Lasciamo una traccia (rap)

Inaugurato il murale ispirato a Jean-Michel Folon alla scuola primaria Adriano Olivetti: arte, memoria e comunità

Questa è la scuola più bella del mondo
e noi bambini facciamo un girotondo
Tanti anni fa un signore intelligente
riuscì a radunare a Ivrea un sacco di gente.
Si chiamava Adriano Olivetti RAP
ha portato avanti tutti quanti i suoi progetti
RAP RAP RAP
E con i computer anche la Cina ha conquistato
fabbriche, case, asili ha realizzato.
Ma il meglio di sé in questa scuola ha fatto sentire
chi più di noi lo può dire.
Per più di sessant’anni ha accolto bambini,
che con le loro storie si son fatte ragazzini,
abbiamo cantato,
per non dimenticare,
questa importante storia…
RAP RAP OLIVETTI RAP
RAP RAP OLIVETTI RAP
RAP RAP OLIVETTI RAP

Il 10 aprile è una giornata di caldo quasi estivo. Il cortile della scuola primaria Adriano Olivetti è pieno zeppo di bambine, bambini, genitori, maestre e altra umanità.
Siamo nel quartiere Canton Vesco, che come il quartiere Bellavista e tanto altro ancora testimonia dopo lustri (e non solo con i singoli edifici) tutto il sistema nato dalla concezione umanistica di Adriano Olivetti e grazie al quale dal 2018 Ivrea è patrimonio mondiale dell’umanità (per l’appunto) dell’Unesco.
Una Ivrea che nasce tra il 1930 e il 1960 e i cui edifici, progettati dai più famosi architetti e urbanisti italiani del Novecento, formano La Ville d’Hadrien, come la definì lo storico dell’architettura Fulvio Irace.
E alla vigilia dell’anniversario della nascita di Adriano è dedicata a lui la festa che inaugura lo splendido murale eseguito dall’artista eporediese Galliano Gallo e ispirato a un’opera dell’illustratore, pittore e scultore belga Jean-Michel Folon per la Olivetti.
Se ti intitolano una scuola devi esser stato un uomo o una donna davvero speciale. Ma gli anni passano e per chi entra in questa scuola è difficile immaginarsi questo signor Adriano Olivetti, che è addirittura più vecchio dei tuoi nonni bis visto che è nato  nel 1901! Questo signore ha lasciato una traccia ancora ben visibile e, a saper guardare, tutto qui intorno trasuda bellezza, attenzione e cura. Un edificio pensato come luogo dell’anima per bambine e bambini e per il loro sacrosanto diritto a essere curati, proprio come una piantina che sta per fiorire.
Ed è dal desiderio di rinfrescare e valorizzare questa traccia che nasce dalle insegnanti di questa scuola l’idea del progetto, curato dal 2020 da Luisa Barbiroglio ed Eliana Daghetti, lasciando il suo segno visibile e duraturo nella realizzazione di questo murale. Eliana è una maestra con solide radici olivettiane, Luisa insegna religione in tutte le classi e quindi ha una visione d’insieme di tutte le piantine; entrambe agiscono convinte che il rafforzamento del senso di comunità e l’educazione alla bellezza siano materie fondamentali, basi che accompagnano chi uscirà da quella scuola per avventurarsi nella vita.
Coloro che conoscono bene la lingua dei più piccoli sanno che per raccontare un uomo così antico bisogna avvicinarsi al loro sentire, anche magari, perché no? utilizzando la musica rap:  sono infatti le insegnanti  e le alunne e gli alunni di quella scuola a comporre Olivetti RAP, sulle cui note tutti cantano e ballano, è loro l’idea di affiancare per l’occasione una
piccola mostra di quadri di un loro nonno, il bravissimo Ugo Sarteur, sono loro gli oggetti del mercatino realizzati ispirandosi alle macchine per scrivere (dal tappetino per il mouse ai portachiavi fino alla scatola porta fazzoletti), sono loro che assimilano e trasmettono nel modo più naturale possibile (e cioè facendo), la bellezza della condivisione, il senso di appartenenza, l’idea della scuola come prezioso bene comune.
Galliano Gallo, che ha collaborato con il Comune di Ivrea con altre opere artistiche (è figlio di quel maestro Gallo che ha insegnato la musica a tante e tanti) è uno splendido bambino appena un poco più cresciuto che risponde sorridendo alle interviste dei piccoli (che musica ascolti quando disegni? quale era la tua materia preferita?) e che si dice felicissimo di quel traguardo. E non si stenta a crederlo.
L’opera di Folon scelta per il murale  è magica, a testimonianza di una dimensione onirica che calza a pennello (è il caso di dirlo)  con il contesto. Il murale ha avuto il benestare della belga Fondation Folon e della Soprintendenza Nazionale delle Belle Arti (grazie all’interessamento e al sostegno del Comune di Ivrea e dell’Archivio Storico) ed è stato reso possibile grazie all’utilizzo di fondi della scuola, alla generosità di un donatore che ha voluto mantenere l’anonimato e alla attuale classe quinta della scuola (insegnanti Sartorio e Peretto) vincitrice nel 2022 della XII Edizione del premio Teresa Sarti Strada con l’opera La cura e che ha devoluto al progetto  il consistente premio ottenuto. Ma la traccia non finisce qui: il murale è solo una delle tante tappe previste dal progetto, che include attività interattive, giornate commemorative e percorsi di cura (che con attenzione sono  le parole chiave dell’idea che sta alla base del progetto) condivisa degli spazi scolastici. Un titolo, Lasciamo una traccia che: è un invito a continuare a costruire memoria collettiva e bellezza attraverso l’impegno quotidiano di una comunità educante, viva e consapevole.

La civiltà di un popolo si riconosce dal numero, dall’importanza, dall’adeguatezza delle strutture educative e sociali, dalla misura in cui è esaltato e protetto tutto ciò che serve alla cultura e, in una parola, all’elevamento spirituale dei nostri figli.
Adriano Olivetti – Comunità n° 44, 1956

Simonetta Valenti