Uno di loro è morto sul colpo nello schianto, un altro sul luogo dell’incidente dopo l’intervento dei paramedici, il terzo in ospedale per le gravissime ferite riportate.
Il mandante morale di questo e dei 1017 omicidi sul lavoro dall’inizio dell’anno sono il governo Draghi e quel criminale del ministro Brunetta!
Sua quella legge INFAME per cui gli ispettori devono chiedere il permesso 48 ore prima alle aziende per i controlli! (“con garbo e gentilezza”, ricordate?).
CGIL CISL e UIL chiedano immediatamente il ritiro di quella norma! Minacciando ogni forma di mobilitazione. O saranno complici anche loro!
Cigl, Cisl e Uil indicono un presidio davanti alla Prefettura martedì 21 dicembre
Cgil Cisl Uil di Torino, a seguito dell’ennesimo tragico infortunio mortale che si è verificato oggi nel nostro territorio, indicono un presidio di fronte alla Prefettura di Torino, in piazza Castello, per martedì 21 dicembre, alle ore 15. Bisogna fermare la strage dei morti sul lavoro. Devono essere applicate subito le norme di legge esistenti e avviato il tavolo specifico con la prefettura. Cgil Cisl Uil invitano lavoratori, lavoratrici, istituzioni, associazioni, cittadine e cittadini a partecipare.
Presidio del sindacalismo di base lunedì 20 dicembre
Lunedì 20 alle ore 16.30 presidio dell’Unione Sindacale di Base all’Ispettorato del lavoro di Torino, in via Arcivescovado 9, per dire basta alle stragi sul lavoro
Sabato a Torino tre operai, di cui uno appena ventenne, sono stati uccisi dal crollo di una gru, e a distanza di pochi minuti un altro lavoratore è rimasto gravemente ferito precipitando da 8 metri di altezza in via Correggio. Nella sola giornata di sabato altri quattro lavoratori hanno perso la vita in Lombardia, Emilia Romagna, Campania e Basilicata. Venerdì un altro operaio è morto nel porto di Trieste travolto da un braccio meccanico, e nella stessa giornata si sono registrati altri quattro morti di lavoro in Lombardia, Veneto, Toscana e Marche.
Dodici vittime in appena 48 ore, sette in sette giorni nel solo Piemonte. Nei primi dieci mesi dell’anno, sotto il “governo dei migliori” di Draghi, sono stati oltre mille i lavoratori ammazzati sul posto di lavoro.
È inaccettabile continuare a chiamare “incidenti” questa lunga sequela di morte e violenza o, peggio, presentarli asetticamente come “morti bianche”, quasi un tributo dovuto al funzionamento dell’economia. Questi sono veri e propri omicidi commessi da un sistema produttivo sempre più spietato, volto esclusivamente al profitto, nel quale la perdita di vite umane è diventata un prezzo assolutamente accettabile per il capitale e i padroni.
Nel PNRR del governo Draghi non c’è traccia di finanziamenti per far funzionare realmente l’Ispettorato del Lavoro che è costantemente sottorganico, ma al contrario con il ministro Brunetta si arriva a dichiarare la fine dei controlli a sorpresa nelle aziende, che possono così continuare a violare tutte le norme sulla sicurezza, forti della chiamata di preavviso di un controllo dell’Ispettorato.
È ora di fermare di questa lunga scia di sangue, è tempo di introdurre nel codice penale il reato di omicidio sul lavoro e di garantire l’impunità ai lavoratori che denunciano le situazioni di pericolo, oggi esposti alle feroci ritorsioni delle aziende. {dal comunicato della Federazione piemontese dell’USB]