Dal 18 al 27 settembre Ivrea ospiterà il Festival dell’Architettura 2020.
Si tratta di un evento di livello nazionale, promosso dal MiBACT attraverso un bando di concorso, che si svolge tra settembre e novembre nelle 7 città risultate vincitrici del bando: oltre a Ivrea, le altre sono Cagliari, Bari, Roma, Reggio Emilia, Colle Val d’Elsa (Si) e Favara (Ag).
La manifestazione eporediese si intitola Design for the next community, è dedicata ad Adriano Olivetti e, naturalmente, intende contribuire legittimamente alla valorizzazione della città in quanto sito UNESCO.
A giudicare dal programma, molto vario e articolato, è sicuramente apprezzabile e condivisibile lo sforzo degli organizzatori di realizzare una manifestazione che, pur affrontando un tema “difficile” come quello dell’eredità architettonica e sociale olivettiana, non appare mai né banalmente celebrativa, né limitata ad un pubblico di soli addetti ai lavori.
Al contrario nel complesso delle numerose attività proposte (a cui se ne aggiungono molte altre, come si suol dire, off), oltre alle tradizionali conferenze più o meno tecniche, trovano spazio anche molti altri tipi di attività, più interattive e fruibili anche per un pubblico di non esperti (compresi spesso anche i bambini), come mostre, passeggiate guidate, workshop, ecc. Tutte attività nelle quali l’architettura e il design olivettiani sembrano diventare più che altro un pretesto per “raccontare” in modo più divulgativo e accattivante la città attuale, la sua storia ed eventualmente, come recita il titolo della manifestazione, anche le sue prospettive di rinascita.
Parlando delle passeggiate (walk) è particolarmente suggestivo il fatto che non saranno accompagnate da guide tradizionali, bensì alcune, le passeggiate con l’autore, saranno accompagnate dalle letture dello storico e attore Marco Peroni, altre, le passeggiate con taccuino e pennelli, saranno accompagnate da vari artisti canavesani e dedicate particolarmente a famiglie con bambini, mentre altre ancora, forse le più suggestive, saranno accompagnate da persone comuni che hanno vissuto davvero quelle architetture e che le racconteranno attraverso i loro ricordi (Jane’s walk).
Ancora molto interessante, soprattutto per chi non è di Ivrea, è la possibilità di visitare alcune delle abitazioni olivettiane storiche (welcome to my house), grazie alla disponibilità degli attuali inquilini. A dire il vero originariamente erano previste anche visite guidate dei vari stabilimenti e uffici, ma le restrizioni dovute alla crisi del covid le hanno rese troppo complesse da riorganizzare.
Molto apprezzabile è infine lo spirito “partecipativo” che caratterizza la serie di attività denominate action, ovvero gli incontri pubblici dedicati alla vita nei vari quartieri della cosiddetta “buffer zone”: Bellavista, Canton Vesco, San Grato e La Sacca.
Riguardo alle conferenze tradizionali, denominate talk, che costituiscono evidentemente il cuore più “tecnico” dell’iniziativa, sulla carta sembrano comunque tutte molto interessanti anche per un pubblico non esperto e sempre con relatori di alto livello.
Da cittadino eporediese segnalerei senz’altro almeno la conferenza (e, per chi vuole, anche i seguenti tavoli tecnici) del 18/09, dedicata alla variante al PRGC. Sarà una buona occasione per avere (finalmente) qualche notizia fresca sulla ormai mitica variante.
Un’ultima nota la dedico ad un risvolto secondario, ma sicuramente molto attuale, ovvero il fatto che in occasione del Festival verrà distribuita in via sperimentale una app facoltativa (Ivrea Smart City) per prenotare e organizzare le proprie partecipazioni ai diversi eventi in programma.
Informazioni più dettagliate sulla manifestazione sono disponibili sul sito www.ivrea.design
Giorgio Ceradelli