Turchia, Del Grande: “Sono in sciopero della fame, mobilitatevi per me”
E’ la prima telefonata che il giornalista riesce a fare dopo 9 giorni di prigionia. Ai familiari ha detto: “La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito interrogatori al riguardo”. Ma rassicura: “Sto bene”
18 aprile 2017 – ROMA -“Da stasera inizio lo sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti”. Lo ha detto Gabriele Del Grande nella prima telefonata che, dopo 9 giorni di isolamento, è riuscito a fare alla sua compagna Alexandra D’Onofrio. “I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo – ha aggiunto. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta”.
Il documentarista fermato il 9 aprile scorso ad Hatay, al confine tra Turchia e Siria, ha detto di stare bene. “Non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio cellulare e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato”. Mentre telefonava ha raccontato di essere circondato da quattro poliziotti. “Non mi è stato detto che le autorità italiane volevano mettersi in contatto con me”, ha proseguito Del Grande.
“E’ la prima telefonata che gli è stato concesso di fare da domenica 9 aprile, quando è stato fermato – rendono noto la compagna Alexandra D’Onofrio e i compagni di viaggio di “Io sto con la sposa”. Il giornalista era in Turchia dal 7 Aprile. Ai familiari Gabriele ha raccontato: “Mi hanno fermato al confine, e dopo avermi tenuto nel centro di identificazione e di espulsione di Hatay, sono stato trasferito a Mugla, sempre in un centro di identificazione ed espulsione, in isolamento”.
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