Circa 200mila le persone alla manifestazione “La via maestra” di sabato 7 ottobre. Da Ivrea e il territorio canavesano sono partiti in 200 tra pullman e treni, rappresentanti e appartenenti alla CGIL locale, ANPI, MIR, Emergency, Centro Ghandi e singoli cittadini
«È il momento di uscire dalla rassegnazione. Abbiamo deciso che ciò che ci unisce è la via maestra della costituzione» afferma a voce alta Maurizio Landini davanti una piazza San Giovanni a dir poco gremita; «la nostra forza è aver unito realtà diverse e non ci fermeremo finché il paese non sarà cambiato».
Le realtà diverse di cui parla il segretario generale del principale sindacato italiano sono le oltre 200 associazioni che assieme alla CGIL hanno raggiunto l’obiettivo di attivare e mobilitare circa 200mila persone appartenenti al mondo del lavoro o facenti parte dell’associazionismo laico, religioso, cattolico, di sinistra, ambientalista e studentesco: pezzi di società civile che malgrado (o forse proprio perché) vada tutto storto hanno deciso di provare, ancora una volta, a unire il paese sotto l’insegna della Costituzione e dei valori che rappresenta.
Anche il territorio eporediese non ha fatto mancare il proprio sostegno, come racconta Gianni Ambrosio, referente locale della CGIL d’Ivrea: «nella serata di venerdì 6 ottobre siamo partiti in 200 tra autobus e treni con un solo obiettivo: essere in quella piazza per Diritti, Salario, Costituzione e Pace». «Assieme a noi c’erano anche rappresentanti locali e componenti delle associazioni Emergency, ANPI, MIR e Centro Ghandi». «Siamo andati a Roma – aggiunge poi Ambrosio – per dire a voce alta che siamo contro la precarietà e per una legge di bilancio che vada verso le fasce di popolazione più fragili per coloro che vivono di lavoro e pensione. Per una legge di bilancio che anziché condoni pensi a chi le tasse le paga; a coloro che pur lavorando sono poveri; pensando ai giovani che sempre più spesso sono costretti ad emigrare per garantirsi un futuro. Per una sanità ed un servizio sanitario che siano e restino pubblici e non ad appannaggio di chi può economicamente pagarsela. Per un sistema che tuteli il potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni ed un accesso alle facoltà universitarie non elitario come avviene…».
Le parole di Ambrosio si sommano a quelle di Luciano Guala dell’ANPI biellese che nel suo raccontare “Quanto è lunga la strada per la via maestra; quanto è meno faticosa percorrerla insieme” scrive: «Sul palco lontanissimo, che vediamo solo grazie al megaschermo, si alternano molti oratori ed oratrici a portare i saluti di parte delle duecento Associazioni che hanno organizzato insieme alla CGIL questa giornata. Il nostro arrivo in piazza precede di poco l’ intervento del Segretario della CGIL Maurizio Landini […] In tre quarti formula proposte sui grandi temi che riguardano sia il mondo del lavoro sia l’ intera società, dove il filo rosso che lega gli argomenti sono due parole: “noi” e “insieme”».
Un Maurizio Landini che spinge il sindacato non solo a fare autocritica del proprio operato («quello che c’è da cambiare non sono solo i partiti, ma anche il sindacato, anche la CGIL che deve coinvolgere i cittadini e allargare la partecipazione dei lavoratori»), ma a impegnarsi per uscire dagli uffici e dalle sedi e assumere un ruolo movimentarista: «a nome di tutte le associazioni prendiamo l’impegno di batterci ogni giorno e in ogni luogo fino a quando lavoro e diritti non saranno tornati al centro della vita sociale e politica. Ciò significa un’azione territorio per territorio, luogo per luogo. I diritti li dobbiamo praticare». Perchè, come ha ricordato citando Rodotà: «esistono due idee di società: una democratica che spinge alla partecipazione e una autoritaria che restringe gli spazi di democrazia. E allora davanti alla crisi della democrazia che vede il 50% delle persone non andare più a votare dobbiamo impegnarci perché la politica tutta torni ad occuparsi delle persone e del lavoro, non c’è niente da inventare, basta tornare ai valori base dei nostri costituenti».
Sul palco di piazza San Giovanni, prima di Landini, si sono alternati gli interventi di tante realtà sociali e del tessuto associativo italiano: Peppe de Marzo, coordinatore della Rete dei numeri pari, Gianfranco Pagliaruolo dell’ANPI, Simona Abate di Greenpeace, Don Ciotti di Libera, Emiliano Manfredonia presidente ACLI, Michela Paschetto infermiera e coordinatrice di Emergency in Ucraina, oltre gli interventi di tanti delegati sindacali.
a cura di Andrea Bertolino