Lavoro nell’Eporediese. Cos’è, quale futuro? Risposte e proposte nel convegno Cgil

I dati sull’occupazione nell’Eporediese presentati dalla Cgil di Ivrea e Canavese nel suo convengo del 5 luglio a Bollengo non sono confortanti e il “che fare” rimane complesso, ma almeno si è parlato di lavoro anche con la voce diretta di lavoratrici e lavoratori e molte sono le proposte espresse dalla Cgil, sia di ampio respiro sia puntuali su azioni concrete da mettere subito in atto nel territorio.

Il convegno “Il lavoro nell’Eporediese: cos’è, quale futuro?” organizzato dalla Cgil di Ivrea e Canavese arriva dopo una indagine territoriale su imprese e occupazione svolto da un gruppo di lavoro di delegati ed ex di ogni categoria coordinato da Beppe Capella che ha presieduto il convegno. L’ambito di riferimento per l’inchiesta è stato l’Eporediese, territorio istituzionalmente riconosciuto nella Zona Omogenea 9 della Città Metropolitana di Torino comprendente 54 Comuni. La relazione sui risultati del lavoro, illustrata da Gianni Ambrosio, responsabile Cgil Ivrea, ha presentato la fotografia del nostro territorio dal punto di vista produttivo, dei servizi e dell’occupazione “tentando di intercettare, interpretare e analizzare le tendenze in atto e quelle future.

Ha chiuso il convegno Federico Bellono della Cgil Torino. Bellono ha denunciato un deficit di leadership istituzionale. “Ivrea è tornata a come era prima di Olivetti, un posto come un altro con qualche eccellenza e qualche eredità.” Ivrea oggi conta poco e le amministrazioni locali sono litigiose. Si parla di fare sistema, ma in concreto è un modo di fare che non esiste. Anche il PNRR evidenzia un’assenza di coordinamento fra i territori – ribadisce Bellono – Il Pnrr nasce come risposta alla pandemia. Quali sono le emergenze che ci ha consegnato? Sanità, scuola e trasporto pubblico. Mi sarei aspettato fossero quelle le priorità. Registro invece che ci si perde dietro a mille progetti e progettini delle amministrazioni comunali senza una grande logica. La leadership manca anche sul versante economico, non esistono infatti aziende o settori trainanti. Non ci sono aziende che hanno scelto Ivrea come sede di eccellenza. Ci sono realtà che negli ultimi anni, potevano occupare questo spazio, per varie ragioni hanno scelto altri luoghi o hanno ridimensionato le proprie ambizioni. Al termine del suo intervento Bellono fa una esortazione al sindacato con un semplice “Dobbiamo fare il nostro lavoro” opposto all’accompagnare le aziende nei processi di ristrutturazione aiutandole nella contrattazione.

Un punto di interesse, dopo i dati e le proposte presentate nell’introduzione, sono state le testimonianze delle Rsu di diverse categorie che hanno fornito la foto reale e diretta della situazione: in tutte emerge la precarietà, gli organici ridotti, la povertà dei salari.  Gli interventi dei lavoratori e delle lavoratrici, inframmezzati a quelli istituzionali e delle organizzazioni datoriali, sono iniziati con la relazione di Marco Blanchetti Rsu di Comdata Ivrea, dove l’ultimo macigno sui lavoratori è la perdita della commessa Inps in conseguenza della quale l’azienda ha già scritto ai lavoratori che se non entreranno in Inps posso di fatto ritenere terminato il rapporto di lavoro con Comdata. E’ seguito l’intervento di una Rsu della categoria Trasporti, settore massacrato da tagli continui e nella relazione introduttiva si fa riferimento alle proposte sindacali di conurbazione ed elettrificazione mai attuate. E’ quindi intervenuta Lara Calvani della Flai-Cgil del settore Agroalimentare che ha evidenziato fra gli altri il tema del lavoro sfruttato dei migranti e della possibilità di un percorso etico che includa anche il supporto abitativo. Incisivo e potente l’intervento di Mihaela Virginia Groza, Rsu Mensa Ospedale, servizio in appalto, che si chiede “Perché un ospedale pubblico ha una mensa privata?  Il tema del risparmio è fittizio – denuncia Groza – si potrebbe avere un servizio migliore e meno precario“.  La delegata centra il punto: gli appalti di servizi altro non sono che sacche di precarietà e lavoro povero. E se a crearle è un ente pubblico, lo Stato di fatto, questo è doppiamente inacettabile.  Pasquale Recchia per il settore Edilizia ha parlato del drammatico tema della sicurezza del lavoro e anche del fenomeno diffuso del lavoro nero, dove i lavoratori spesso non sanno nemmeno per chi stanno lavorando. E’ toccato quindi alla delegata della Cgil-Scuola Cinzia Messineo che ha ripercorso tutti i nodi e problemi della scuola pubblica, sempre più bistrattata. Un filo lega le testimonianze dei delegati: sottorganico, precarietà, sovralavoro, salari inadeguati. Così anche il delegato dei lavoratori del Tribunale di Ivrea, Roberto Pisano, ha parlato delle condizioni di lavoro inaccettabili. Il territorio e utenza del tribunale sono triplicati (173 comuni, utenti passati da 184.000 a 510.000), ma non c’è stato adeguamento della pianta organica sotto di circa il 50%. A questo si aggiunge l’inadeguatezza della sede del tribunale che ormai “esplode” negli uffici del Business Park.

Frammentazione del tessuto produttivo e dei servizi*

Secondo i dati di Camera di Commercio di Torino, al 2021 sul territorio eporediese il 91,75% di imprese hanno meno di 5 dipendenti. Il totale di imprese ammonta a 8131 di cui 1321 individuali.
La dimensione delle imprese è un problema da affrontare con progetti sinergici per agevolare le aggregazioni per recuperare produttività e attivare la condivisione di servizi generali comuni (amministrazione, manutenzione, …). Inoltre, transizione ecologica, innovazione, digitalizzazione richiedono capitali che se non si fa massa critica sono difficili da attirare.

  • Il settore dell’automotive, che opera nel campo della fornitura, è e sarà alle prese con la transizione da motore endotermico ad elettrico che, se non opportunamente governata, potrebbe portare ad effetti dolorosi su livelli occupazionali e sulla tenuta di alcune aziende, in particolare su quelle che operano nella parte più bassa della catena della fornitura e che sopravvivono sul basso costo del lavoro. A ciò occorrerà sommare gli effetti della digitalizzazione tra l’altro non limitata a solo questo comparto.
  • Sulla Giga Factory (Italvolt), che sicuramente potrebbe dare un interessante contributo alla creazione di nuovi posti di lavoro, permangono ancora punti interrogativi: a che punto è la ricerca dei capitali necessari? Quali mercati si penserebbe di coprire visto che le principali case automobilistiche si stanno attrezzando per produrre loro stesse batterie.
  • Il mondo delle start-up, seppur interessante per la presenza di iniziative quali ad esempio Icona e Bioparco, subisce la “concorrenza” di Torino (v. Incubatore del Politecnico) e Milano
  • Alcuni dei gruppi privati più consistenti segnano il passo sul terreno occupazionale con anche la perdita di posti di lavoro. Il gruppo più consistente è un Call Center, al quale se ne affiancano altri due. Ci riferiamo a COMDATA, circa 1000 dipendenti (di cui 90% a T.I.) oltre altri 200 in Somministrazione, che è stata protagonista in queste ultime settimane della dolorosa vicenda legata alla perdita della commessa INPS, ed al tentativo di scaricarne i costi (attraverso licenziamenti mascherati) sulle spalle dei 170 lavoratori che su di essa operano.
  • Nelle telecomunicazioni, multinazionali quali Wind3, in cui la parte progettuale sta in altre sedi, ha visto i propri organici diminuire, diversamente da Vodafone che mantiene ancora una parte progettuale.
  • Nell’ informatica, il principale gruppo, RGI, ha registrato l’abbandono delle mire espansionistiche, nella nostra area ed a iniziative quali la bioinformatica. Ciò non toglie la solida base tecnologica e professionale di questo gruppo, alimenti indispensabili per sviluppi futuri
  • L’edilizia vede, dopo anni di crisi, una notevole crescita occupazionale e imprenditoriale grazie agli incentivi governativi tramite i vari bonus per la riqualificazione energetica degli edifici. Sul territorio sono poche le aziende strutturalmente dimensionate con relativa stabilità occupazionale.
  • Nel terziario prende piede il comparto dei servizi all’ impresa mentre il tessuto bancario, a seguito di acquisizioni, fusioni e razionalizzazioni vede mutato radicalmente il rapporto con il territorio. Ciò ha comportato la chiusura di sportelli bancari e la diminuzione degli addetti. La capacità di risparmio del ceto medio é diminuita. L’assenza di una banca “di territorio” si fa sentire. Sul fronte Assicurativo si raccolgono le preoccupazioni per possibili future fusioni/aggregazioni che potrebbero portare ad avere nuovi di esuberi.
  • Il commercio tradizionale, colpito dall’avvento del commercio online prima e dalla pandemia poi, ha subito pesanti contraccolpi, e rappresenta ancora, insieme al mondo dei Servizi alle imprese ed alle persone, una buona fetta di occupazione nel territorio.
  • Il Turismo e l’Agroalimentare potrebbero rappresentare buone opportunità di sviluppo in quel giusto mix di attività che sta nelle corde del territorio.  Ma segnalano la forte presenza di lavoro precario (in parte dovuto alla stagionalità). Seppur il settore agroalimentare cresca a doppia cifra non é scevro da casi di elusione/evasione contributiva, soprattutto nell’ impiego di manodopera straniera accompagnati da utilizzo di lavoro irregolare.
  • Trasporti e Logistica: il mondo dei trasporti, che da anni è in sofferenza a causa della contrazione dei fondi Nazionali e Regionali ad esso destinati, potrebbe essere parte importante di un futuro sviluppo territoriale anche al fine di renderlo più connesso ed attrattivo.  In forte espansione sono il trasporto merci e la logistica mentre sono in difficoltà, ad esclusione del servizio ferroviario, le aziende di TPL che non riescono a reperire personale. Alcuni interventi sul servizio ferroviario territoriale (eliminazione fermate intermedie) stanno determinando da parte dei cittadini il ritorno all’utilizzo del mezzo privato per gli spostamenti verso Torino
  • Scuola: nel corso degli anni la condizione lavorativa del personale scolastico é peggiorata. Ci si pone la domanda se il tessuto scolastico territoriale sia ancora attuale ed attrattivo oltre che strutturalmente sicuro. Sempre più pregnante è il tema dell’orientamento scolastico, e di quale sia il livello di formazione e motivazione degli insegnanti.
  • Nel Pubblico si registra una sostanziale carenza di personale. La pianta organica degli Enti Locali conta una carenza di circa il 30%, causa il blocco del turn-over (1-5) derivante dalla normativa nazionale, ed ha ridotto all’osso il personale dei comuni con  ovvie conseguenze sulla condizione di lavoro e sui servizi .
  • La Sanità ha vissuto momenti tragici anche causa della scarsità di operatori, frutto di tagli di spesa pubblica e di investimenti, di mancata programmazione delle assunzioni nelle politiche regionali. La struttura territoriale, di cui al PNRR, potrebbe andare bene, fatte salve le evidenti difficoltà di accesso e di ristrettezza degli spazi della prevista struttura di Corso Nigra ad Ivrea. Ma il tutto potrà funzionare solo se si affronta per tempo la carenza di organici al fine di ottemperare le necessarie trasformazioni alla realizzazione di una vera Medicina Territoriale e per arginare e ridimensionare la deriva privatistica in atto nel settore.

Mercato del lavoro

Si  è preso a riferimento il periodo 2021-2009 per avere uno spazio temporale sufficiente a carpirne una tendenza. Il 2009, infatti era l’anno successivo alla crisi derivata dall’esplosione dei mutui sub-prime negli USA. I dati, su cui seguiranno le relative riflessioni, sono frutto della elaborazione di Agenzia Piemonte Lavoro su dati SILP.

Segnaliamo quindi, almeno dalla lettura di questi dati, una forte presenza di lavoro precario seppur nella consapevolezza della mancanza del dato relativo alle trasformazioni dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato.

Le attivazioni relative al 2021 registrano un solo 12,7% di contratti a tempo indeterminato contro un 49,2% a tempo determinato, un 22,1% a somministrazione (non sappiamo però di quali tipologie), un 33,2% a part-time ed altri all’ 11,1%, nonché un 4,9% di apprendistato.

Il calo, nel periodo di riferimento, è pari al 43,29%  e colpisce donne e giovani in primis, ma anche le  qualifiche medio-alte. Quest’ultimo dato che cosa potrebbe significare? Difficoltà nel reperimento di tali professionalità?

Rispetto ai settori  merceologici, notiamo una tenuta dell’ edilizia (+ 9,05%) e lo sbalorditivo +126% in agricoltura. L’industria registra un calo pari al 4,83%. I più colpiti sono Commercio, Alberghi e Ristorazioni ed altri servizi. Ovvero settori con significativa presenza di lavoro precario.

Un’ ultima considerazione. Non siamo in grado di fornire dati e considerazioni sugli andamenti della occupazione per vari motivi. Abbiamo i dati della disoccupazione nel CPI d’ Ivrea del periodo Covid (2021-2019). Essi, registrano un calo pari al 10,2 % ( eccetto i giovani + 4,1%). Ciò sembrerebbero contraddire  quanto sin qui detto in merito agli avviamenti. Riteniamo  necessario riferirli a congrui periodi, come riferito in precedenza, per poterne leggere una tendenza. Teniamo conto che tali dati sono circoscritti a coloro che si “dichiarano”, e che l’andamento demografico nella ns area, ha registrato nel periodo 2020/2011 un calo pari al  2,9 % (da una elaborazione dei dati istat) ( slide 19)

E’ stata segnalata la difficoltà a reperire manodopera specializzata nell’ industria. Ipotizziamo le seguenti possibili cause:

  • finito il “serbatoio” aziendale di questo tipo di manodopera formatasi negli anni e nelle esperienze lavorative passate.
  • le aziende non hanno più un ruolo formativo demandato sempre più ad enti pubblici e/o privati. Inoltre, questo tipo di formazione presuppone tempi non brevi di acquisizione della necessaria esperienza che, probabilmente, la formazione esterna non può/riesce a fornire
  • scarsa attrattività delle scuole professionali e tecniche

Riconversione Ecologica  – Fonti rinnovabili

Nell’ eporediese, secondo l’andamento dei consumi energetici,rilevato da AEG ed al netto dei consumi industriali ,buona parte dei consumi  risultano nel residenziale e nei trasporti. Ad es., il 34% degli immobili ha APE = G, il 23% F e il 39% edifici di costruzione sono anti 1919 ( 17% tra 1919 e 1945). Esiste quindi uno spazio per un intervento di riqualificazione energetica territoriale.

Occorre porsi alcune domande:

  • non è esistito, forse, un tema di esclusione per difficoltà economiche e complessità normativa, dei redditi medio bassi che non possono permettersi i costi iniziali dei professionisti e delle pratiche burocratiche?
  • come garantire una diffusione delle conoscenze tecniche e competenze necessarie alla realizzazione degli interventi?
  • sul proliferare di cantieri edili, dovuto appunto agli incentivi, quanti di questi sono di efficientamento energetico degli stabili e quanti si limitano ad interventi sulle facciate (seppur necessari)?
  • ha senso la costruzione di nuove case, se non in casi specifici, a fronte di un patrimonio immobiliare parzialmente inutilizzato?

Sul tema è intervenuto Domenico Pignataro di Legambiente Dora Baltea, associazione non nuova a collaborazioni con la Cgil a sottolineare lo stretto collegamento fra lavoro e ambiente. Pubblichiamo la relazione completa.

Ricadute PNRR

Dalla lettura dei possibili interventi a livello territoriale, non si può fare a meno di notare come progetti presentati dai Comuni nonché l’adesione ai bandi per accedere ai fondi, già in corso, soffrano di una mancanza di visione territoriale complessiva e risentano  della logica dell’ “ognuno per sé”.

Riflessioni sulle condizioni di lavoro e salariali

Esiste una netta spaccatura tra realtà più innovative o con buone prospettive di solidità occupazionale e le altre. Esiste un rapporto diretto tra i vari livelli di diffusione della precarizzazione del rapporto di lavoro e dell’ alta flessibilità, scaricata sulle lavoratrici/ori, con la frammentazione del tessuto produttivo e dei servizi, con i tagli di spesa pubblica, con i settori in cui la concorrenza si basa sul basso costo del lavoro come, nel mondo degli appalti. La paura della perdita del posto di lavoro comporta spesso l’accettazione, da parte della lavoratrice/lavoratore, di condizioni di lavoro gravose e stressanti. Ciò emerge anche nella ritrosìa a richiedere, ad es., il riconoscimento di malattia professionale per non parlare poi delle difficoltà ad impedirne la loro proliferazione. Precarizzazione, mancanza di vigilianza sulle regole sulla sicurezza sui posti di lavoro sono spesso causa anche di infortuni. La presenza e la tutela sindacale, in tutto questo contesto, trova difficoltà ad esercitarsi ed a coprire questa realtà.

I livelli salariali risentono del clima più generale dovuto alla perdita di potere d’acquisto registrata in questi anni oltre che delle conseguenze dovute all’ alta inflazione ed al mancato rinnovo puntuale dei contratti. Le stesse cause, che abbiamo citato al punto precedente, determinano anche una precarizzazione ed un basso livello dei salari. Nell’insieme il lavoro rischia di non essere più, come da noi conosciuto, mezzo di emancipazione delle lavoratrici e dei  lavoratori in ambito sociale, economico e culturale.

Proposte

  • E’ innanzitutto necessaria una visione territoriale da parte delle Amministrazioni pubbliche. Il ruolo che queste devono assumere è di orientamento degli indirizzi di sviluppo territoriale superando i particolarismi.
  • Conseguentemente occorre un tavolo di confronto con Amministrazione pubblica e forze sociali al fine di monitorare il flusso di finanziamenti e le possibili ricadute sul territorio del PNRR …. almeno per quanto possibile.
  • Green Economy. Comparto strategico soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti (guerra in Ucraina), della crisi energetica, dei mutamenti climatici e come possibilità di creazione di nuovi posti di lavoro attraverso:
    • Realizzazione delle Comunità Energetiche.
    • Interventi per la compatibilità energetica in edifici pubblici e scuole.
    • Valorizzazione del patrimonio edilizio pubblico e privato incentivando ristrutturazioni dell’abitativo che registra, fra l’altro, una significativa presenza di abitazioni sfitte o in vendita. Ciò consentirebbe di produrre una domanda di lavoro sensibile alla presenza di piccole imprese che caratterizzano il settore edile (come visto in precedenza). In quest’ ambito contrastare il consumo di suolo.
    • Turismo intelligente che valorizzi l’ambiente naturale (anfiteatro morenico, ecc.) innovando la struttura ricettiva attuale attraverso digitalizzazione, proposte di percorsi ambientalmente compatibili, offerta di prodotti locali eno-gastronomici
    • Interlocutori: Amministrazioni locali, Città Metropolitana ed Agenzia Sviluppo del Canavese
    • Contrasto alla frammentazione del tessuto produttivo: individuazione di possibili sinergie e diffusione delle conoscenze tecnologiche
  • Digitalizzazione e innovazione vanno estese con attenzione alle ricadute sulle condizioni di lavoro. Entrambe queste due tematiche possono essere ricondotte negli ambiti dell’ Agenzia dello Sviluppo del Canavese
  • In agricoltura serve ampliare il km e la valorizzazione dei prodotti locali anche attraverso l’applicazione di un bollino che possa riconoscere il prodotto etico dal punto di vista lavorativo.
  • Mercato del lavoro: applicazione delle linee scaturite dal Tavolo Provinciale per attuazione della 199/2016 (legge anti caporalato) con costituzione cabina di regia per la rete del lavoro agricolo di qualità per contrastare lavoro illegale
    • Sulla precarietà, oltre alla proposta della CGIL le (unico contratto di formazione fondato sulla stabilità da inserire già in legge di bilancio) verificare almeno la possibilità di  un sistema di monitoraggio territoriale coinvolgendo Amministrazione pubblica, CPI, organizzazioni datoriali.
    •  Sanità: realizzazione delle strutture, previste da PNRR di medicina territoriale (Case di Comunità, Ospedale di Comunità, ecc.) con attenzione alla loro dislocazione, alla loro accessibilità ed affrontando in positivo la carenza di personale medico-infiermeristico. Inoltre non va dimenticato il ruolo ed il coinvolgimento, in questo processo, dei medici di medicina generale. Per il nuovo Ospedale, aldilà dei problemi di localizzazione, occorre puntare ad una struttura quale Hub di 2° livello, che oggi manca in tutta la ASL TO 4. A livello Nazionale: per contrastare la carenza di medici ed infermieri serve una seria ed approfondita riflessione che porti ad una modifica se non all’abolizione del numero chiuso dei corsi universitari in coerenza con i fabbisogni dei cittadini e del paese.
    • Trasporti ed infrastrutture: attuazione proposte CGIL-CISL-UIL su conurbazione ed elettrificazione; realizzazione del nuovo casello autostradale a S. Bernardo d’Ivrea con accesso libero al tratto autostradale Albiano-Ivrea-Quincinetto al fine di alleggerire il traffico convergente sul nodo d’ Ivrea; inderogabile la realizzazione dell’ intervento sul ponte Preti sulla SS 565
    • Ferrovia: Raddoppio selettivo del binario unico e superamento di parte dei numerosi passaggi a livello con inserimento della tratta Ivrea Torino all’interno del SFM.
    •  Formazione: Ruolo della scuola rimane quello di formazione della persona sviluppandone il senso critico ed il ragionamento, utili tra l’altro, anche alle future attività lavorative. Offerta formativa in termini di strutture, al momento adeguata. Si ricorda anche la presenza del Istituto Tecnico Superiore (tecnologie bio-medicali) nel Bioparco. E’ necessario, anche al fine di contrastare il fenomeno crescente dell’abbandono scolastico, costruire momenti di confronto con le famiglie in merito all’orientamento scolastico. Incontro domanda offerta nel mercato del lavoro: occorre una sede per verificare il percorso scuola-lavoro al fine di evitare possibili derive. Ruolo degli Istituti Tecnici e Professionali. I primi necessitano, probabilmente di maggiore considerazione divulgando il più possibile finalità obiettivi. La scuola professionale, non deve essere più considerata una scelta di serie B  e per far questo deve dotarsi, soprattutto nella formazione Regionale, di strumenti che permettano a chi la frequenta l’accesso  a tutti i gradi di istruzione superiore ed universitari. La fuga di professionalità più alte può essere contrastata ,oltre che con adeguati livelli salariali, rendendo attrattivo il territorio da un punto di vista del welfare, dei servizi e dell’ambiente circostante.

* Estratti dalla relazione introduttiva del responsabile Cgil Ivrea, Gianni Ambrosio


Cadigia Perini