L’installazione umana del Comitato Ivrea per la Palestina

Il racconto dell’installazione umana organizzata dal Comitato Ivrea per la Palestina sabato 17 febbraio dove viene proposto il parallelo fra tagli alla sanità pubblica e per contro aumento delle spese militari e degli interventi dell’Italia nei luoghi di guerra con proprie armi e mezzi.

Piazza Ottinetti, ore 15:30 di sabato 17 Febbraio. Davanti al solito flusso di passanti spiccano due corpi. Da una parte una donna vestita da infermiera con la bandiera italiana e delle medicine vuote sparse attorno a sé. Dall’altra parte una donna in hijab insanguinato con la bandiera palestinese e un missile enorme che incombe su di lei. Ci sono anche dei bambolotti in scena. L’infermiera Italiana ne tiene a fatica una grande quantità in braccio; la donna Palestinese testimonia l’orrore di averne i cadaveri attorno.

È l’immagine delle politiche della morte del governo Italiano, che opera per erodere la cura in Italia e collabora con il genocidio a Gaza. È l’immagine della prima risposta del Comitato Ivrea per la Palestina contro queste politiche.

In seguito alle negoziazioni del Patto di Stabilità con l’Unione Europea, il governo Italiano ha scelto la via degli ulteriori tagli alla sanità e libertà per le spese militari. Questa decisione, presa sullo sfondo di un Servizio Sanitario Nazionale al collasso e di una vigenza degli accordi bilaterali del 2005 di cooperazione militare con il governo genocidario di Israele, ha un chiaro significato: togliere la cura, e quindi le condizioni per la vita, in Italia per portare morte a Gaza. Il governo Italiano intesse un filo di terrore che annoda il collasso sanitario in Italia alle bombe in Palestina, estendendo un orizzonte di morte crescente che parte dalle vite Italiane private di cura e arriva al suo culmine e alla sua massima intensità alle vite direttamente eliminate a Gaza.

Il Comitato Ivrea per la Palestina si è presentato in Piazza Ottinetti con una installazione umana, interventi di approfondimento (con testimonianza di personale sanitario dall’Ospedale di Ivrea) e musica dal vivo (di Nicola Giglio e Lavinia Pizzo) per annodare questo filo alle coscienze Eporediesi e intessere insieme una risposta dal basso, vitale e votata a nuovi orizzonti. Come sottolineato più volte negli interventi, contro le politiche che “tolgono vita in Italia per portare morte in Palestina” il Comitato risponde con uno slogan che più volte è stato richiamato ad unire le persone presenti: “Vogliamo libertà sulla vita, cura e pace!”.

E così la pensano più di un centinaio di passanti che, sollecitati dall’idea che “noi siamo le nostre scelte”, hanno tenuto occupato per circa due ore il banchetto di raccolta firme per la petizione (testo in fondo) a Sindaco e Giunta, con lo scopo che si facciano portavoce istituzionali del messaggio della piazza. Oltre alla richiesta istituzionale, il Comitato ha promosso soluzioni come il boicottaggio contro il governo Israeliano distribuendo volantini per la campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per Israele) con particolare attenzione a segnalare le aziende e prodotti da evitare per fare pressione economica dal basso sull’esecutivo di Nethanyahu.

Tra le note di “Casa mia” di Ghali e i sorrisi di chi ha trovato la gioia di incontrarsi per un orizzonte di libertà di vivere, di cura e di pace, Ivrea ha tracciato una felice risposta al percorso iniziato dal Comitato per la Palestina, che unisce tante realtà cittadine (associazioni, partiti, singoli indipendenti) e che è in coordinamento regionale e nazionale con il movimento per la Palestina Libera. Nella speranza che questo movimento cresca tanto a Ivrea quanto globalmente, il Comitato ha accolto nuove persone e Piazza Ottinetti ha trovato nuova vita per un pomeriggio. Per una sanità davvero pubblica e una Palestina finalmente libera.

Testo della petizione

Alla cortese attenzione del Sindaco di Ivrea e della Giunta Comunale,
con la presente richiesta, in quanto cittadino/a chiedo che l’amministrazione di Ivrea si faccia carico di rappresentare istituzionalmente la voce degli eporediesi in merito ai tagli alla sanità pubblica, all’aumento delle spese militari e alla prosecuzione degli accordi militari con il governo Israeliano.
Con il nuovo patto di stabilità, da una parte l’esecutivo italiano ha scelto di proseguire sulla via dei tagli alla sanità mentre il Servizio Sanitario Nazionale è al collasso; dall’altra parte, prosegue con l’aumento delle spese e azioni militari mentre restano in vigore gli accordi militari tra i governi di Italia e Israele del 2005 e il governo di Israele sta realizzando un genocidio del popolo Palestinese a Gaza.
Queste politiche violano gli articoli 11 e 32 della Costituzione sulla guerra e sulla salute pubblica.
Date le premesse, chiedo che l’amministrazione di Ivrea si faccia rappresentante istituzionale verso l’esecutivo e legislativo Italiano della richiesta di invertire la rotta su queste politiche.

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